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tipologia: Analitici; Id: 1549950


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Emilia Romagna 1970. Ruolo e alleanze della classe operaia [sopratitolo: Verso la 3a conferenza regionale del PCI], Cronologia, Le lotte operaie
Responsabilità
Ciro Soglia+++
  • Soglia, Ciro
  curatore+++    
Remiglio Barbieri+++
  • Barbieri, Remigio
  curatore+++    
Rubrica od altra struttura ricorsiva
[speciale, Rinascita] Emilia - Romagna {[speciale, Rinascita] Emilia - Romagna}+++  
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
[corsivetto]
« L'autunno caldo » in Emilia - Romagna presenta, come nel resto del paese, un movimento articolato di lotta caratterizzato dall'unità sindacale e da una larghissima (totale si può dire) partecipazione dei lavoratori. Il fatto nuovo, rilevante, è l'adesione massiccia agli scioperi dei tecnici e degli impiegati nelle piccole come nelle medie e grandi aziende. Significativo è anche il vasto movimento di solidarietà che è stato stimolato e appoggiato dalle amministrazioni di sinistra, dal movimento cooperativo e dalle organizzazioni della società civile. Nel corso dell'« autunno caldo » si è esteso il collegamento e l'incontro tra gli operai e gli studenti. La ripresa dell’agitazione negli istituti medi ha registrato una saldatura nella lotta tra giovani studenti e operai di singoli complessi. Scambi di esperienze ed incontri si sono avuti in alcune fabbriche e in qualche istituto.
E' andata delusa la aspettativa della stampa borghese e del Resto del Carlino in particolare che aveva azzardato due previsioni niente affatto verificate. Si sperava, da una parte, che il frazionamento delle aziende, la mancanza, cioè, di grosse concentrazioni operaie, assolvesse ad un'azione frenante creando così zone vuote, sacche di riflusso nel generale schieramento di lotta. La massa d'urto è invece risultata compatta pure nella sua eterogenea composizione. In secondo luogo, fin dalle prime avvisaglie, la stampa dei padroni ha soffiato sulla violenza, la rissa, lo scontro per giustificare la sua richiesta di un intervento autoritario e repressivo.
La responsabile conduzione della lotta, la maturità, la coscienza e la fermezza del fronte operaio ha vanificato anche questa capziosa raffigurazione dell'autunno caldo. Consistente l'adesione degli artigiani ai motivi di riforma che il movimento delle lotte operaie propongono.
Presentiamo ora un quadro cronologico e settoriale, provincia per provincia, del fronte di lotta operaio nella regione negli ultimi mesi.
Nella panoramica non figurano le lotte bracciantili e contadine, che meritano un più disteso discorso, le agitazioni dei dipendenti pubblici, dei lavoratori delle municipalizzate e del commercio.
[tondo]
Bologna
1 settembre: riapre la Lamborghini auto: le interruzioni del lavoro aumentano a sei al giorno rispetto alle quattro preferie.
3 settembre: al calzaturificio Buccheri vengono presentate rivendicazioni per la contrattazione dei ritmi e dell’organico. Sciopero alla Pontex di Ozzano Emilia.
4 settembre: lo scontro contrattuale è iniziato, dichiarano in un comunicato congiunto FIOM, FIM e UILM bolognesi; l’appello è diffuso nelle fabbriche.
5 settembre: le maestranze della Castellini battono il tam-tam allineate sul muro di cinta.
6 settembre: le segreterie FIOM, FIM e UILM convocano le assemblee di zona dei lavoratori per lo sviluppo delle lotte e per bloccare le iniziative anti-operaie che si manifestano in diverse fabbriche.
11 settembre: primo sciopero contrattuale dei metalmeccanici: nel Bolognese le astensioni sono del 97 per cento fra gli operai, del 70 per cento fra gli impiegati.
Sciopero al 95 per cento nei grandi magazzini Omnia (230 commesse).
12 settembre: vittoria alla Lamborghini auto: il diritto di assemblea in orario di lavoro, aumenti di salario, contrattazione delle qualifiche e dell’ambiente di lavoro. Terzo sciopero all'Omnia.
13 settembre: entrano in lotta gli edili, con uno sciopero al 98 per cento. Alla Sirmac due impiegate vengono colpite dalla rappresaglia padronale.
15 settembre: inizia alla Amf-Sasib la lotta articolata; durante una sospensione di lavoro sono eletti i delegati di reparto ed il comitato di agitazione. Alla Germanvox di Toscanella si reagisce con lo sciopero alla sospensione di quattro attivisti sindacali.
16 settembre: elezione dei comitati unitari sindacali di azienda nelle fabbriche Calzoni, GD, Ducati Elettrotecnica. Primo sciopero dei chimici e farmaceutici al 100 per cento.
17 settembre: decine di migliaia di metal-meccanici, edili e chimici in lotta. Si registra una prima importante adesione generale degli impiegati.
23 settembre: assemblea unitaria con i segretari provinciali FIOM, FIM ed UILM alla Cogne di Imola. Alla Sirmac il padrone reagisce all’azione sindacale togliendo la mensa agli operai «pendolari » e immigrati ospiti del pensionato di fabbrica.
24 settembre: accordi conquistati alla Pontex (100 ore di sciopero) e alla Omnia (108 ore di sciopero).
25 settembre: prima di tre giornate di sciopero (al 97 per cento) degli edili; non senza vivaci discussioni partecipano anche i cottimisti dei grandi cantieri della Barca e del Pilastro.
28 settembre: il direttivo della Federazione bolognese del PCI dedica una riunione all’analisi delle lotte operaie, sottolineando la importanza della crescente partecipazione di tecnici ed impiegati e della creazione dei comitati di base.
30 settembre: ad Imola l’attivo sindacale mette in risalto il forte sviluppo delle lotte. Il gruppo comunista in Consiglio comunale presenta una mozione di solidarietà col profondo movimento dei lavoratori.
1 ottobre: alla VIRO, come forma di rappresaglia, la direzione colpita dalla lotta articolata reagisce togliendo la corrente elettrica.
Decine di fabbriche in sciopero.
2 ottobre: tremila metalmeccanici in corteo nel quartiere Bolognina. Cortei anche a Rastignano, Zola Predosa, Cadriano.
3 ottobre: delegazione di operai della VIRO si incontra col sindaco comunista di Zola, Marta Murotti, e denuncia le rappresaglie padronali. Scioperi articolati in decine di aziende.
6 ottobre: le maestranze della Cam-Martelli espellono dalla sala dell’assemblea il padrone che tenta di creare elementi di confusione. Alla VIRO un nutrito gruppo di operai attua una manifestazione nella palazzina direzionale. Il Consiglio generale della CISL ribadisce la « piena validità degli obiettivi di fondo del movimento rivendicativo ».
7 ottobre: migliaia di metalmeccanici in corteo da Borgo Panigaie a S. Viola; al termine duecento operai vanno in delegazione negli uffici della Ducati Elettrotecnica.
9 ottobre: FIOM, FIM ed UILM denunciano congiuntamente la montatura da parte dell’Assindustriali di « una campagna artificiosa di presunte illegalità». Alla Buccheri viene emesso un comunicato secondo cui chi sciopera deve annunciarlo per iscritto alla direzione il giorno prima; le maestranze rispondono con una manifestazione nelle vie del quartiere.
10 ottobre: ventimila metalmeccanici convergono in centro e partecipano in piazza Maggiore al comizio unitario; parlano Sighinolfi della CCdL e Benvenuto segretario della UILM. 11 ottobre: il compagno Pietro Ingrao rinnova a migliaia di lavoratori e cittadini, in piazza Maggiore, il solidale appoggio del PCI alle lotte. Le segreterie CCdL, CISL ed UIL annunciano lo sciopero generale per il 21 ottobre contro il rincaro dei canoni di affitto.
13 ottobre: alla Cogne di Imola sciopero contro il licenziamento di un giovane operaio. Una ventina di fabbriche investite dalla lotta articolata.
16 ottobre: lo sciopero contro il caro-affitti è esteso all’intera regione. Il sindaco comunista di Imola, Ruggi, sollecita la presidenza della società nazionale Co­ gne ad intervenire contro il licenziamento del giovane operaio; lo sciopero è di 36 ore.
17 ottobre: manifestazioni e scioperi dei metalmeccanici in quartieri e comuni. Solidarietà con le categorie in lotta del Consiglio di quartiere Bolognina, del PCI, PSIUP e PSI di Vergato, del Consiglio comunale di Crespellano. Al calzaturificio Buccheri, dove sono già state effettuate 150 ore di sciopero, il padrone minaccia la serrata.
20 ottobre: i dirigenti sindacali vengono « portati » dai lavoratori dentro le fabbriche Menarmi, Donini, Samp-Macchine per tenervi assemblee. Il Comitato federale del PCI dedica una riunione ai problemi ed alla realtà del movimento di lotta.
Trentatre architetti ed ingegneri liberi professionisti firmano l’adesione allo sciopero contro il caro-affitti e per una nuova politica urbanistica. Serrata alla Buccheri.
21 ottobre: cinquantamila in piazza Maggiore alla manifestazione per la casa.
24 ottobre: a Porretta Terme, dopo anni di stasi, manifestazione nelle vie delle maestranze della DEMM, diretta dal neo-presidente dell’Associazione degli industriali, dott. Franco Vono.
27 ottobre: i direttivi FIOM, FIM ed UILM denunciano la disinformazione della RAI-TV e la campagna denigratoria della stampa borghese. Il sindaco comunista di Zola segnala al prefetto al grave tensione esistente alla VIRO per le provocatorie azioni padronali.
28 ottobre: FIOM, FIM ed UILM prendono posizione contro il preoccupante crescendo delle manovre poliziesche davanti alle fabbriche. A Loiano il padrone dello stabilimento Baldini affronta con rivoltella alla mano il picchetto operaio; viene denunciato alla magistratura. Alla Metalcastelli un caporeparto minaccia gli operai con una spranga di ferro.
3 novembre: FIOM, FIM ed UILM esprimono un giudizio positivo sull’andamento delle lotte ed annunciano la proclamazione di ulteriori 12 ore di sciopero nelle aziende non ancora investite dall’azione articolata.
7 novembre: duecento operai della Ducati Elettrotecnica vengono minacciati di sospensione per rappresaglia contro scioperi articolati.
Il Consiglio comunale dì Bologna deplora la serrata del calzaturificio Buccheri.
9 novembre: assemblea degli operai comunisti all’autostazione per l’arricchimento dell’apporto alle lotte.
11 novembre: duemila studenti degli istituti professionali si incontrano con gli operai dello stabilimento ACMA per discutere i problemi della posizione del tecnico nella fabbrica moderna, della dequalificazione e della qualificazione. Un incontro fra una rappresentanza studentesca si era svolta alcuni giorni prima con operai della Sabiem a S. Viola.
12 novembre: diecimila metalmeccanici in sciopero « assediano » la sede dell’Associazione degli industriali nel corso di un’assemblea pubblica.
13 novembre: il Consigilo comunale adotta a grande maggioranza (contrari liberali e missini) misure in appoggio ai lavoratori in lotta. Analoghi provvedimenti sono adottati ad Imola.
Modena
18 marzo: occupato il salumificio Giberti e Borelli di Carpi (80 operai) per ottenere finanziamenti pubblici dopo la serrata. Attualmente si è formato un consorzio di produttori agricoli per il proseguimento della attività.
27 giugno: inizia la lotta alla FIAT per vertenze aziendali riguardanti i passaggi di qualifica, gli aumenti salariali, la estensione del premio di merito e la elezione dei delegati di linea e di reparto. La lotta interessa 1.825 operai.
26 agosto: sciopero alla FIAT per la vertenza aziendale. In un primo tempo vengono fatte due ore consecutive di sciopero per ogni turno in seguito alternate. L’adesione è di circa il 98 per cento. Durante gli scioperi si svolgono assemblee.
1 settembre: manifestazione degli operai della FIAT per la vertenza aziendale. Delegazioni si recano in Municipio, all’Amministrazione provinciale, alla Prefettura, all’Arcivescovado, all’Ufficio e all’Ispettorato del lavoro. Circa 1.500 persone partecipano al corteo.
11 settembre: inizio degli scioperi dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto nazionale. Interessati circa diecimila operai.
12 settembre: sciopero degli edili per il contratto nazionale.
17 settembre: sciopero metalmeccanici per il contratto nazionale. Manifestazione degli edili in piazza Grande. Alcune centinaia di persone hanno ascoltato il segretario nazionale di categoria della UIL.
23 settembre: manifestazione dei metalmeccanici per il contratto nazionale. Circa duemila persone al corteo e al comizio del segretario nazionale della FIM-CISL.
1 ottobre: manifestazione degli edili in piazza grande e dei metal­meccanici per il contratto nazionale davanti alla FIAT. I due cortei si sono poi uniti.
3 ottobre: sciopero metalmeccanici per il contratto nazionale.
13 ottobre: sciopero metallurgici per il contratto nazionale.
17 ottobre: sciopero dei metallurgici con manifestazione per il contratto nazionale. Migliaia di lavoratori si sono radunati al comizio di Benvenuto, segretario nazionale della UILM.
21 ottobre: sciopero dei metalmeccanici per il contratto nazionale.
24 ottobre: sciopero generale per la casa con manifestazioni a Modena, Carpi, Sassuolo, Mirandola e Pavullo. Hanno scioperato anche gli studenti, gli esercenti e gli artigiani.
30 ottobre: sciopero dei metallurgici per il contratto nazionale. Nello stesso periodo si sono avuti gli scioperi dei chimici, dei fornaciai, del personale dei bar e degli esercizi pubblici, nell’ambito degli scioperi nazionali di categoria.
Parma
16 febbraio: primo corteo degli operai della Salamini occupata da due giorni per le vie della città (sfilate e manifestazioni si susseguiranno un po’ tutti i giorni). 22 febbraio: viene eretta in piazza Garibaldi una tenda dove si raccolgono (con firme e mozioni) adesioni popolari alla lotta.
28 febbraio: una delegazione del Comitato cittadino (sindaco, presidente della provincia, dirigenti sindacali, rappresentanti delle maestranze), si incontra a Roma con il ministro delle Partecipazioni Statali che si dichiara contrario ad un intervento diretto, di carattere pubblico, ma si mostra disposto a favorire la rilevazione della azienda da parte di qualche privato, agevolando l’operazione con lo stanziamento di due miliardi.
5 marzo: i metalmeccanici di Parma scioperano per tre ore in difesa della Salamini. Gli operai della Salamini effettuano blocchi stradali sulla via Emilia. E’ bloccata per due ore, al mattino, la ferrovia Bologna-Milano.
17 marzo: si riunisce in fabbrica il consiglio comunale: sono presenti i gruppi PCI, PSI e DC. Da parte del governo non si assume alcuna posizione. Una visita del ministro Preti a Parma non porta a valide conclusioni. Il solo fatto concreto è l'arrivo in città di forze speciali di polizia.
22 marzo: i lavoratori della Salamini occupano le sedi del PSI e della DC, come partiti componenti la maggioranza governativa.
27 marzo: si riunisce nuovamente il Comitato cittadino dove DC, PCI, PLI, PRI, PSI, PSIUP « riaffermano » — in un documento comune — « la urgente necessità dell'intervento del governo per il tramite dei ministri del Bilancio e della Programmazione, delle Partecipazioni Statali, della Industria, per garantire la piena e immediata ripresa produttiva dell'azienda».
11 aprile: Parma scede in sciopero unitario provinciale per la difesa della Salamini e l'occupazione, sciopero che ha una adesione pressoché totale. Seguono altre fasi della lotta (occupazione della Camera di commercio, interventi presso i partiti) per ottenere un diretto incontro tra il Comitato cittadino e i ministri competenti.
25 maggio: una delegazione di operai della Salamini manifesta a Bologna dinanzi al presidente del Consiglio Rumor il quale dimostra di non essere per nulla al corrente della situazione dell’azienda.
Si scatena contro i lavoratori una azione repressiva: la polizia carica durante la partenza da Parma di una tappa del Giro d'Italia (era in corso una manifestazione pacifica per la salvezza dell'azienda ). Con le successive lotte generali di categoria per i rinnovi contrattuali, contro il caro vita e per una nuova politica economica, la mobilitazione popolare per la Salamini ha ricevuto nuovo impulso. La lotta è tuttora in corso.
Piacenza
Le lotte operaie nel Piacentino nei mesi di agosto, settembre e ottobre si possono così sintetizzare: metalmeccanici: 14 giorni di sciopero per 4.000 dipendenti; edili: 10 giorni di sciopero per 7.000 dipendenti; cementieri: 10 giorni di sciopero per 800 dipendenti; laterizi- ni: 10 giorni di sciopero per 600 dipendenti; ma­ nufatti in cemento: 12 giorni di sciopero per 250 dipendenti.
Luglio: grosso sciopero alla De Rica di San Giorgio nel corso di una lotta che ha poi determinato la stipula del nuovo contratto nazionale della categoria.
I lavoratori del settore alimentare, conserve vegetali e animali (circa 3.500) da agosto a settembre hanno effettuato un totale di 115.080 ore di sciopero.
Agosto: i lavoratori del Maglifìcio piacentino sono stati in lotta per 21 giorni (12 di sciopero e 9 di occupazione) e si è svolto lo sciopero generale dell'industria con una giornata di solidarietà col Maglificio.
Ottobre: riuscito sciopero generale di tutte le categorie contro il caro-affitti e per la casa.
Reggio Emilia
Agosto: la provincia di Reggio vede in lotta le aziende del settore confezioni: sono conquistati 31 accordi che prevedono miglioramenti salariali e normativi (diritti sindacali, assemblea ecc.). I lavoratori del settore (in maggioranza) hanno effettuato 50.000 ore di sciopero. Numerosi scioperi anche nel settore ceramiche.
11 settembre: sciopero nazionale dei metal­meccanici. Nella provincia 11.000 scendono in sciopero per il contratto nazionale.
12 settembre: sciopero nazionale di 48 ore degli edili. In provincia astensioni altissime dal lavoro. 16 settembre: sciopero di 24 ore (100 per cento) alle « Reggiane » per la rottura delle trattative con l'Intersind.
17 settembre: imponente manifestazione unitaria a Reggio degli edili in occasione di un'altra giornata di lotta. Parla Zaccagnini della FILLEA-CGIL.
18 settembre: sciopero in tre aziende ceramiche.
19 settembre: sciopero di 24 ore (provinciale) dei metalmeccanici per il contratto. Astensioni al 90 per cento.
1 ottobre: sciopero di 24 ore degli edili con manifestazione a Reggio. Conclusione della vertenza (con positivi accordi) in alcune aziende ceramiche e legno. Sciopero di 24 ore alla «Superbox» (metalmeccanici) per rivendicazioni aziendali.
2 ottobre: sciopero provinciale di 24 ore dei metalmeccanici: astensioni al 90 per cento.
3 ottobre: sciopero di 24 ore alle « Reggiane ». Inizia lo sciopero di 48 ore dei dipendenti esercizi pubblici. Nuovo sciopero alla « Superbox » (650 dipendenti, azienda a capitale straniero), ed in altre minori metalmeccaniche.
9 ottobre: sciopero di 24 ore di metalmeccanici. Serrata alla ALCA di Poviglio, in lotta da dieci giorni (compensati); il padrone deve ritirare il provvedimento.
15 ottobre: sciopero laterizi, marmisti, cementieri.
17 ottobre: 24 ore di sciopero dei metalmeccanici (nazionale); in lotta anche i lavoratori delle cave di ghiaia e sabbia. Sciopero di 8 ore nelle aziende chimiche « Gianco » ed «Ilaris Gres».
18 ottobre: sciopero dei cementieri.
20 ottobre: sciopero « improvviso » in tutte le aziende metalmeccaniche di Novellara: assemblea unitaria.
22 ottobre: due grosse manifestazioni (le prime da anni) dei metalmeccanici a Guastalla e Fabbrico, in occasione dello sciopero di zona.
23 ottobre: sciopero di 48 ore degli edili e delle maestranze «GI e GI» (prefabbricati).
24 ottobre: sciopero generale provinciale contro il carovita. Ventimila lavoratori (anche commercianti, studenti) in piazza.
28 ottobre: sciopero di 24 ore degli edili (nazionale).
29 ottobre: sciopero di 24 ore alle « Reggiane ». Nel pomeriggio sospensione del lavoro in tutte le aziende metalmeccaniche (escluse quelle che già « articolano » la lotta per proprio conto). Importanti assemblee in fabbrica con la partecipazione dei sindacalisti alla « Lombardini » (mille dipendenti) e alla « Superbox ». Conquistato l’accordo nazionale alla «Thea» di Vezzano ( abbigliamento ) dopo numerosi giorni di sciopero. Ventiquattro ore di sciopero alla « Gianco» di Correggio.
30 ottobre: 24 ore di sciopero dei metalmeccanici.
6 novembre: sindacalisti partecipano ad una assemblea in fabbrica alla « Gallinari » (metalmeccanica, con diverse centinaia di lavoratori).
6-7 novembre: scioperi articolati di 8 e 4 ore nelle aziende metalmeccaniche provinciali.
Ravenna
Settembre: Ha inizio in tutta la provincia il movimento unitario delle lotte operaie nel settore dei chimici, metalmeccanici, edili, fornaciai e cementieri. In complesso entrano in lotta circa 15.000 operai. La « battaglia d’autunno» per il rinnovo dei contratti è stata preceduta da una serie di lotte aziendali che hanno impegnato i lavoratori della OMSA di Faenza e deli’Anic di Ravenna oltre ad una serie di aziende minori. Vengono stipulati alcuni contratti aziendali. I metalmeccanici hanno effettuato undici scioperi articolati provinciali oltre a quelli nazionali. Gli edili hanno ottenuto, dopo 73 ore di sciopero, un contratto il cui contenuto è stato positivamente valutato dalla categoria.
4 ottobre: manifestazione di protesta a sostegno della lotta contrattuale dei metalmeccanici, dei chimici e degli edili.
16 ottobre: manifestazione dei lavoratori metalmeccanici a Faenza a sostegno della lotta contrattuale. 12-19 novembre: si svolgono nel capoluogo una serie di manifestazioni delle varie categorie che si concludono con la giornata di sciopero generale che ha segnato un successo di partecipazione senza precedenti. Alla raffineria Sarom di Ravenna, proprietà dei petroliere Monti, lo sciopero è riuscito al cento per cento dopo ben sette anni « di silenzio ». A tutte le manifestazioni ha partecipato una percentuale altissima di giovani lavoratori e studenti. Durante le lotte il partito si è mosso in tre direzioni: « volantinaggio » davanti alle fabbriche; iniziative esterne; costruzione del partito nei posti di lavoro. A Ravenna dove è concentrato il maggiore numero di aziende si sono svolte riunioni di gruppi di operai comunisti e sono state organizzate conferenze-dibattito sulle lotte operaie e sullo statuto dei diritti dei lavoratori a Faenza e a Mezzano; a Lugo sulla casa; a Ravenna sull’azienda di Stato (Anic) in legame con i problemi dei contadini. Solidarietà ed iniziative sono state assunte dalla Lega provinciale delle cooperative; dalla amministrazione provinciale (giunta PCI-PSIUP) con atti concreti in accordo con le tre organizzazioni sindacali; così hanno fatto il comune di Lugo e quello di Alfonsine. Per iniziativa del PCI e del PSIUP anche il comune di Ravenna, nonostante le resistenze del sindaco repubblicano, ha adottato provvedimenti a favore degli operai in lotta. Significativa iniziativa del PCI di Faenza che ha portato la DC, PCI, PSI, PSIUP, PRI, PSU alla firma di un manifesto pubblico, alla richiesta della urgente convocazione straordinaria del Consiglio comunale per decidere misure a favore dei metalmeccanici faentini ed infine, alla costituzione di un comitato permanente di aiuto ai lavoratori per le lotte future.
 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32760+++
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Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1969 Mese: 11 Giorno: 28
Numero 47
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 11 - 28 - numero 47


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