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Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Mario Pacor], Gran Bretagna. Il dibattito nella sinistra sui compiti del movimento operaio nei paesi capitalistici [1) Franco Calamandrei, Il risveglio del Labour Party, 1960/11; 2) definizione della destra laburista come "compagna di strada" dei conservatori, R. Palme Dutt, in 'Labour Monthly'; 3) Crosland (uno dei 'new thinkers'), sulla capitolazione del socialismo, versi una società 'aclassness' del neo-capitalismo o "capitalismo popolare", verso l'economia mista, 'Socialist Commentary' (rivista); 4) elogio o incitamento di [3)] contro la sinistra laburista, 'Economist'; 5) elogio o incitamento di [3)] contro la sinistra laburista, 'Times'; 6) elogio o incitamento di [3)] «di rincalzo» contro la sinistra laburista, 'Observer'; 7) definizione di 'Old Left', in generale sulla «stampa borghese» britannica; 8a) Labour Monthly' (diretto da comunisti, ma che ospita spesso scritti di elementi di altre correnti); 8b) 'New Left Review' (organo della nuova autentica sinistra laburista, radicale e sostanzialmente marxista); 8c) 'New Statesman' (di centro-sinistra); 8d) 'Partisan Review' (politico-letteraria); 8e) 'Daily Worker' (quotidiano comunista); 9) R.H.S. Crossman, commento dei risultati del Congresso dell'SPD in una svolta considerata efficace rispetto alle incertezze della direzione di destra del Labour Party britannico nel tentativo di conservare i voti della parte di elettorato corrotta dalla "prosperità" e che ha rinunciato all'idea di classe e di quella tradizionale, 'New Statesman'; 10) R.H.S. Crossman, saggio dove l'autore rinnova i suoi attacchi ai revisionisti della destra del Labour Party che si vorrebbe compromettere con l' 'affluent society', ma considera il comunismo "una minaccia ai valori della democrazia" in termini non dissimili dai conservatori, ma accetta il concetto gaitskelliano della 'mixed society', e motiva la necessità di riforme socialiste per l'Occidente con l'esigenza di non soccombere nella competizione pacifica con gli Stati "totalitari" comunisti, [Socialism and the Cold War], 'Partisan Review', [Anno 27/n.4 Fall] 11) critica dell'incertezza di [9-10)] definendolo ironicamente "socialismo fiscale", criticando l'attesa di una crisi, proponendo eventuale scissione a sinistra, Harry Hanson, [Socialism and affluence], 'New Left Review', [1960/5 settembre-ottobre]; 12) [Michael] Macoby e [David] Riesman («radicali americani»), [The American crisis], «che, non ostante tutto si sono dimostrati più avanti di molti laburisti», 'New Left Review', [1960/5]; 13) Wright Mills («radicali americani»), [Letter to the New Left], «che, non ostante tutto si sono dimostrati più avanti di molti laburisti», 'New Left Review', [1960/5]; 14) affinità della sinistra laburista con i comunisti a partire dalla contrapposizione all'opposizione dei radicali che [li] definiva 'marxismo dell'èra vittoriana' [victorian marxism], in 'New Left Review', 'Labour Monthly' e 'Daily Worker']
[1)]«LA DISCUSSIONE apertasi in seno alla sinistra inglese dopo la sconfitta elettorale laburista della fine del 1959, e ravvivatasi in occasione dei recenti congressi del 'Labour Party' e delle 'Trade Unions' (vedi [1) 'Rinascita' 1960, n. 12 [sic! 11], pag. 909]]) continua a svilupparsi, affrontando oramai più o meno chiaramente, a di là della polemica contro l'offensiva revisionista della destra laburista, un comune problema di fondo: quello dell'adeguamento del movimento operaio, del movimento socialista alle nuove condizioni economiche e sociali che si manifestano nei paesi capitalistici avanzati.»
[2-6)]«La destra laburista, oramai diventata, come la definisce [2) Palm Dutt sul 'Labour Monthly'] "compagna di strada" dei conservatori, accetta il sistema capitalista, in nome del neo-capitalismo, e non pone al laburismo altro obiettivo che quello di proporre rimedi marginali, "aggiustamenti" di cui possano beneficiare le classi lavoratrici. In politica estera è decisamente "atlantica", accetta tutto, il "deterrente", le basi atomiche, la strategia nucleare, è in prima linea nella campagna antisovietica. Sulla [3) sua [?] rivista 'Socialist Commentary'] la capitolazione è teorizzata dai 'new thinkers'. Crosland vi propugna la 'aclassness', l'aclassismo, la società senza classi, quale sarebbe quella neo-capitalista o del "capitalismo popolare"; egli parla appena di un' "economia mista", di un equilibrio fra proprietà pubblica e privata, come massimo punto di arrivo, sì che l'ideale del partito laburista vi appare essere quello di un partito liberale nella tradizione anglo-sassone, o del partito democratico americano. La stampa borghese è prodiga di elogi e di incitamenti per questi nuovi paladini del sistema, che si vorrebbe trionfassero sull'opposizione di sinistra, anche a costo di una rottura. "Si teme soltanto - scrive [4) l' 'Economist'] - che la futile lotta per l'unità del partito ne renda aleatoria una reale ripresa... Alla fine il 'Labour Party' può riprendersi solo se e quando la sua ala sinistra se ne staccherà come un partito a sé e verrà schiacciata nelle elezioni...". La divisione, ha scritto [5) il 'Times'], è quasi inevitabile e, entro certi limiti e condizioni (cioè che la scissione a sinistra sia ridotta al minimo), sarebbe salutare. E [6) l' 'Observer'] di rincalzo: vale ancora la pena di tenere insieme il partito?»
[7-8)]«All'estremo opposto non mancano elementi ([7) spesso accomunati [a sinistra del corso destro del Labour Party] nella definizione di 'Old Left', la vecchia sinistra tradizionale]), legati a schemi semplicistici, a concezioni settarie e dogmatiche, che poco si rendono conto delle novità, del mutare dele condizioni della lotta, della necessità di adottare, nella fedeltà ai principi, metodi nuovi; anche se in parte adempiono a una loro funzione, con l'intransigente richiamo alla realtà della lotta di classe, alla sostanza dello sfruttamento capitalista di là del paternalismo, delle 'human relations', della 'affluent society'. Il più efficace contributo al dibattito e alla ricerca è fornito dalle forze più vive, più aperte, e appassionate del Partito comunista britannico, della sinistra laburista, dei sindacati. Oltre che nelle istanze di partito e di sindacato, il dibattito si svolge su settimanali e riviste come il [8a) 'Labour Monthly' (diretto da comunisti, ma che ospita spesso scritti di elementi di altre correnti)], la [8b) 'New Left Review' (organo della nuova autentica sinistra laburista, radicale e sostanzialmente marxista)], il [8c) 'New Statesman' (di centro-sinistra)], la [8d) 'Partisan Review' (politico-letteraria)], sul [8e) quotidiano comunista 'Daily Worker'], oltre che su altre pubblicazioni minori. Comune a [8a-e) tutti i militanti di questa sinistra variamente articolata] è la condanna di Gaitskell e del suo gruppo revisionista per l'abbandono dei principi socialisti e l'affermazione che, nel sistema bipartitico inglese, il 'Labour Party' non ha da offrirsi come più accorto amministratore della 'affluent society' capitalista, bensì con una propria alternativa socialista. Ma si tratta di posizioni varie, che vanno da una specie di centro-sinistra alla conseguenzialità rivoluzionaria dei marxisti-leninisti.»
[9-10) esemplari di ciò che è definito 7)dal non chiaro testo di Mario Pacor interpreto come provocatoria l'affermazione seguente sulla svolta a destra, sul modello SPD, per cui "se un partito socialista ha da diventare liberale, allora è bene che lo faccia completamente e francamente [...]"]«Nel commentare sul 'New Statesman' i risultati - disastrosi, per un socialista - del Congresso del partito socialdemocratico tedesco, [9) R.H.S. Crossman] faceva un po' il confronto con quanto sta facendo la direzione di destra del 'Labour Party', nel tentativo di snaturare il partito, mutarne l' "immagine", per conservarle i voti della parte di elettorato corrotta dalla "prosperità" e che ha rinunciato al'idea di classe, senza possibilmente farle perdere quelli della parte che all'idea di classe è ancora attaccata. E concludeva: "Quali che siano le mie obiezioni al mutamento di indirizzo della SPD, devo ammettere che esso è stato compiuto con coraggio e determinazione. Se un partito socialista ha da diventare liberale, allora è bene che lo faccia completamente e francamente, con il massimo di pubblicità e con l'aiuto delle moderne tecniche di persuasione. Quello che invece porta a un sicuro fallimento è il metodo di attuare un revisionismo a metà strada ed esporsi quindi all'opinione pubblica come socialisti senza convinzioni". Quanto incerte siano però ancora le sue convinzioni Crossman lo ha mostrato in un [10) saggio sull'ultimo numero della 'Partisan Review']. Egli rinnova i suoi attacchi ai revisionisti della destra, si rammarica del fatto che "gran parte dei partiti dei lavoratori in Europa hanno abbandonato il loro contenuto socialista o hanno cominciato a considerare la possibilità di abbandonarlo", afferma che il partito laburista non deve compromettersi con l' 'affluent society', ma alla fine fa proprie in parte le teorie di Galbraith; parla del comunismo come di "una minaccia ai valori della democrazia" in termini non dissimili dai conservatori; accetta sostanzialmente il concetto gaitskelliano della 'mixed society', limitandosi a propugnare una prevalenza del settore pubblico sul settore privato; afferma che l'ora del laburismo sarà quella di una profonda crisi economica che potrà manifestarsi negli anni '60 o addirittura nei '70; e motiva la necessità di riforme socialiste per l'Occidente con l'esigenza di non soccombere nella competizione pacifica con gli Stati "totalitari" comunisti.»
[11-13) esemplari di ciò che è esposto 8a-e)]«Gli ha già risposto [11) sulla 'New Left Review' Harry Hanson]. Questi ironizza su quello che egli definisce un "socialismo fiscale"; critica duramente l'attesa di una crisi, sostiene che occorre o portare tutto il partito laburista sule posizioni della sinistra o formare una nuova organizzazione politica autenticamente di sinistra, al fine di preparare una soluzione socialista all'eventuale crisi, ma anche, intanto, di battersi per il socialismo anche se dovesse durare per anni l'attuale "opulenta apatia". La 'New Left Review' ha recentemente ospitato anche scritti dei radicali americani [12) Riesman, Macoby] e [13) Wright Mills] che, non ostante tutto, si sono dimostrati più avanzati di molti laburisti. Riferendosi alle condizioni degli Stati Uniti, [12) Riesman e Macoby] hanno rilevato che alle vecchie e nuove contraddizioni il capitalismo può trovare i rimedi contingenti del keynesismo o di qualcosa di simile al 'New Deal', ma che ciò non può bastare. Essi auspicano, un 'lobbyng from below', una pressione popolare sulle 'élites' militari, industriali, politiche, senza tuttavia saper indicare quale sarebbe secondo loro la soluzione radicale e più valida ai malanni della società attuale. E' andato più avanti il [13) Wright Mils], affermando che occorre trovare "nuove teorie di cambiamenti strutturali nella nostra epoca", riconoscendo che "essere di sinistra" vuol dire essere su posiioni critiche di fronte al sistema, ma sostenendo poi che, a suo avviso, l'insistere a parlare solo della classe operaia o delle classi lavoratrici come portatrici dell'ordine nuovo sarebbe un rimanere legati a una certa "metafisica del movimento operaio", alla "eredità del marxismo dell'èra vittoriana". Per lui i portatori delle nuove teorie di cambiamenti strutturali della nostra epoca dovrebbero essere gli intellettuali, la nuova "intellighentsia" radicale. E cita a questo proposito le recenti lotte che hanno visto alla testa gli studenti, in Turchia, nella Corea del Sud, negli inizi della stessa rivoluzione cubana, a Tokio e Okinawa, nella marcia antinucleare di Aldermaston e così via.»
[14) critica a 12-13)]«Anche a queste e a simili asserzioni, del Mills e di altri, è già stato risposto, [14) sulla stessa 'New Left Review', sul 'Labour Monthly', sul 'Daily Worker']. Ed è qui che le posizioni della sinistra laburista sono affini e spesso concordi con quelle dei comunisti. Non è con il "marxismo dell'èra vittoriana" che si possono affrontare i problemi posti dall' 'affluent society', ma con il marxismo di sempre, aggiornato alle nuove condizioni, applicato non dogmaticamente, ma creativamente alle nuove realtà. Scartato il 'fair deal' della destra laburista, che si accontenta delle concessioni del moderno capitalismo, dando così una legittimazione al sistema, occorre dimostrare che la "prosperità" è limitata a singole zone e categorie, mentre sussiste per tante altre zone e categorie la frustrazione di sempre, che sotto il nuovo volto quasi benevolo di una parte del capitalismo c'è la realtà di sempre dello sfruttamento, che se una volta occorreva lottare per il pane, per le otto ore di avoro, per sopravvivere, oggi occorre lottare per qualcosa di più a cui si ha diritto, anche la casa e l'automobile e la villeggiatura, le 30-35 ore settimanali senza riduzione di salario, la sicurezza del lavoro non ostante l'automazione, un maggior rispetto della dignità del lavoratore. La vecchia coscienza di classe ha da essere sviluppata in una nuova coscienza di classe, conforme alle condizioni della seconda rivoluzione industriale con le sue innovazioni tecnologiche e sociali, una coscienza dell'interesse comune alle più svariate categorie di lavoratori non solo manuali ma anche dei ceti medi e intellettuali, nella lotta contro un nemico comune, che ne limita le affermazioni sul piano spirituale e su quello materiale, e che è rappresentato dai grandi monopoli.»
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Titolo | Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Mario Pacor], Gran Bretagna. [sottotitolo: Il dibattito nella sinistra sui compiti del movimento operaio nei paesi capitalistici][e.v., s.: 1) Franco Calamandrei, Il risveglio del Labour Party, 1960/11; 2) definizione della destra laburista come "compagna di strada" dei conservatori, R. Palme Dutt, in 'Labour Monthly'; 3) Crosland (uno dei 'new thinkers'), sulla capitolazione del socialismo, versi una società 'aclassness' del neo-capitalismo o "capitalismo popolare", verso l'economia mista, 'Socialist Commentary' (rivista); 4) elogio o incitamento di [3)] contro la sinistra laburista, 'Economist'; 5) elogio o incitamento di [3)] contro la sinistra laburista, 'Times'; 6) elogio o incitamento di [3)] «di rincalzo» contro la sinistra laburista, 'Observer'; 7) definizione di 'Old Left', in generale sulla «stampa borghese» britannica; 8a) Labour Monthly' (diretto da comunisti, ma che ospita spesso scritti di elementi di altre correnti); 8b) 'New Left Review' (organo della nuova autentica sinistra laburista, radicale e sostanzialmente marxista); 8c) 'New Statesman' (di centro-sinistra); 8d) 'Partisan Review' (politico-letteraria); 8e) 'Daily Worker' (quotidiano comunista); 9) R.H.S. Crossman, commento dei risultati del Congresso dell'SPD in una svolta considerata efficace rispetto alle incertezze della direzione di destra del Labour Party britannico nel tentativo di conservare i voti della parte di elettorato corrotta dalla "prosperità" e che ha rinunciato all'idea di classe e di quella tradizionale, 'New Statesman'; 10) R.H.S. Crossman, saggio dove l'autore rinnova i suoi attacchi ai revisionisti della destra del Labour Party che si vorrebbe compromettere con l' 'affluent society', ma considera il comunismo "una minaccia ai valori della democrazia" in termini non dissimili dai conservatori, ma accetta il concetto gaitskelliano della 'mixed society', e motiva la necessità di riforme socialiste per l'Occidente con l'esigenza di non soccombere nella competizione pacifica con gli Stati "totalitari" comunisti, [Socialism and the Cold War], 'Partisan Review', [Anno 27/n.4 Fall] 11) critica dell'incertezza di [9-10)] definendolo ironicamente "socialismo fiscale", criticando l'attesa di una crisi, proponendo eventuale scissione a sinistra, Harry Hanson, [Socialism and affluence], 'New Left Review', [1960/5 settembre-ottobre]; 12) [Michael] Macoby e [David] Riesman («radicali americani»), [The American crisis], «che, non ostante tutto si sono dimostrati più avanti di molti laburisti», 'New Left Review', [1960/5]; 13) Wright Mills («radicali americani»), [Letter to the New Left], «che, non ostante tutto si sono dimostrati più avanti di molti laburisti», 'New Left Review', [1960/5]; 14) affinità della sinistra laburista con i comunisti a partire dalla contrapposizione all'opposizione dei radicali che [li] definiva 'marxismo dell'èra vittoriana' [victorian marxism], in 'New Left Review', 'Labour Monthly' e 'Daily Worker'][ssis] |
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