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Il segmento testuale A.I. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 450

Brano: Scuola e Resistenza

Padova (v.) ; o, a Roma (v.) la manifestazione studentesca del gennaio 1944 che costò la vita al liceale Massimo Gizzio (v.), come si può dire che in ogni formazione partigiana o gappista furono presenti, a volte con ruoli di comando, taluni studenti o insegnanti, ma in generale l'ipoteca fascista che da un ventennio gravava su tutte le istituzioni scolastiche impedì che in queste si formassero nuclei consistenti, disposti a impegnarsi nella lotta.

Il 24.11.1943, nell'Italia occupata dai tedeschi, venne ufficialmente costituita in collegamento con il Comitato di liberazione nazionale l’Associazione italiana degli insegnanti (A.I.D.I.) che, per forza di cose, potè estendersi soltanto ad alcune grandi città sedi universitarie (Roma, Milano, Torino, Genova, Padova). Mentre la maggior parte dei docenti, alla periferia, restava completamente estranea al movimento, la dirigenza venne formata designando un rappresentante per ciascun partito: Pasquale D’Abbiero, per il P.C.I.; Giuseppe Candeloro, per il Partito d’Azione; S. Ughi, per la Democrazia cristiana; E. Cabrini per la Democrazia del Lavoro, G. Gabriele per i “cattolici comunisti”.

Le prime elaborazioni programmatiche dell’A.I.D.I., contenute in un documento unitari[...]

[...]ano, Torino, Genova, Padova). Mentre la maggior parte dei docenti, alla periferia, restava completamente estranea al movimento, la dirigenza venne formata designando un rappresentante per ciascun partito: Pasquale D’Abbiero, per il P.C.I.; Giuseppe Candeloro, per il Partito d’Azione; S. Ughi, per la Democrazia cristiana; E. Cabrini per la Democrazia del Lavoro, G. Gabriele per i “cattolici comunisti”.

Le prime elaborazioni programmatiche dell’A.I.D.I., contenute in un documento unitario del 28.2.1944, probabilmente firmato a Roma, contenevano enunciazioni generali alquanto vaghe per quanto riguardava la lotta di liberazione in corso (Punto 3: « Restituire all’insegnamento la necessaria sincerità e chiarezza morale, rompere l’atmosfera di sospetto e di diffidenza creata dal fascismo, restaurare tra maestri e discepoli uno spirito di serena collaborazione, mirando a formare nei giovani libere coscienze, nemiche di ogni tirannide e di ogni reazione »), ma in compenso prendevano netta posizione a favore della autonomia della scuola da quel[...]

[...] in contrasto con l’autoritarismo burocratico che per tanti anni ha gravato sulla scuola italiana, il principio dell’autonomia della scuola: tale principio dovrà consistere principalmente in una larga e attiva partecipazione del corpo insegnante alla direzione culturale e didattica della scuola stessa »).

Ma, in sostanza, questo documento necessariamente eclettico dovendo rappresentare un compromesso fra impostazioni culturali e didattiche assai eterogenee, non si discostava da una visione angusta della scuola, che si continuava a concepire più come strumento di selezione delle élites che come tramite di crescita culturale e civile delle masse (Punto 5: « ... Lottare perché la scuola assuma effettivamente la sua funzione [...] di onesta e imparziale selezionatrice delle capacità intellettuali »).

La scelta degli obiettivi immediati

di lotta e delle forme per parteciparvi purtroppo non rivelava grande fantasia o spirito di iniziativa. Il 23.

12.1943 l’A.I.D.I. aveva lanciato un volantino, con un appello rivolto a tutti gli in[...]

[...]continuava a concepire più come strumento di selezione delle élites che come tramite di crescita culturale e civile delle masse (Punto 5: « ... Lottare perché la scuola assuma effettivamente la sua funzione [...] di onesta e imparziale selezionatrice delle capacità intellettuali »).

La scelta degli obiettivi immediati

di lotta e delle forme per parteciparvi purtroppo non rivelava grande fantasia o spirito di iniziativa. Il 23.

12.1943 l’A.I.D.I. aveva lanciato un volantino, con un appello rivolto a tutti gli insegnanti affinché rifiutassero il giuramento di fedeltà alla repubblica di Salò, ma l'iniziativa cadde nel vuoto, perché in effetti questo giuramento non venne chiesto dal ministro dell’Educazione nazionale Carlo Alberto Biggini, essendo più che sufficiente per i fascisti, nella situazione di estrema precarietà politica e militare in cui si trovavano, poter contare sulla collaborazione di fatto dei docenti. Tra la fine del 1943 e la primavera del 1944 l’A.I.D.I. condusse comunque una certa azione di propaganda e promosse lo[...]

[...] affinché rifiutassero il giuramento di fedeltà alla repubblica di Salò, ma l'iniziativa cadde nel vuoto, perché in effetti questo giuramento non venne chiesto dal ministro dell’Educazione nazionale Carlo Alberto Biggini, essendo più che sufficiente per i fascisti, nella situazione di estrema precarietà politica e militare in cui si trovavano, poter contare sulla collaborazione di fatto dei docenti. Tra la fine del 1943 e la primavera del 1944 l’A.I.D.I. condusse comunque una certa azione di propaganda e promosse lo sciopero delle scuole secondarie di Roma del 29.1. 1944, nel corso del quale fu ucciso dai militi fascisti lo studente Massimo Gizzio, di cui già si è detto. Risalirebbero alla iniziativa dell’A.I.

D.l. anche alcune agitazioni di docenti avvenute nelle città del Nord alla fine del febbraio 1944, ma ben presto le vicende della guerra resero impossibili le comunicazioni tra la Capitale e l’Italia centrosettentrionale. Spezzatisi i collegamenti con il Nord dopo la liberazione della Capitale, alcuni docenti milanesi costituirono VAssociazione Professori e Assistenti Universitari (v. A.P.A. V.) che, riconosciuta dal C.L.N. dell’Alta Italia, svolse un certo ruolo nell’appoggiare la Resistenza e nell’aprire il dibattito sulla democratizzazione della scuola.

Intanto i dirigenti dell’A.I.D.l. rimasti a Roma si impegnarono sul piano amministrativo e progettuale, per bilanciare la nef[...]

[...]ro impossibili le comunicazioni tra la Capitale e l’Italia centrosettentrionale. Spezzatisi i collegamenti con il Nord dopo la liberazione della Capitale, alcuni docenti milanesi costituirono VAssociazione Professori e Assistenti Universitari (v. A.P.A. V.) che, riconosciuta dal C.L.N. dell’Alta Italia, svolse un certo ruolo nell’appoggiare la Resistenza e nell’aprire il dibattito sulla democratizzazione della scuola.

Intanto i dirigenti dell’A.I.D.l. rimasti a Roma si impegnarono sul piano amministrativo e progettuale, per bilanciare la nefasta influenza del sopravvissuto apparato ministeriale fascista e del conservatorismo proveniente dai centri universitari del “regno del Sud” con l’appoggio degli Alleati. A tale riguardo va ricordato che venne costituita una commissione presieduta dal pedagogista americano Washburne, alla quale collaborarono anche intellettuali di prestigio come Adolfo Omodeo (v.) e Guido De Ruggiero (v.), ma la cui impostazione idealistica e moderata impedì che venissero seriamente affrontate problematiche come quelle della riforma, della defascistizzazione e della democratizzazione della scuola. Né a ciò poterono far fronte i governi del C.L.N. e il governo Parri, nei quali il ministero della Pubblica istr[...]

[...] dovuto al ventennio fascista, ma dovuto anche alla totale mancanza di teorizzazioni pedagogiche in linea con il livello raggiunto della lotta antifascista. Nel confuso dibattito del 194345 tendevano così a riaffiorare posizioni stantie e spesso restauratrici, sotto l’insegna del ritorno a Gentile, quando addirittura (forse inconsapevolmente) non venivano proposte come “popolari e moderne” iniziative previste dalla “fascistissima” riforma di Bottai e dalla « Carta della scuola ».

Per esempio, in un opuscolo edito dal P.C.I. nei primi mesi del 1945 sotto il titolo « La scuola nella ricostruzione », la richiesta più avanzata riguarda il prolungamento del l’obbligo fino a 14 anni ma è assente una qualsivoglia presa di posizione circa il carattere unitario o meno della futura scuola media, così come manca qualunque riferimento ai contenuti degli studi, ai programmi e ai curricoli, come se i problemi di fondo non fossero questi.

450



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 643

Brano: Comunista italiano, Partito

Organo Centrale del Partito Comunista Italiano fondalo da A. Gramsci da Petmire Togli»»! {Creoli}

Ha no ti i temprato n i latto maturo. lo dimostra la «wwfletta con la quale H4 impugnata le tmi la duci

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La iva coicienza patriottica t democratica la ferma volontà di vittoria trionfano sulle forte della reazione t della barbane In questa lotta il popolo italiano tt i riscattato dall’onta di venti anni di schiavitù fatcnta ed ha riacquistato il diritto alla iti ma e alla contider ' tutti i popoli liberi

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[...]ano e dilatano tetto e oltre ii Po Bologna ferrar a Modena. firgoto Emilia tono libere f io.dati alleati i Vmo qheri t 1 Partigiant italiani tono entrati nette città qtd liberate daWerotrmo dei loro HqU II generoso popolo detV fmii(a ha dato il teqnale delTattacco generale Da quella terra, che tt fascismo ha per prima martoriata e tchia* uzata e che per qualche tem.

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Milano patriottica è insorta eome un »:| tomo contro il Mrbaro e t suoi turpi

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La ^fiorila t^turreztoncle t in <toÌ7ifrn!9 Affer.

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C'jfto affrontati con fesitfama ffaribaM'fl dai on

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La bittaalta continuo tuffo il fOf'O.r, tt P'endr par'e le ferie 1 murrettcnah ti 0*. cMi/.uco 41 amano e awstano di ora in ora maovior con intenta e mordente Mi tcoo n’oleta'ia 1 patriottica che rinnova 0991 te glonote

Vi:* **** r~0,n popolani

a*tU Ci^cy Giornale $€prè

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[...]

Per vrsd m, r, H popr.lt. *. tc.ifl*» ha i„C erto atrocemente nel lineo « aeUa minio nnumeretck tato U vitti r ertfute in vuelta tetri

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Cronaca Ml'iuirreiime

TORINO. Dopo il tr*fl 0*0 adopero a«l it la fora* ■ njtjrrvricmaU hanno CMH«I ■tato tmhbrichr piatta a «traJ* coatrinffndo ! nuifaaelati alla .#* m maaaa. Dana U«Ih* al Bi*!l«a*. dall* Val «*0* »o:e all All.riano, I» fotte liberatrici *on« 1» marcia a han no ormai co»tr»lto alla r**a <1 »a*:f»»ci»ti t» tutti 1 principali eantri.

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COMO. — Le forse tedaaci* ti«nno avuto Tardine di agom barare la caia a vi hanno inv n.ed «taT > ate provveduta ava jarsdo uffici, preatdl acc.

MILANO — La famigerata '“** ' ita Muli e a alala aia d ai «aito dai 'tari della Liber t* che hanno finalmente il belo Milano dai pegg** oovo 'Ha delinque aia faaneta.

Da porta Ticineae a porta Roman», tutte le fabbriche are udiate La oaaeriM di via Bar

e iti fatai* * dei Vaia»far, iella Likerta

ASSUMI

(itti I peltri li nmiiiitruln* Il mene

per la eontinuione delta guerra di ItbermsùMu al fianco delle Sauont Unite, per VeUmunattone degli ultimi retti det lasciamo e per la tutela dai diritti democratici.

Gli italiani devono dargli il pieno appoggio

Tulli i fascisti detono tare atto di rena alla autorità del CXV. e consegnare le armi.

Coloro che reaiateranno saranno trattati coma nemici delta Patria e come tali tterminmlL

11 Comitato di Liberazione Naxioitalt per l'Alta Italia Dal Palazzo della Prefettura. 26 aprile 1945 LUIGI LONGO (Gotto* del Partito Comunica ItaL EMILIO SERENI del Partilo Comunista Italiano FERRUCCIO PARRI del Partito d’Azione LEO VALIANI del Partito d’Azione ACHILLE MARAZZA del Partito Democrtitiaaa AUGUSTO DE GASPERI del P. Democristiano GIUSTINO ARPESANl dei Partito Liberale Ital. FILIPPO JACINI del Partilo Liberale Italiano RODOLFO MORANDI del Partilo Socialista ItaL SANDRO PERTINI del Partito Socialista Italian[...]

[...]lla liberanone dell’Italia del Nord esprime al C.L.N. Centrale il voto che t Miniateti decitivi per la condotta della guerra e per II rinnovamento democratico del fatar, td in particolare il Miniati ro degli Interni, siano affidati ad uomini che abbiano recisamente combattuta ii fascismo sin dal suo sorgere" e che diane prova di saper degnamente esprimere i bisogni di nta e di giustiria sociale e le profonde aspira noni democratiche delle masse laioratrici e partit ane che tono state atl'acanguardia della nostra guerra di liberazione.

II Comitato di Liberazione per l'Alta Italia

M aprile IMS

: l’Unltà » del 26.4.1945

nazionali popolari sotto la guida del Comitati di liberazione nazionale ».

In un altro documento la stessa direzione del partito per l’A.I. segnalò « alcuni nomi tra i tanti compagni che nel corso delia Guerra di liberazione più si distinsero per la loro opera, per le loro capacità organizzative e militari, per il loro coraggio e spirito di sacrificio », precisando che si trattava di un elenco sommario che doveva essere completato. La segnalazione aveva un particolare significato in quanto voleva sostanzialmente indicare su quali elementi il partito avrebbe potuto fare più affidamento per funzioni e incarichi in organismi dirigenti centrali e periferici. Seguivano I nomi: « Piemonte:

Francesco Scotti, comandante regionale piem[...]

[...]ioni e incarichi in organismi dirigenti centrali e periferici. Seguivano I nomi: « Piemonte:

Francesco Scotti, comandante regionale piemontese delle Brigate Garibaldi e vicecomandante unico nel Comando regionale piemontese; Giordano Pratolongo, che aveva ricoperto prima gli stessi incarichi; Pompeo Colajanni, comandante la VII Zona e comandante del Gruppo divisioni Ga

ribaldi ” Cuneo Vincenzo Modica, Comandante la I Divisione ” Piemonte Osvaido Negarviiie, commissario di zona della Valsusa e commissario politico del Comando regionale delle " Garibaldi Mario Brandani Mammucari, comandante delle S.A.P. di Torino e vicecomandante della Piazza di Torino; Gustavo Comoiio, commissario politico del Gruppo divisioni Garibaldi " Cuneo ”; Romano Bessone, commissario politico dei G.A.P. di Torino; Giovanni Pesce, comandante dei G.A.P. di Torino e poi di Milano; Cino Moscatelli, commissario politico del Raggruppamento divisioni Garibaldi " Valsesia "; Eraldo Gastone, comandante del Raggruppamento divisioni Garibaldi ” Valsesia Bruno Cai letti[...]

[...]ndante delle S.A.P. di Torino e vicecomandante della Piazza di Torino; Gustavo Comoiio, commissario politico del Gruppo divisioni Garibaldi " Cuneo ”; Romano Bessone, commissario politico dei G.A.P. di Torino; Giovanni Pesce, comandante dei G.A.P. di Torino e poi di Milano; Cino Moscatelli, commissario politico del Raggruppamento divisioni Garibaldi " Valsesia "; Eraldo Gastone, comandante del Raggruppamento divisioni Garibaldi ” Valsesia Bruno Cai letti, comandante della Divisione ” G. Pajetta "; Paolo Scarpone, commissario di guerra del Comando unificato dell’Ossola; Franco Moranlno, commissario di guerra delia XXII Divisione Garibaldi; Nello Poma, commissario del Raggruppamento divisioni bieilesi; Pippo Coppo, commissario di

guerra delta Divisione Garibaldi " Rèdi Lombardia:

Franco Busetto, comandante delle S.A.P. di Milano; Alessandro Vaia, vicecomandante della Piazza di Milano; Mario Venanzl, comandante della Divisione ” Pajetta ”; Mario Di Leila, capo di stato maggiore della Divisione ” Redi ”

Emilia:

Ilio Barontini, comandante regionale per l’Emilia e la Romagna; Arrigo Boidrini, comandante della Brigata " Ravenna ”; Emilio Suardi, comandante del Comando generale NordEmilia; 1 lario Tabarri, comandante dell’8a Brigata Garibaldi " Forlì ”; Armando Ricci, comandante della Divisione ” Modena ”; Ennio Cervellati, commissario politico della Brigata ” Ravenna "; Sergio Flamini, commissario della 21a Brigata G.A.P. di Forlì.[...]

[...]di e della zona militare di Vicenza; Lino Zocchi, comandante della 4a Divisione ” Friuli ”

Dopo la Liberazione

In una riunione svoltasi a Milano T8.8.1945 sotto la presidenza di Togliatti fu nominata una nuova direzione del partito, della quale entrarono a far parte i componenti di entrambi i gruppi dirigenti, quel

lo che aveva funzionato nelle regioni centromeridionali e quello dell'Alta Italia. Il nuovo organismo risultò composto da Paimiro Togliatti (segretario generale), Giorgio Amendola, Arturo Colombi, Giuseppe Di Vittorio, Luigi Grassi, Girolamo Li Causi, Luigi Longo, Umberto Massola, Celeste Negarviiie, Agostino Novella, Gian Carlo Pajetta, Eugenio Reale, Antonio Roasio, Giovanni Roveda, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia, Velio Spano.

Nelle settimane che seguirono la Liberazione, il P.C.I. continuò a essere l’elemento di avanguardia nella vita nazionale, per la rinascita economica e politica del paese, e svolse un’azione tendente a spostare l’asse di direzione dello stato verso un governo che fosse concreta e dirett[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 98

Brano: [...] dal 13.3.

1945.

Furono ben presto scartate alcune proposte di estremo olocausto, come la « trasformazione di Milano in una Stalingrado », o la creazione di una « ridotta in Valtellina » (v. Sondrio), alla quale soltanto qualche fanatico forse credette.

Gli ultimi giorni della “repubblica” trascorsero in una febbrile ricerca di salvataggi. Il 16.4.1945 Mussolini lasciò Gargnano per portarsi a Milano: tentò dei sondaggi verso il

C.L.N.A.I., ma questo, ormai diventato un vero e proprio governoombra, aveva già decretato che « i membri del governo fascista e i gerarchi del fascismo sono puniti con la pena di morte e nei casi meno gravi con l’ergastolo ».

Il 25 aprile in Curia avvenne l’incontro con gli esponenti del C.L.N. A.I., che dette esito negativo. Lo stesso giorno Mussolini lasciò Milano, diretto verso la Svizzera o verso Merano e la zona occupata dai tedeschi. Arrestato il 27, il 28 venne fucilato a Dongo (v.).

D.Ca.

Repubblicano italiano, Partito

P.R.I.. Di origini e radici risorgimene tali, il Partito repubblicano italiano venne a costituirsi definitivamente sulla fine del secolo, giusto alla vi

gilia della svolta democratica del 1900, in uno con la formazione del Partito socialista italiano e con l'espansione elettorale e parlamentare della cosiddetta Estrema Sinistra lungo gli anni Novanta.

Da un punto di vista politologico e sociologico, il nesso appena rilevato risulta da ogni storia generale e comparata dei partiti i[...]

[...]tegoria dei « partiti della mobilitazione sociale », specialmente sulla fine del secolo.

Da un punto di vista storiografico

il discorso è più esplicitamente circoscritto e problematico, ed è da rilevare che la ricerca sull’argomento, quasi al completo di estrazione repubblicana, promossa, qualificata e sostenuta soprattutto da Giovanni Spadolini (v.), costituisce un acquisto culturale recente, posteriore alla storiografia del movimento operaio e del movimento cattolico e alla stessa storiografia dei partiti di massa, anche se lo stesso Spadolini ne anticipò i tempi con un saggio dei primi anni Cinquanta.

La formazione del “partito*

Alla costituzione del P.R.I. si giunse essenzialmente per iniziativa delle consociazioni regionali più forti (Lombardia e Romagna) in seguito alla crisi dell’antico movimento mazziniano (Patto di fratellanza delle società operaie) e sotto lo stimolo, indiretto, dell’entrata in scena del P.S.I., nonché del tentativo di aggregazione dei radicali (v.) intorno al Patto di Roma (1890).

Il P.R.I. non nacque ex novo e, infatti, il Congresso costitutivo (Bologna 1.11.1895) si aprì su una relazione che contemplava « il riordinamento del Partito repubblicano italiano ». I convenuti decisero di legittimare la partecipazione alle elezioni amministrative, secondo la prassi già sperimentata in regioni e zone ad alto tasso di democrazia, e di privilegiare, quanto alle elezioni politiche, le candidature di protesta e quelle netta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 558

Brano: [...]v.) in occasione del primo Congresso nazionale della stessa (Roma, dicembre 1947) per dare vita a una Federazione separata.

Fondata a Milano il 22.3.1948 e riconosciuta Ente Morale con decreto del Presidente della Repubblica n. 430 del 16.4.1948, attualmente la F.I.V.L. annovera 31 Associazioni, di cui 27 a carattere provinciale, 2 regionali e 2 nazionali, costituite da partigiani, patrioti, combattenti della campagna di liberazione e reduci dai campi di deportazione, aventi tutte uno Statuto non contrastante con quello federale che definisce la F.I.V.L. come « organizzazione politica, non partitica» (art. 3). Compito fondamentale della Federazione è « salvaguardare lo spirito della Resistenza, valorizzandone il patrimonio morale, mantenendo fede agli ideali di libertà, di democrazia, di giustizia e di civiltà propugnati nella lotta di liberazione ». Sono organi della Federazione il Consiglio federale, la Giunta esecu

tiva, la Presidenza, il Collegio sindacale. La F.I.V.L. ha pubblicato due quindicinali: Patria e Libertà (direttor[...]

[...]etto presidente nel maggio 1972, il noto studioso e statista ligure è tuttora alla testa della F.I.V.L., da lui guidata durante le vicende politiche di quest’ultimo quindicennio con spirito unitario nei confronti delle altre organizzazioni della Resistenza italiana.

Flamini, Giulio Cesare

Ufficiale dell’Esercito.

Ferito in combattimento e mutilato, I'8.9.1943 si trovava degente in un ospedale militare. Datosi alla macchia nel Trentino, dai primi di ottobre al febbraio 1944 organizzò un servizio di informazioni militari collegato a C. Lodovico Ragghianti del Partito d’Azione, finché fu catturato dai tedeschi che lo internarono a Fossoli.

Successivamente fu destinato alla deportazione in Germania, ma durante il viaggio riuscì a evadere. Dal luglio 1944, collegato al C.L.N. A.I., operò clandestinamente a Mi

lano, dove fu catturato dai fascisti e di nuovo destinato alla deportazione in Germania. Fuggito ancora dal treno e rientrato a Milano, fu inviato dal C.L.N.A.I. a Brescia come capo di stato maggiore delle forze partigiane locali. Svolse tale ruolo fino alla liberazione della città e, nel luglio 1945, riprese servizio nell’Esercito.

Fior, Silvio

N. a Merano (Bolzano) il 19.4.1903; tipografo.

Figlio di un muratore ed esponente sindacale socialista trasferitosi nel

1913 a Vienna, aderì all’organizzazione giovanile del Partito socialista austriaco.

Rientrato nel 1919 con la famiglia a Trento (dove il padre Silvio era stato eletto deputato del P.S.I.), lavorò presso varie tipografie a Trento e a Bolzano. Nel 1924 aderì al Partito comunista.[...]

[...]l’organizzazione giovanile del Partito socialista austriaco.

Rientrato nel 1919 con la famiglia a Trento (dove il padre Silvio era stato eletto deputato del P.S.I.), lavorò presso varie tipografie a Trento e a Bolzano. Nel 1924 aderì al Partito comunista. Svolgeva intanto anche lavoro sindacale nella Federazione italiana dei lavoratori del libro e continuò tale attività fino al 1926, quando per non rimanere vittima di aggressioni fasciste, assai virulente in quelle province di nuova annessione all’Italia, tornò a Vienna.

Nella capitale austriaca lavorò presso la tipografia del quotidiano socialista “Worwàrts”, mantenendosi in contatto con il Centro estero del P.C.d’I., del cui apparato clandestino entrò a far parte nel 1932. Fu quindi inviato a Mosca a frequentare l’Università leninista e lavorò poi come traduttore presso la Tipografia internazionale. Qualche anno dopo passò in Francia, dove rimase fino al giugno 1939, quando rientrò a Bolzano. Sotto l’occupazione tedesca, per sfuggire la minaccia della deportazione sfollò in Val [...]

[...]parato clandestino entrò a far parte nel 1932. Fu quindi inviato a Mosca a frequentare l’Università leninista e lavorò poi come traduttore presso la Tipografia internazionale. Qualche anno dopo passò in Francia, dove rimase fino al giugno 1939, quando rientrò a Bolzano. Sotto l’occupazione tedesca, per sfuggire la minaccia della deportazione sfollò in Val di Non. All’indomani della Liberazione divenne segretario provinciale dei poligrafici e cartai di Bolzano, ma si dimise dal P.C.I. (del quale non condivideva la politica regionale) per passare nelle fila della Sozialdemokratische Partei Sudtirols.

Flora, Francese®

N. a Colle Sannita (Benevento) il 27.10.1891, m. nel 1962; critico letterario e scrittore.

Di orientamento liberale, dal 1933 fu redattore capo della rivista “La Critica” diretta da Benedetto Croce e punto di riferimento per molti giovani intellettuali antifascisti in



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 270

Brano: [...]ata nera “A. Faggion” di Vicenza, la Direzione generale di polizia del Ministero degli Interni della R.S.I. e la Direzione dell'Ovra, la centrale telefonica delle comunicazioni militari tra Italia e Germania e impianti per intercettazione delle trasmissioni radio. A Spagnago (presso Comedo Vicentino) fu allestito un aeroporto per apparecchi da ricognizione (detti “cicogne”); a Trissino si insediò il Comando della Polizia dell’Africa Italiana (P. A.I.); a Montecchio Maggiore, il sottosegretariato della Marina militare (Decima Mas); infine a Reccaro prenderà sede il Comando generale delle truppe tedesche in Italia, comandate dal Feldmaresciallo KesserUng (v.).

L'1.3.1944 il C.L.N. dell’Alta Italia proclamò Io sciopero generale delle industrie per il 5 marzo, ma molti ritenevano impossibile un’adesione dei lavoratori valdagnesi a questa iniziativa: senonché la improvvisa notizia che si stava preparando la precettazione di lavoratori della Marzotto per la Germania spinse tutti gli operai a sospendere il lavoro addirittura il giorno 3 marzo[...]

[...]caro prenderà sede il Comando generale delle truppe tedesche in Italia, comandate dal Feldmaresciallo KesserUng (v.).

L'1.3.1944 il C.L.N. dell’Alta Italia proclamò Io sciopero generale delle industrie per il 5 marzo, ma molti ritenevano impossibile un’adesione dei lavoratori valdagnesi a questa iniziativa: senonché la improvvisa notizia che si stava preparando la precettazione di lavoratori della Marzotto per la Germania spinse tutti gli operai a sospendere il lavoro addirittura il giorno 3 marzo. A questo punto il C.L.N. di Valdagno, guidato da Bruno Gavasso e Piero Tovo (P.C.I.), Piero Nizzero (D.C.), Nino Cestonaro (P.S.I.) e Sergio Perin (P. d’A.) intervenne prontamente con un volantino che incitava alla lotta.

Come noterà giustamente Maurizio Dal Lago nel suo libro Valdagno durante la Repubblica di Salò / Settembre 1943luglio 1944 (Valdagno 1977, p. 33), quella iniziativa coglieva « in pieno la specificità della situazione valdagnese, ponendo in secondo piano l’aspetto economico e le motivazioni politiche, inserendosi così n[...]

[...]nte con un volantino che incitava alla lotta.

Come noterà giustamente Maurizio Dal Lago nel suo libro Valdagno durante la Repubblica di Salò / Settembre 1943luglio 1944 (Valdagno 1977, p. 33), quella iniziativa coglieva « in pieno la specificità della situazione valdagnese, ponendo in secondo piano l’aspetto economico e le motivazioni politiche, inserendosi così nel sentimento di ribellione spontanea della gente ».

All’agitazione degli operai della Marzotto si unirono quelli della Valdoi (una fabbrica di terre attive) e della miniera Pulii. Per ristabilire l’ordine, i tedeschi precisarono che le donne sarebbero state escluse dalla precettazione, minacciarono iL blocco della città e per di più un rastrellamento di grandi proporzioni, ma soltanto I’8 marzo lo stabilimento potè riprendere la produzione.

In seguito a quell'agitazione furono deportati dai tedeschi 80 lavoratori che finirono in parte nel cementifi

cio di Holzminden (Germania) e in parte nel lager 32 di Brux (Cecoslovacchia) .

Guerriglia partigiana

Il movimento partigiano locale cominciò ad agire intensamente e in vari punti della valle dalla primavera del 1944, rendendo insicure le comunicazioni a fascisti e tedeschi. La scadenza dei bandi di arruolamento della repubblica di Salò (24 maggio) provocò una diffusa renitenza e l’infoltimento dei ranghi partigiani.

Già in aprile, in seguito all'uccisione di un loro soldato, i tedeschi avevano operato una prima rappresagl[...]

[...]esidio repubblichino di Valli, attaccarono pattuglie tedesche a Priabona e Ghisa (14 giugno), danneggiarono le centraline elettriche alimentanti lo stabilimento Marzotto e la città stessa (1920 giugno).

Seguirono, a queste azioni, feroci rappresaglie: l’11.6.1944, in seguito all'uccisione di un soldato, i tedeschi bruciarono la contrada Borga di Fongara e uccisero 17 civili; il 3 luglio, su delazione dei fascisti, furono arrestati e fucilati dai tede

schi 7 civili di Valdagno (tra le vittime, Ferruccio Baù e Antonio Bietolini (v.) che, col nome di battaglia di Bruno Morassutti, dirigeva la Federazione provinciale clandestina del P.C.I.) ; il 5 luglio, in un rastrellamento, vennero distrutte da tedeschi le contrade Zovo di Castelvecchio, Franchi, Bosco, Cengio, Bertoldi, Ferrazza, Tomba, Vallarsa, Munari, Tibaldi e Mecceneri. In seguito a queste devastazioni, una delegazione di maggiorenti valdagnesi conferì in municipio con il commissario prefettizio Rino Marchetti e ottenne un colloquio col Comando tedesco della piazza per evitar[...]

[...]laborazionisti fascisti, ben informati da delatori, compirono un rastrellamento a tenaglia sui monti tra Piana e Valdagno, Altissimo, Selva e Quargnenta dove erano insediati i battaglioni “Brill”, “Rosso”, “Capriolo” e “Zebra” della Brigata “Stella”, nonché (verso il Chiampo) formazioni della “Pasubio”: i partigiani subirono gravi perdite (56 vittime tra militari e civili) e le contrade Battistini, Colombara e Marcantoni furono date alle fiamme dai rastrellatori. Il 12 settembre, un nuovo rastrellamento investì le residue forze dei battaglioni “Brill” e “Tordo” (quest'ultimo operava a Montecchio Maggiore), costringendo nu



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 328

Brano: [...]tre i garibaldini, guidati dal comandante di divisione Nino Siccardi e dal commissario politico Libero Briganti, improvvisavano l’estrema difesa, il medico Gianfrancesco De Marchi e alcuni altri tentarono di trasportare altrove i feriti più gravi. Una decina di garibaldini si raccolse attorno alla barella di Bonfante decisi a difenderlo sino all’ultimo e, quasi correndo, sotto le raffiche nemiche si diressero verso il cimitero. Ma la zona era ormai circondata e si trovarono improvvisamente di fronte un forte gruppo di nazisti: il primo a essere colpito fu De Marchi, poi venne la volta del commissario di battaglione Francesco Agnese e di altri ancora. Visto cadere al proprio fianco il medico e preclusa ogni via di scampo, per evitare che venissero trucidati i compagni che lo trasportavano e per non cadere egli stesso nelle mani del nemico, Bonfante — dice la motivazione della m. d’o. — « si uccideva, concludendo la sua vita col volontario supremo sacrificio ».

F.Bi.

Bonfanti, Enrico

N. a Varese il 24.1.1901; verniciatore. Membro[...]

[...] Liberazione. Membro del Comando delle formazioni « Matteotti », fu tra gli organizzatori delle bande partigiane dell'Ossola (v.) e tra i protagonisti della « repubblica » ivi costituita. Durante le vicende della Resistenza tentò arbitrariamente un piano d’intesa con alcuni esponenti della Repubblica sociale (fra cui Edmondo Cione e Carlo Silvestri), tendente a concordare i termini di un incruento trapasso di poteri dal governo di Salò al C.L.N. A.I., ma il progetto fu sconfessato dal Comitato di liberazione e dal Partito socialista.

Comandante delle formazioni « Matteotti » nell’insurrezione di Milano, fu il primo a dare l’annuncio dell^àvvenuta liberazione della città dai microfoni della radio.

Dopo il 25.4.1945 è stato segretario della Federazione torinese del P.S. I.U.P., deputato alla Costituente e poi alla Camera, nella I » nella II legislatura. Ra militato successivamente nel P.S.L., nel P.S.U., nel P.S.D.I. e nel P.S.I..

M.Gi.

Bongini, Asteno

N. a Volterra (Pisa) il 30.9.1919; pellettiere. Membro dell’organizzazione comunista clandestina, nel

1939 fu condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione per attività antifascista. Dopo T8.9.1943 ha partecipato alla Guerra dì liberazione, partigiano combattente in una formazione S.A.P. op[...]

[...]e.

Bongiorno, Antonio

N. a Palmi (Reggio Calabria) il 2.1. 1907; barbiere. Membro dell’organizzazione comunista clandestina, per la sua attività antifascista venne ripetutamente condannato dal Tribunale speciale: una prima volta nel 1928, a 8 anni e 10 mesi di reclusione; una seconda volta nel 1935, a 12 anni. Dopo l’8.9.1943 ha partecipato alla Resistenza romana.

Bongiorno, Giuseppe

N.. a Palmi (Reggio Calabria) il 24. 1.1905; calzolaio. Nel 1928, per la sua attività antifascista, fu condannato dal Tribunale speciale a 8 anni e 10 mesi di reclusione. Dopo T8.9.1943 ha partecipato alla Resistenza romana.

Boni, Fernando

N. a Bagno a Ripoli (Firenze) il 29. 1.1891; manovale. Membro dell’organizzazione comunista clandestina, nel 1927 fu condannato dal Tribunale speciale a 2 anni e 3 mesi di reclusione. Allo scoppio della guerra di Spagna accorse volontario nelle Brigate Internazionali. Dopo l*8.9.1943 ha partecipato alla Resistenza, partigiano combattente in una formazione S.A.P. di Firenze.

Boni, Onder

N. a Cavriag[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 94

Brano: [...]pitano Max Berninghaus, della marina militare tedesca.

Agli uomini della Brigata S.A.P. « Buranello », formata in gran parte da portuali e comandata da Carlo Bianco, toccò il compito di neutralizzare le mine e salvare il porto. La lotta fu dura e snervante, a volte basata su astuti accorgimenti (ad esempio, quando i tedeschi, per sventare ogni tentativo di sabotaggio, bloccarono con uno speciale sigillo i tappi a vite dei tubi minati, gli operai di un distaccamento S.A. P. dell'officina AN di Sampierdarena trovarono il sistema di iniettare, con siringhe d'ottone, acidi fortemente corrosivi aH’interno dei meccanismi d'innesco, per impedirne

il funzionamento).

Quando a Genova, la sera del 25.4.

1945, scoppiò l'insurrezione, il primo obbiettivo delle formazioni partigiane fu quello di impegnare in combattimento le unità tedesche del porto, per impedire che venissero portate a termine le operazioni di brillamento delle mine. I tedeschi e alcuni gruppi repubblichini della « X Mas » tentarono di resistere in forzò alla Darsena, a [...]

[...]esche del porto, per impedire che venissero portate a termine le operazioni di brillamento delle mine. I tedeschi e alcuni gruppi repubblichini della « X Mas » tentarono di resistere in forzò alla Darsena, a Ponte dei Mille e a Ponte Eritrea, ma vennero rapidamente sopraffatti.

Azioni antisabotaggio nei Veneto

Nel Veneto, benché la situazione non fosse facile (non esistevano in questa regione centri industriali con forti concentramenti operai da opporre ai tedeschi in ritirata), l'opera di antisabotaggio, tempestiva

mente predisposta, fu coronata dal successo. Furono salvaguardati i porti di Venezia Porto Marghera e di Trieste; i cantieri navali; le centrali elettriche di Fadalto, Nove e Caneva; quasi tutti gli impianti industriali; le opere d'arte; gli acquedotti; e anche le vie di comunicazione, a eccezione di alcuni casi, come a Verona, dove i tedeschi riuscirono a fare saltare i ponti sull’Adige.

È un fatto ormai storicamente accertato che si deve soprattutto all'azione della Resistenza (quantunque non sia mancato l’aiuto da parte de[...]

[...]'opera di antisabotaggio, tempestiva

mente predisposta, fu coronata dal successo. Furono salvaguardati i porti di Venezia Porto Marghera e di Trieste; i cantieri navali; le centrali elettriche di Fadalto, Nove e Caneva; quasi tutti gli impianti industriali; le opere d'arte; gli acquedotti; e anche le vie di comunicazione, a eccezione di alcuni casi, come a Verona, dove i tedeschi riuscirono a fare saltare i ponti sull’Adige.

È un fatto ormai storicamente accertato che si deve soprattutto all'azione della Resistenza (quantunque non sia mancato l’aiuto da parte degli Alleati) la salvezza deH’intero complesso industriale dell’Italia settentrionale e, più esattamente, di tutti quegli impianti che non erano già stati distrutti dai bombardamenti aerei. Un quadro, seppure incompleto, degli impianti salvati per opera dei partigiani, è dato nella parte V del Report on No. 1 Special Forces Activities during Aprii

1945, datato 2.6.1945 e firmato Lieut. Col. G.S.R.T. Hewitt, del H.Q. alleato.

Tale documento è pubblicato integralmente in La Resistenza e gli Alleati, a cura di P. Secchia e F. Frassati (Milano, 1965).

Bibliografia: Il contributo della Resistenza Italiana in un documento alleato, in « Il Movimento di Liberazione in Italia », n. 3 e n. 4, rispettivamente del novembre 1949 e gennaio 1950, Istituto Nazional[...]

[...]del Report on No. 1 Special Forces Activities during Aprii

1945, datato 2.6.1945 e firmato Lieut. Col. G.S.R.T. Hewitt, del H.Q. alleato.

Tale documento è pubblicato integralmente in La Resistenza e gli Alleati, a cura di P. Secchia e F. Frassati (Milano, 1965).

Bibliografia: Il contributo della Resistenza Italiana in un documento alleato, in « Il Movimento di Liberazione in Italia », n. 3 e n. 4, rispettivamente del novembre 1949 e gennaio 1950, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Milano; F. Parri, Alleati e partigiani di fronte al problema degli impianti (Rapporto sul controsabotaggio nell'Italia settentrionale), in « Il Movimento di Liberazione in Italia », n. 14, settembre 1951; Atti del Comando Generale del C.V.L (giugno 1944

aprile 1945), Ufficio Storico per la Guerra di Liberazione, Presidenza del Consiglio, Roma, 1946; F. Catalano, Storia del C.L.N. A.I., Bari, 1956; N. Niccoli, La Liberazione di Firenze, Milano, 1952; R. Battaglia, Storia della Resistenza Italiana, Torino, 2a ri[...]

[...]azionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Milano; F. Parri, Alleati e partigiani di fronte al problema degli impianti (Rapporto sul controsabotaggio nell'Italia settentrionale), in « Il Movimento di Liberazione in Italia », n. 14, settembre 1951; Atti del Comando Generale del C.V.L (giugno 1944

aprile 1945), Ufficio Storico per la Guerra di Liberazione, Presidenza del Consiglio, Roma, 1946; F. Catalano, Storia del C.L.N. A.I., Bari, 1956; N. Niccoli, La Liberazione di Firenze, Milano, 1952; R. Battaglia, Storia della Resistenza Italiana, Torino, 2a ristampa, 1965; L. Longo, Un popolo alla macchia, Milano, 1957.

Antisemitismo

L’antisemitismo, ossia quell’atteggiamento di ostilità contro gli appartenenti alla razza ebraica, e soprattutto contro la loro partecipazione alla vita del paese (che nella Germania nazista sfocerà nel massacro « industrializzato » di milioni di esseri umani, in nome della politica razzista) ebbe nei fascisti non pochi interessati sostenitori e scellerati. esecutori. Se la politica mirante alla cosiddetta difesa della razza non ebbe in Italia quegli stessi mostruosi sviluppi registrati in Germania, ciò non dipese certamente né dalla volontà dei capi fa

scisti né dallo zelo dei propagandisti.

In realtà l’antisemitismo non ha mai avuto radici nella coscienza del popolo italiano. Ne[...]

[...] sfocerà nel massacro « industrializzato » di milioni di esseri umani, in nome della politica razzista) ebbe nei fascisti non pochi interessati sostenitori e scellerati. esecutori. Se la politica mirante alla cosiddetta difesa della razza non ebbe in Italia quegli stessi mostruosi sviluppi registrati in Germania, ciò non dipese certamente né dalla volontà dei capi fa

scisti né dallo zelo dei propagandisti.

In realtà l’antisemitismo non ha mai avuto radici nella coscienza del popolo italiano. Nel secolo scorso un orientamento antisemita si era avuto in certa propaganda cattolica, legato al concetto degli ebrei deicidi e nemici della Chiesa, e nel periodo crispino (18871896) s’era poi manifestata la tendenza a collegare il giudaismo con la massoneria, con le organizzazioni anticlericali, radicali e socialiste. I pregiudizi cattolici e gli orientamenti politici che fecero seguito a quelle tendenze furono recepiti nel bagaglio ideologico dei nazionalisti, dei sindacalisti rivoluzionari e dei fascisti: nacque così l’immagine della « banca ebraica », dell’ebreo anticristiano, massone, sanguisuga della ricchezza nazionale, dell’ebreo antinazionale e bolscevico. Tuttavia fino agli anni 193040 il problema non era mai stato considerato in termini razzisti, sebbene le manifestazioni più spinte dell’ebraismo (quali il sionismo, che raccoglie gli ebrei parteggianti per la presenza ebraica in Palestina) avessero incontrato un’aspra reazione anche da parte della stampa cattolica.

A partire dalla seconda metà del 1936, Mussolini comincia invece ad assumere posizioni antisemite, presumibilmente spinto da varie cause: 1) il dichiarato antifascismo di singoli ebrei e di organizzazioni ebraiche nel corso della guerra etiopica e dell’intervento in Spagna, da cui Mussolini credette di poter dedurre che l’« internazionale ebraica » fosse scesa in guerra contro di lui. Per di più, nel 1934 c’era stata la cattura dell’antifascista piemontese Sion Segre che, insieme con Mario Levi, aveva cercato d’introdurre in Italia stampa illegale, e poi l’arresto di altri 14 antifascisti, 10 dei quali ebrei (Attilio Segre, Giuliano Segre, Marco Segre, Leo Levi, Riccardo Levi, Carlo Levi, Giuseppe Levi, Gino Levi, Carlo Vercelli e Leone Ginzburg); per cui il quotidiano romano Il Tevere ritenne di poter comprovare il rapporto ebreiantifascismo:

« Ricorderemo — si lesse sulle sue colonne

— che il meglio dell’antifascismo passato[...]

[...]durre in Italia stampa illegale, e poi l’arresto di altri 14 antifascisti, 10 dei quali ebrei (Attilio Segre, Giuliano Segre, Marco Segre, Leo Levi, Riccardo Levi, Carlo Levi, Giuseppe Levi, Gino Levi, Carlo Vercelli e Leone Ginzburg); per cui il quotidiano romano Il Tevere ritenne di poter comprovare il rapporto ebreiantifascismo:

« Ricorderemo — si lesse sulle sue colonne

— che il meglio dell’antifascismo passato e presente è di razza ebraica: da Treves a Modigliani, da Rosselli a Morgari, gli organizzatori del sovversivismo antifascista furono e sono della gente consacrata ».

2) le critiche mosse alla politica economica fascista da alcuni industriali e uomini d’affari ebrei che in precedenza avevano sostenuto l’operato di Mussolini.

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine A.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---C.L.N. <---fascisti <---fascismo <---P.C.I. <---fascista <---C.L.N.A.I. <---P.S.I. <---S.A.P. <---antifascista <---antifascisti <---italiana <---italiano <---socialista <---Brigata S <---Brigata S A P <---D.C. <---Edmondo Cione <---R.S.I. <---Storia <---comunista <---cristiana <---nell'Italia <---A.I.D.I. <---A.N.P.I. <---A.P.A. <---Adolfo Omodeo <---Armando Ricci <---Arrigo Boidrini <---Atti del Comando <---Aurelio Ferrando Scrivia <---Benedetto Croce <---Bibliografia <---Borga di Fongara <---Briga Alta <---Brigata G <---Brigata G A P <---Brigate nere <---C.V.L <---Cadorna Enrico Mattei <---Carlo Alberto Biggini <---Carlo Bianco <---Carlo Vercelli <---Celeste Negarviiie <---Cino Moscatelli <---Comedo Vicentino <---Comitato di Liberazione <---Cultura popolare <---Cuneo Vincenzo Modica <---Democrazia del Lavoro <---Democristiano GIUSTINO <---Democrtitiaaa AUGUSTO DE GASPERI <---Didattica <---Diritto <---Duca di Galliera <---Ennio Cervellati <---Ente Morale <---Eraldo Gastone <---Eugenio Reale <---F.I.V.L. <---Felice Cascione <---Franco Moranlno <---G.A.P. <---G.S.R.T. <---Garibaldi Mario Brandani Mammucari <---Gian Carlo Pajetta <---Gianfrancesco De Marchi <---Gino De Sanctis <---Giorgio Galli <---Giovanni Pesce <---Girolamo Li Causi <---Giulio Cesare <---Giuseppe Di Vittorio <---Guerra di Liberazione <---Guido De Ruggiero <---Gustavo Comoiio <---H.Q. <---I.U.P. <---Il C <---Il C L <---Il Movimento di Liberazione <---Il Movimento di Liberazione in Italia <---Istituto Nazionale <---Italia Dal Palazzo <---Italiano FERRUCCIO PARRI <---Italiano RODOLFO MORANDI <---Kesser-Ung <---La Critica <---La F <---La F I <---La formazione <---La lotta <---La nostra lotta <---Leo Levi <---Liberale Ital <---Liberazione di Firenze <---Liberazione in Italia <---Lino Zocchi <---Lirico di Milano <---Lodovico Ragghianti del Partito <---Luigi Grassi <---Luigi Longo <---Luigi Malga <---M.U.P. <---Mario Di Leila <---Mario Venanzl <---Maurizio Dal Lago <---Medicina <---Membro del Comando <---Milano T <---Militare di Lubiana <---Ministero degli Interni <---Nello Boscagli <---Nello Poma <---Nord-Emilia <---P.F.R. <---P.R.I. <---P.S. <---P.S.D.I. <---P.S.L. <---P.S.U. <---Pace di Recoaro <---Paimiro Togliatti <---Paolo E <---Partilo Comunista Italiano <---Partilo Liberale Italiano <---Partito Comunista Italiano <---Partito Liberale Ital <---Partito Socialista Italiano <---Partito comunista <---Patto di Roma <---Piazza di Genova <---Piazza di Milano <---Piemonte O <---Pietro Secchia <---Pieve di Teco <---Pippo Coppo <---Pompeo Colajanni <---Ponte Eritrea <---Ponte dei Mille <---Porto di Genova <---Pratica <---Prato di Resia <---Presidenza del Consiglio <---Recoaro a Valdagno <---Repubblica di Salò <---Resistenza in Emilia <---Riccardo Levi <---Rino Marchetti <---Rosselli a Morgari <---Rèdi Lombardia <---S.A. <---San Giovanni Vecchio <---Sauont Unite <---Seguivano I <---Silvio Bonfante <---Sion Segre <---Storia del Movimento di Liberazione <---Storia della Resistenza <---Storiografia <---Teatro Lirico <---Ufficio Storico <---V del Report <---Val di Non <---Valli del Pasubio <---Valsesia Bruno Cai <---Vincenzo Arangio Ruiz <---Zona di Firenze <---Zovo di Castelvec <---abbiano <---anticristiano <---antifascismo <---antisemitismo <---autoritarismo <---collaborazionisti <---comunisti <---conservatorismo <---dell'Ossola <---dell'Ovra <---democristiano <---diane <---ebraismo <---fasciste <---gappista <---giudaismo <---ideologico <---italiani <---leninista <---mazziniano <---nazionalisti <---nazista <---nazisti <---oltranzista <---pedagogista <---politologico <---propagandisti <---razzista <---razzisti <---riano <---scisti <---siano <---sindacalisti <---sionismo <---socialiste <---socialisti <---sociologico <---sovversivismo <---varitoiane



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