Brano: [...]cci e spalleggiati dalle gerarchie locali. C’è ancora oggi, in quella città, qualcuno che ricorda l’episodio con ammirazione. Così come a Torino non si è perduto il ricordo di alcune sue sentenze in difesa degli ebrei, durante le persecuzioni razziali, o contro le soperchierie di un prefetto fascista. Egli trasmise questa sua lezione di fierezza e di indipendenza alle più giovani leve di magistrati, che, grazie anche al suo esempio e al suo incoraggiamento, riuscirono, in tempi difficili, ad amministrare la giustizia serbando il rispetto di se stessi.
Nella Resistenza
Era naturale che un uomo, un giudice così fatto diventasse, per antonomasia, il « magistrato della Resistenza ». Senza neanche proporselo, per uno spontaneo corso degli eventi, egli fu allora da molti considerato, e accettò di essere, un centro animatore, un sicuro punto di riferimento per le correnti politiche e le forze militari che in Piemonte conducevano la guerra ai nazisti e ai loro servi.
Capeggiò il movimento dei magistrati, non solo piemontesi, che si rifi[...]
[...]. del Piemonte Io chiamò alla presidenza della Corte d’appello di Torino. Da questo momento, la sua posizione di difensore della Resistenza, di buon combattente per la libertà, ebbe un risalto nazionale. Presidente della Corte torinese (dopo un breve periodo a Roma, al Commissariato per l’epurazione, chiamatovi dal governo Parri), reagì contro ogni forma di accomodante conformismo, di prona sudditanza al potere.
Divenne famosa nel paese la coraggiosa e anticipatrice giurisprudenza, da lui inaugurata, in materia matrimoniale e ispirata a una difesa a oltranza della laicità, e potremmo dire della dignità dello Stato.
La sua attività di pubblicista, di oratore, di scrittore, spaziava ormai fuori dallo stretto ambito giudiziario e investiva problemi del costume, della imperterrita difesa dei valori della Resistenza, dell'attuazione della Costituzione.
Nelle giornate di Genova del 1960, contro la tracotanza dei fascisti spalleggiati dal ministro Tambroni, egli prese una posizione di resi: stenza aperta. Questo giudice giusto, che non[...]
[...]nza aperta. Questo giudice giusto, che non aveva mai dimenticato i suoi doveri di cittadino, ed ebbe per questo l’ammirazione di uomini come Salvemini e Calamandrei, ci ha lasciato un ritratto di sé nel volume Esperienze di un magistrato, edito da Einaudi nel 1955.
Un avvocato disse un giorno di lui: « Quando Peretti Griva sarà morto, bisognerà fargli un monumento molto semplice: su un basamento di pietra, una spina dorsale, nient’altro ».
A.G.G.
Pergetti, Fiero
N. a Reggio Emilia il 14.1.1908; muratore.
Attivo in seno all’organizzazione comunista clandestina di Reggio Emilia, nel 1932 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che, nell’ottobre 1933, Io condannò a 11 anni di reclusione.
Dopo T8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, combattendo nelle file della 145a Brigata Garibaldi, attiva nel comune montano di Ligonchio (Reggio Emilia).
Pargoli, Piero
Enjolras. N. a Fermo (Ascoli Piceno) il 46.1894, m. a Falconara Alta (Ancona) il 24.9.1969; medico.
Nato da una vecchia famiglia picena (il nonno matern[...]
[...]ione.
Dopo T8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, combattendo nelle file della 145a Brigata Garibaldi, attiva nel comune montano di Ligonchio (Reggio Emilia).
Pargoli, Piero
Enjolras. N. a Fermo (Ascoli Piceno) il 46.1894, m. a Falconara Alta (Ancona) il 24.9.1969; medico.
Nato da una vecchia famiglia picena (il nonno materno, Fortunato Canaletti, mazziniano, cospiratore, fu perseguitato e carcerato dal governo pontificio), raggiunse la laurea con duri sacrifici. A 15 anni era già militante del Partito repubblicano e a 18 fu processato per «vilipendio delle istituzioni » dalla Corte d’assise di Fermo che Io condannò, insieme ad Amilcare Cipriani, a 5 mesi di reclusione (ma in appello fu assolto).
Interventista, partecipò alla Prima guerra mondiale come volontario e come ufficiale medico di battaglione. Nell’ottobre 1917 cadde prigioniero e dovette trascorrere 14 mesi nei campi di prigionia austriaci.
Nel primo dopoguerra fu tra i più fieri oppositori al fascismo nelle Marche, direttore del periodico repubblican[...]
[...]are Cipriani, a 5 mesi di reclusione (ma in appello fu assolto).
Interventista, partecipò alla Prima guerra mondiale come volontario e come ufficiale medico di battaglione. Nell’ottobre 1917 cadde prigioniero e dovette trascorrere 14 mesi nei campi di prigionia austriaci.
Nel primo dopoguerra fu tra i più fieri oppositori al fascismo nelle Marche, direttore del periodico repubblicano Lucifero (191921). Odiatissimo dai fascisti, subì feroci aggressioni. Fu candidato dal P.R.I. alle elezioni politiche del 6.4.1924, ma il giorno stesso del voto venne sequestrato dagli squadristi e costretto a lasciare, insieme alla madre, la sua residenza di Porto San Giorgio.
Durante gli anni del regime non rinunciò alla lotta, partecipando frà l’altro alla preparazione di quella insurrezione armata, di cui il fallito attentato Zaniboni avrebbe dovuto costituire il segnale.
Nel 1929 aderì a « Giustizia e Libertà », affrontando nuove persecu
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