→ modalità contesto
modalità contenuto
INVENTARICATALOGHIMULTIMEDIALIANALITICITHESAURIMULTI
guida generale
CERCA

Modal. in atto: CORPUS OGGETTOdisattiva filtro SMOG

Legenda
Nodo superiore Corpus autorizzato

Nodo relativo all'oggetto istanziato

NB: le impostazioni di visualizzazione modificabili nel pannello di preferenze utente hanno determinato un albero che comprende, limitatamente alle prime 100 relazioni, esclusivamente i nodi direttamente ascendenti ed eventuali nodi discendenti più prossimi. Click su + per l'intero contenuto di un nodo.

ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

tipologia: Analitici; Id: 1549954


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Maurizio Ferrara, Nuovo clima operaio
Responsabilità
Maurizio Ferrara+++
  • Ferrara, Maurizio ; ente ; ente
  autore+++    
Rubrica od altra struttura ricorsiva
Editoriale [Rinascita] {Editoriale [Rinascita]}+++  
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
Chi ha avuto la fortuna di seguire da vicino non solo lo svilupparsi e il crescere delle lotte operaie ma il loro maturare politico e sociale, ha potuto guardare con emozione, ma senza sorpresa, alla straordinaria manifestazione dei centomila metalmeccanici tenutasi a Roma. Dopo le grandi giornate di Torino, Milano, Bologna, Genova, anche la Capitale è stata investita direttamente. Ed è stata una scelta giusta quella dei sindacati. Roma non è una città in cui l’impronta operaia sia marcata: al contrario, a Roma le classi dirigenti hanno sempre cercato di tenere la popolazione operaia « fuori porta ». E ciò non tanto per impedire — come affermò a suo tempo uno dei più nocivi sindaci che Roma abbia avuto, il democristiano Rebecchini — che gli intatti cieli dell’Urbe venissero profanati dal fumo delle ciminiere, ma per vietare al pur rilevante sviluppo industriale che ha toccato anche la Capitale di esercitare un peso politico e sociale sulla vita e il costume di una città la cui sacertà dovrebbe continuare a identificarsi in immobilità e rifiuto ostile del nuovo.
Forse l’accostamento è ardito: ma a noi sembra che una stessa logica abbia presieduto tanto all’invio dei carabinieri all’Università di Roma per cacciarne come delinquenti gli attori americani del Living quanto al tentativo (clamorosamente fallito) di fare il vuoto attorno ai centomila operai metalmeccanici. Il vuoto che le autorità e i giornali fascisti e di destra volevano creare non si è fatto a Roma attorno agli operai e ai sindacati, ma attorno a quei gruppi fascisti
di cui ci si è soliti servire, come minaccia o alibi, quando si vuole impedire che anche nella Capitale — si tratti del Vietnam o si tratti delle lotte operaie — il sentimento popolare emerga e si imponga come fatto politico. Pochi sono stati i romani che, intimiditi dalle lugubri profezie ufficiose del Messaggero, non sono usciti di casa in quel giorno presagito come apocalittico. E a migliaia, invece, sono stati i commercianti che con la mano pronta ad abbassare le saracinesche dei loro negozi per ripararli dall’ondata « barbarica », si sono fatti invece sulla porta aperta a guardare finalmente in faccia, e molti certo per la prima volta, questa famosa classe operaia del Nord e del Sud. Dopo Torino, Milano e Genova, anche a Roma, dunque, gli operai metalmeccanici hanno detto la loro, isolando con la loro immensa forza e autorità ogni tentativo di diversione, ogni speranza di provocazione, rompendo il clima di allarme e sospetto e imponendo il loro clima; un clima di unità, di decisione, di buon diritto a vivere non già come rotelle fungibili ma come principale e insostituibile congegno di un ingranaggio produttivo, di cui gli operai sono i protagonisti e del quale vogliono che muti il segno sociale e politico.
E’ stato questo clima che aveva determinato nei mesi scorsi, anche nel contrasto con tendenze esasperate, la crescita e l’approfondimento del moto di autunno. E’ stato in forza di questo clima, voluto dagli operai e voluto dal sindacato che ha saputo profondamente rinnovarsi nel corso della lotta, che la dimensione della protesta, anche quando rivestiva caratteri di spontaneità, si è fortificata ed estesa con l’organizzazione.
E’ stato in virtù di questo clima nuovo, ben rappresentato dalla politica del sindacato, che — talora per la prima volta — il sindacato stesso è entrato in fabbriche dove non esisteva neppure la commissione interna o è rientrato in fabbriche dove era stato cacciato o ridotto a pura rappresentanza formale, senza poteri.
Sono o no fatti politici questi? Sono o no fatti politici la nascita delle assemblee, dei consigli di reparto, dei consigli dei delegati di linea, dei comitati unitari? Di fronte ai primi seri approdi dell’unità sindacale, certe distinzioni forzate tra sfera politica e sfera sindacale appaiono talora schematiche, modi talvolta arretrati di concepire in forma immobile la pur esistente e giusta distinzione tra ciò che è sindacale e ciò che è politico. Le lotte di questo autunno dimostrano che, nelle condizioni del processo di trasformazione così come si sviluppa in Italia, ogni fatto che sul piano dell’organizzazione e dell’indirizzo rinnovatore aggreghi e sposti forze nuove, è in se un elemento squisitamente politico, predestinato a incidere positivamente sulla crescita e sulla maturazione politica della lotta sindacale e dello scontro di classe. E’ questo nesso, apparso con chiarezza in questi mesi, che qualifica l’autunno italiano rispetto, ad esempio, al maggio francese. Non è il carattere « esplosivo » (o « detonante ») che qualifica un movimento di massa, ma la sua capacità di durare e lasciare tracce indelebili e profonde: segnalando così l’idoneità del movimento a rappresentare in modo continuativo quel bisogno essenziale di rompere per ricomporre a un livello superiore, sempre più elevato, fino a proporre, come ineluttabile, il problema di uno sbocco politico che unifichi le spinte dal basso, le rappresenti di fronte a tutta la società e le imponga al livello della linea generale degli orientamenti di governo. Fuori da questo possibile sviluppo qualsiasi ondata, per quanto potente, trova il suo riflusso.
Questo è il punto sul quale occorre concentrare oggi tutta l’attenzione, nella fase di stretta dell’autunno che già sfiora le soglie dell’inverno.
Punti a favore nella battaglia tra classe operaia e padronato si sono già avuti. Gli esiti contrattuali della lotta degli edili e della Pirelli — e le prospettive in corso di una soluzione con l’Intersind per i metalmeccariici — sono approdi non indifferenti per vasti settori operai. Inoltre, va notata una consapevolezza nuova: è chiaro agli operai, infatti, che nelle condizioni del movimento, ogni firma di contratto è un punto di vantaggio per la prosecuzione della lotta, dentro e fuori la fabbrica, sia per l’applicazione degli accordi sia per il lancio di nuovi motivi di conquista: casa, salute, tasse. Il nesso tra battaglie contrattuali e battaglie sociali e politiche per porre problemi di riforma di struttura, non è artificioso, l’imponenza dello sciopero generale del 19 novembre non sarebbe stata tale se dentro lo sciopero per la casa non avesse circolato la spinta organizzata della battaglia contrattuale. E la complessa e anche altolocata provocazione politica seguita ai fatti di Milano, non avrebbe trovato l’argine potente che ha trovato se accanto ai momenti nuovi dell’unità sindacale non fossero cresciuti durante le lotte nuovi elementi di unità anche sul piano politico. Basta ricordare, a questo proposito, le nuove maggioranze formatesi attorno alle rivendicazioni operaie in molti comuni come Milano, Torino, Venezia.
Sull'onda delle battaglie autunnali, dunque, anche i temi reali di una stretta politica maturano. E la maturazione non può avvenire sotto segni ambigui di combinazioni al vertice, ma sotto il segno di una sempre maggiore combattività delle masse per imporre, contro ogni riflusso moderato, una svolta nell’orientamento generale della politica di governo. Spostare a sinistra l’orientamento di governo non è un problema risolvibile in chiave di formule, e, tantomeno, di formule che, in un modo o nell’altro, ripropongano una rispolveratura del centro-sinistra.
Il problema è di svolta, e di svolta radicale, da qualificare in programmi, scelte, indirizzi. E’ da questi che bisogna partire, se si vuole interpretare non velleitariamente una spinta che, tra le altre rivendicazioni, chiede garanzie politiche contro le « vendette del sistema », sempre in grado, se non si realizza un intervento politico deciso, di agire per riprendersi ciò che ha perduto con la lotta.
Fuori da questa tematica — che solleva questioni di riforme profonde di struttura come è stato sottolineato sia da Luigi Longo su queste colonne sia nella recente sessione del Comitato centrale comunista — non vi è sbocco politico che possa prevedersi come positivo. Vi è solo il pericolo di concedere spazio e fiato al rilancio moderato della linea PSU-destre, tutto rivolto a creare le condizioni per tradire e svuotare i successi e le legittime ambizioni della classe operaia, delle masse contadine, di tutti i ceti produttivi. La forza, l’autorità e la responsabilità dei protagonisti dell’autunno si sono imposte a tutti, hanno dato chiara prova di saper esprimere molto di più che la protesta velleitaria, l’estremismo massimalista o il « tanto peggio tanto meglio » di cui parlano gli « esperti » di certi giornali. Dunque lo spazio per nuove fasi e nuovi sviluppi delle lotte sociali è largo: esso si apre sull’arco dei prossimi mesi di inverno, per proporre, e per imporre, la sconfitta della resistenza padronale e del rilancio moderato e l’avvio a un nuovo orientamento a sinistra dell’indirizzo della politica di governo.
 


(0)
(0)






in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32761+++
+MAP IN RIQUADRO ANTEPRIMA


Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1969 Mese: 12 Giorno: 5
Numero 48
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 12 - 5 - numero 48


(0)
(0)










MODULO MEDIAPLAYER: ENTITA' MULTIMEDIALI ED ANALITICI





Modalità in atto filtro S.M.O.G+: CORPUS OGGETTO

visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP)




Interfaccia kSQL

passa a modalità Interfaccia kSQL