Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: [didascalia p. 16: (da un pieghevole della Federazione del PCI di Bologna)] D. Qual è, a tuo avviso, il legame fra il movimento di lotte in corso in tutta la regione e la prospettiva di una nuova maggioranza in Emilia-Romagna? R. La Conferenza regionale, che stiamo preparando è chiamata a verificare il punto a cui è giunto, in Emilia-Romagna, il processo di formazione di una nuova maggioranza delle forze politiche e sociali che da molti anni rappresenta uno degli assi fondamentali dell'attività del nostro partito. Lo sviluppo del movimento di lotta, con gli immediati riflessi politici che ha esercitato nei confronti di tutti i partiti legati alle masse, ha accelerato una chiarificazione all’interno dei partiti stessi e contemporaneamente ha contribuito e contribuisce a far cadere ogni possibile equivoco sul carattere « verticistico » delle convergenze e delle collaborazioni unitarie che caratterizzano la situazione emiliana. Questo spiega la preoccupazione delle forze della destra emiliana, e in particolare dei dirigenti nazionali della DC, di cui si fa portavoce la stampa padronale, di fronte alle esplicite e impegnative dichiarazioni che, in vista dell’attuazione della Regione, hanno reso qualificati esponenti emiliani del partito socialista e dello stesso partito democristiano. La loro presa di posizione è stata assai netta sulla possibilità e necessità di un impegno comune delle principali forze politiche per assicurare l'attuazione di una Regione che sia strumento di innovazione della struttura dello Stato e di effettivo potere democratico delle classi lavoratrici. Quello che da alcune parti non si vuole capire, o si finge di non capire, è che ci troviamo di fronte a un processo politico che avanza saldamente ancorato a una realtà sociale in profondo movimento. E' lo sviluppo di questo processo politico che il nostro partito ha saputo individuare e favorire con particolare efficacia nel corso della lotta condotta contro il centro-sinistra, riuscendo a farne diventare componenti essenziali l'iniziativa e il ruolo dirigente della classe operaia e dei lavoratori. D. Nelle attuali condizioni della lotta politica è sociale, come si pone in Emilia-Romagna il problema dei contenuti programmatici di una nuova maggioranza? R. Il discorso dei contenuti programmatici è anch’esso maturato nel corso di una continua tensione ideale e politica nella quale, in stretto e continuo collegamento con i problemi reali delle masse, si sono dovute misurare le forze politiche, trovando nella ricca articolazione sociale e civile della realtà emiliana (sindacati, cooperative, organizzazioni dei ceti medi della città e della campagna) e negli istituti rappresentativi democratici (Comuni e Province) i punti di permanente e giornaliero confronto. Dal carattere di massa di questo impegno e di questo confronto scaturisce la ricerca — tipicamente emiliana — di dare un contenuto concreto a quegli indirizzi generali di riforma economica e sociale e di trasformazione della società su cui si deve basare la nuova maggioranza. D. Qual è il ruolo dei comunisti e delle forze politiche della sinistra oggi nella Regione? R. L'ampia articolazione democratica della nostra società civile, e la presenza dirigente in essa dei comunisti, impone ogni giorno e su ogni problema la necessità di operare continue scelte che incidono profondamente nella vita delle città, dei paesi, e il continuo travaglio del partito — che solamente a un osservatore superficiale può apparire placidamente occupato ad amministrare la sua grande forza — è stato quello di evitare le scelte fini a se stesse, e quindi di cadere in un municipalismo di tipo riformistico, o in uno sterile tatticismo o giuoco di potere. La costruzione di un più avanzato rapporto fra le forze della sinistra è stata quindi strettamente collegata alla loro capacità di essere gli interpreti, sul piano politico, di una esigenza che si fa sempre più forte nella società emiliana: la convinzione, cioè, profondamente radicata nella coscienza degli operai, dei contadini e dei ceti medi di essere i diretti protagonisti della necessaria trasformazione della società e dello Stato italiano, quale unica condizione per dare una soluzione effettiva alle loro aspirazioni ad una vita più umana, più giusta e più libera. E non è un caso che i momenti più significativi di questa capacità delle forze della sinistra emiliana — comuniste, socialiste e cattoliche — siano stati segnati dalla invenzione di nuove forme di partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica. D. In che senso la Regione potrà influire sulla più generale avanzata democratica del paese? R. Il momento dell’attuazione della Regione rappresenterà un decisivo banco di prova al quale sono chiamate le forze politiche per dare organico e coerente sviluppo alla realtà emiliana e per dare allo stesso tempo una risposta positiva e di valore nazionale a chi oggi contesta la funzione dei partiti politici nell’assicurare una effettiva direzione della società. Certo all’interno di alcuni partiti la lotta sarà durissima, in particolare nella Democrazia cristiana dove questi orientamenti non potranno trovare cittadinanza senza uno scontro aspro, che porti a una vera e propria trasformazione dello stesso partito. Problemi diversi ma ugualmente impegnativi attendono anche il nostro partito, la cui soluzione investe anche gli organi dirigenti centrali. Si tratta per noi di sviluppare ulteriormente la nostra democrazia interna potenziando tutte le organizzazioni periferiche e decentrate per ottenere un legame sempre più largo con le masse. A questa azione deve unirsi una capacità di direzione a livello regionale che assicuri una efficace unità politica senza nulla togliere alle autonome responsabilità delle organizzazioni provinciali. | |
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