Brano: [...]ali, produttive e, in seguito, anche patrimoniali delle due organizzazioni. Sorse così l’Alleanza Cooperativa Torinese: le due società alleate, pur mantenendo strutture e organi direttivi autonomi, deliberarono di unire i rispettivi Consigli in seno alla nuova società. Il patto di alleanza, entrato in vigore l’1.5.1899 per la durata di 9 anni, IT1.5.1907 fu rinnovato per 99 anni.
Sotto il fascismo
La guerra 191518 non rallentò l'opera dell'A.C.T.: nel 1921 essa già possedeva 44 spacci in città e 18 in provincia, oltre a 8 farmacie, 3 cartolerie, un ristorante, una cantina sociale e numerose Case del popolo nei rioni cittadini come in provincia.
Nel 1920 l’Alleanza sostenne con le sue forniture alimentari la lotta degli operai nella occupazione delle fabbriche e, in quegli anni, fu costantemente prodiga di aiuti ai carcerati politici. Per questa sua atttività subì non poche persecuzioni: la sua sede di Corso Siccardi (poi Corso Galileo Ferraris) venne più volte invasa dalla polizia e devastata da squadre nazionaliste e fasciste. Nel[...]
[...]pubblica, la birreria, il teatro e la biblioteca furono bersaglio di spedizioni punitive. Nel corso del 1922 furono presi di mira gli spacci alimentari in città e in provincia, e il 18.12.1922 fu saccheggiata e incendiata la sede centrale: in quella stessa notte saranno seviziati e uccisi dai fascisti delle squadre di Cesare Maria De Vecchi e Piero Brandimarte alcuni dei più noti dirigenti sindacali torinesi, tra
i quali l’amministratore dell’A.C.T. Carlo Berruti (v.)
Prendendo pretesto da quelle stesse violenze di cui le organizzazioni operaie erano state vittime, le autorità fasciste decretarono lo scioglimento degli organi dirigenti delle società alleate nell’A.C.T., ne abolirono le diverse istituzioni, sciolsero l’A.G.O. (23.1.1923) affinché venisse ricomposta su nuove basi dopo averne trasformato la sede in Casa del fascio e poi in sede dei sindacati fascisti. Il nuovo Consiglio di amministrazione, nominato con decreto prefettizio, fu poi indotto ad alienare il
palazzo di Corso Siccardi alle organizzazioni del regime.
Mentre l’A.G.O., smembrata nelle sue varie attività e largamente rimaneggiata nel suo insieme dai commissari fascisti, cessò praticamente di esistere, l’A.C.T. sopravvisse, sebbene svuotata delle caratteristiche originarie: dopo che[...]
[...]ffinché venisse ricomposta su nuove basi dopo averne trasformato la sede in Casa del fascio e poi in sede dei sindacati fascisti. Il nuovo Consiglio di amministrazione, nominato con decreto prefettizio, fu poi indotto ad alienare il
palazzo di Corso Siccardi alle organizzazioni del regime.
Mentre l’A.G.O., smembrata nelle sue varie attività e largamente rimaneggiata nel suo insieme dai commissari fascisti, cessò praticamente di esistere, l’A.C.T. sopravvisse, sebbene svuotata delle caratteristiche originarie: dopo che il decreto reale del 29.6.1933 ebbe sanzionato la fine delle società alleate, fu aperta una nuova iscrizione di soci e vennero fissate le norme di un nuovo statuto che sarebbe rimasto invariato per 25 anni (dopo la Liberazione occorreranno ancora 13 anni di lotte per ottenerne l’annullamento).
Secondo dopoguerra
Con la seconda guerra mondiale andò distrutta gran parte degli spacci, dei magazzini e degli edifici dell’A.C.T., e si rese necessaria una difficile opera di ricostruzione che tuttavia venne realizzata con [...]
[...]he originarie: dopo che il decreto reale del 29.6.1933 ebbe sanzionato la fine delle società alleate, fu aperta una nuova iscrizione di soci e vennero fissate le norme di un nuovo statuto che sarebbe rimasto invariato per 25 anni (dopo la Liberazione occorreranno ancora 13 anni di lotte per ottenerne l’annullamento).
Secondo dopoguerra
Con la seconda guerra mondiale andò distrutta gran parte degli spacci, dei magazzini e degli edifici dell’A.C.T., e si rese necessaria una difficile opera di ricostruzione che tuttavia venne realizzata con pieno successo. AH’indomani della Liberazione, il C.L.N. regionale piemontese nominò due commissari nelle persone del socialista Gino Castagno e del comunista Guglielmo Marcellino. Entrambi, che già in gioventù avevano prestato la loro opera in seno all’A.C.T., rimasero in carica per 10 anni.
L’A.C.T. è attualmente amministrata da un Consiglio composto da un presidente, nominato dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale, e da 12 consiglieri: 6 eletti dal suffragio dei soci, 2 in rappresentanza del comune di Torino, 1 in rappresentanza dell'amministrazione provinciale, 3 delegati dai sindacati dei lavoratori (C.G.I.L., U.I.L., C.I.S.L.). Il collegio sindacale è composto da un presidènte designato dal Ministero, 2 sindaci eletti dai soci e 2 delegati dalle organizzazioni cooperative nazionali (Lega nazionale delle cooperative e Confederazione cooperativa). La suddetta struttura com[...]
[...]nza del comune di Torino, 1 in rappresentanza dell'amministrazione provinciale, 3 delegati dai sindacati dei lavoratori (C.G.I.L., U.I.L., C.I.S.L.). Il collegio sindacale è composto da un presidènte designato dal Ministero, 2 sindaci eletti dai soci e 2 delegati dalle organizzazioni cooperative nazionali (Lega nazionale delle cooperative e Confederazione cooperativa). La suddetta struttura composita degli organi dirigenti deriva dal fatto che l’A.C.T., eretta in ente morale dal governo fascista nel 1923, ha conservato tale forma scarsamente democratica anche con l’ultima legge del 1958 che, pur dotandola di uno statuto, di un regolare consiglio di amministrazione e di un’assemblea di soci, peraltro con poteri assai limitati, la mantiene sotto tutela degli organi governativi.
G.Cas.
Alleanza del lavoro
Coalizione di carattere intersindacale, sorta in un convegno tenutosi a Roma dal 18 al 20.2.1922 allo scopo di organizzare un fronte comune dei sindacati contro il fascismo; rappresentò il primo tentativo di creare un’ampia unità del[...]