Area dell'identificazioneForme primaria nome | [nota di e.v. sulle ultime annate di «Mondo Operaio» quale Organo del Partito Socialista Italiano] appuntare una rivista detenendone soltanto le annate che corrispondono alla fine del suo ciclo quale organo del Partito Socialista Italiano, rischia di espormi a quella sorta di qualunquismo con cui si rischierebbe di equiparare con medesima bolla il progetto di autonomia a cui Nenni ritorna un po' alla volta dalla metà degli anni cinquanta, in una competizione ma ancora collaborazione nel movimento operaio e democratico, con la sua liquidazione che, fallito il progetto democratico degli anni '70, fallita anche la pianificazione sindacale, apriva a personalità meno organiche - ma ancora nella direzione di Federico Coen verso «Mondo Operaio», avutasi fra il 1973 ed il 1985, afferibili a consolidata tradizione più o meno egualitaristica, ed inoltre complementata da una massiva presenza sindacale -, collazionò sincretisticamente le più disparate ideologie subordinandole alla funzione di compatibilità con le grandi trasformazioni del momento, sorrette da una soluzione finanziaria che dando fondo alle riserve consumabili e dunque privandone i posteri, rinunciava ai problemi della post-industrializzazione sempre più assumendo i caratteri di mondo post-operaista; [segue] | | | | | |
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Area della descrizioneStoria | già il primo articolo di cui disponiamo può rendere idea della maturazione di quasi un decennio di garofanizzazione, che qui raggiunge già una nuova fase, non più soltanto inclusiva della tradizione social-liberale (già incluse nei canoni ciellenistici, comprensive delle maturazioni che volenti o nolenti il socialismo liberale dovette compiere, constatando che il liberalismo in crisi, dopo la guerra, aveva optato per il fascismo, per cui si vedano non soltanto Gobetti, ma anche i Rosselli, giungendo infine al patto d'unità d'azione che recuperava la necessità di quell'azione mazziniana, la cui assenza aveva portato alla crisi del primo risorgimento, od anche un Emilio Lussu rimasto piuttosto anticomunista ma intellettuale lucido che ha in altro modo espiato le proprie convinzioni contro il potere: ma che c'entrano quei martiri, che si sarebbero opposti anche la Thatcher, con l'epicureismo craxiano?), ma oppositiva al marxismo ivi compreso quello della seconda internazionale (che viene citata quasi come macchinazione dell'SPD tedesca - sono omessi Antonio Labriola, Andrea Costa, o meno personisticamente la costruzione della coscienza di classe mediante le lotte operaie per i diritti che esulavano dall'interesse dell'individuo per una generalizzazione verso tutti i lavoratori -, ma, incredibilmente, dopo che le sue sinistre estremiste l'avevano azzoppata un decennio prima, volendo sottrarvi la tradizione turatiana - confonde forse con il socialismo alla De Amicis di Bissolati? -, che da radicale - ma tutt'altro che anarchica -, si avvicinò al marxismo, ma che Pellicani vuole allontanare da esso per provare un'appropiazione indebita, fare propria quell'esperienza per ricollocarlo in una tradizione che lo stesso materialismo fracese con cui Pellicani vorrebbe avallare la propria revisione, porrebbe alla destra di Danton) |
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