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tipologia: Catalogo dei Citati - Fonti archivistiche (ex fonti archivistiche/bibliografiche); Id: 682+++


Area dell'identificazione
Forme primaria nome
Luigi Russo, La cultura a Firenze   
Area della descrizione
Storia [riepilogo sintetico di e.v.][bozza autobiografica di Luigi Russo, che proveniente da Napoli (dove vi era soltanto una specie di corte reale in cui dominava il Croce), trasferitosi a Firenze nel 1923 constatò un clima fertile e complesso di ambito non soltanto universitario ma dell'intera societas letteraria: l'idealismo della voce era già un residuo (e l'impostazione filosofica poco interessante per chi proveniva direttamente dal Croce e dal Gentile). Ma vi erano vari elementi ancora fertili: da una parte i filologi (nume maggiore Pio Rajna, ma con assai insigni eguali insigni maestri, quali il Comparetti, Vitelli, Barbi, Giorgio Pasquali, Ettore Bignone, Luigi Foscolo Benedetto, Mario Casella), ed in altro canto Ugo Ojetti (a capo delle varie masnade di scrittori, di giornalisti e di artisti, che «organizzavano mostre e camorre di premi, ma sempre dopo aver ascoltato il capintesta»; e relativamente al «Pegaso» e poi al «Pan», frutto delle fatiche dei due capi-redattori, Pancrazi e De Robertis, sottostanti al nome di Ojetti); quartiere a parte quello dei leopoldini (con un padiglione per Giovanni Papini, ma in generale l'impostazione Guelfa, che aveva prodotto varie esperienze prima della guerra, si era ridotta al solo «Bargello»), la facoltà di via del Parione il cui preside era Ernesto Codignola, le Giubbe Rosse (direttamente frequentate poco anche per tirchieria, ma indirettamente incrociate, anche per il buon rapporto con Eugenio Montale); e le visite assidue del Croce a Firenze che cominciarono in quegli anni, e per cui Luigi Russo si fece tramite a dolcificare i rapporti fra Croce e Francesco De Sarlo ed a far visita al Lyceum organizzato brillantemente da Jolanda De Blasi. Ma solo dopo il 1930 Luigi Russo trovò la compagniapiù consentanea, quella capeggiata da Piero Calamandrei e di cui fu pars magna Nello Rosselli. Firenze ha avuto a giusta ragione ruolo centrale per l'intera Italia, e difficilmente lo perderà: si prenda ad esempio l'iniziativa del Gabinetto Vieusseux, dovuta ad Ugo Castelnuovo, a Cesare Luporini e a Francesco Calasso; ma si giunga anche alla Casa della Cultura, quella propugnata da ambito marxista o meglio democratico-progressivo del «Nuovo Corriere»]


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