Brano: [...]i dichiarazioni, subendo l’intimazione inglese.
L’impresa di Corfù, esaltata dal fascismo come un grande trionfo per Mussolini, creò in Grecia una carica di odio contro gli italiani, e i nostri soldati, come scrisse il Saivernini « raccoglieranno in Albania ne! 1940 quanto Mussolini aveva seminato a Corfù nel 1923 ».
Lo scrittore francese Jacques Boulenger, che visitò l’isola nel 1923, scrisse nel suo libro Corfou, l'Ile de Nausicaa: « Gli abitanti di Corfù non sono avversi agli stranieri. Tuttavia c’è una legge che proibisce a questi ultimi di acquistare proprietà nell’isola senza speciali permessi. Questo permesso si ottiene facilmente se si è francesi, tedeschi, inglesi o di qualsiasi altra nazionalità. Inutile chiederlo se siete italiani. Non
lo ottenne. Mi si era detto che molti contadini nell'isola usavano ancora il dialetto veneziano, lo non riuscii a scoprirne neppure uno. Altrettanto vale per le insegne dei negozi. Pare che fossero scritte in italiano fino a poco tempo fà. Oggi sono tutte scritte in greco. La ragione n[...]
[...]sa e catturato alcune centinaia di soldati germanici, il presidio dovette sostenere una violenta battaglia. Sottoposti dai tedeschi a massicci bombardamenti che non risparmiarono la popolazione civile del capoluogo, i superstiti si videro infine costretti a cedere. Il colonnello Lusignani e numerosi ufficiali furono immediatamente. passati per le armi; tutti gli altri seguirono la sorte dei commilitoni catturati dai tedeschi a Cefalonia (v.).
A.B a.
Corinaldesi, Silvio
N. a Recanati (Macerata) il 16 ottobre 1876; venditore ambulante. Comunista, nel 1927 fu condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione per attività antifascista svolta a Milano. Dopo T8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza.
Comalunga, Battaglia di
Nell’ottobre 1944 la 53a Brigata Garibaldi comandata da Giovanni Brasi (Montagna), commissario politico Arturo Moretti [Enzo), e forte allora di 250 uomini, dalla cima della Vaipiana, sui monti di Gandino (Bergamo), si trasferì in località Campo d’Avene. Facevano parte[...]
[...]lla difesa, ben circondata da rocce, coperta da una fitta pineta e da grossi cespugli, al riparo dei quali si potevano controllare tutti i sentieri provenienti da elusone, Sovere, Gandino, Endine e Ranzanico; ma presentava al tempo stesso un grosso inconveniente, non avendo stalle o altri ricoveri in cui mettere al riparo tutti gli uomini. I garibaldini furono pertanto costretti a sistemarsi alla meglio, costruendo capanne con rami e cortecce di abete. La brigata si divise in vari gruppi, ognuno dei quali occupò una fascia di terra in posizione favorevole, in modo che la zona fosse quasi interamente circondata dalle diverse squadre. Ogni squadra aveva in dotazione armi a tiro lungo e a tiro corto; due squadre erano anche munite di mitragliatori Beretta.
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