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tipologia: Analitici; Id: 1549610


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Descrizione | [1)]«Gioventù, tema eterno: sotto questo titolo 'Perspectives Polonaises' (maggio 1960) pubblica un'ampia rassegna di tutte le inchieste condotte recentemente dale riviste e dai periodici di Varsavia sui problemi dell'orientamento ideale dei giovani. L'analisi, sempre spregiudicata, tocca spesso delle punte estreme e contradditorie.» [1) su 2)]« Così, ad esempio, Marcin Czerwinski osserva su [2)'Przeglad Kulturalny', in un articolo dal titolo, già significativo, 'La misteriosa tribù dei giovani'], che il "fenommeno tribale" i esprime nella tendenza a chiudersi nel proprio ambiente, non per rivolta contro la società. "L'ideologia della gioventù evolve senza lotte, come l'attività particolare dei club o delle sezioni dei filatelisti, pur avendo, ben inteso un significato più prodondo. La gioventù non cerca e non esige, per sé, un cambiamento fondamentale di sistema. Benché accetti il mondo tale e quale dalle mani dei suoi predecessori, il ruolo delle autorità costituite è caduto a zero".» [1) su 3)]«Su [3) 'Nowa Kultura'], Krzystztof Wolicki riferisce su alcuni incontri con giovani delle scuole superiori di Cracovia, e giunge a conclusioni ancor più radicali: la giovane generazione non sa stabilire un rapporto tra i suoi problemi e i suoi progetti e l'insieme della situazione sociale nella quale si trova; al contrario, ha la tendenza a "vedere tutto separatamente". Ciò che favorisce questa tendenza "è la percezione della stabilizzazione sociale; le debolezze notate ne sono, in qualche modo, il prezzo politico". "Il mondo e lo stesso paese rassomigliano a un oceano: i vedono nuotare differenti pesci, svilupparsi e perire organismi diversi, ma pare insensato chiedersi in quale direzione vadano i cambiamenti di un fenomeno così poco statico come l'oceano. Eppure, la necessità di una ideologia non può nascere che dal bisogno di avere una veduta d'insieme". Una parte notevole dei giovani, secondo l'autore di questo articolo si oppone all'impegno ideologico: "'''Il marxismo - mi dichiara con visibile disprezzo un giovane che ha fiducia solo nella fisica e nella sociologia, soprattutto nella sociologia - è ancora una sorta di religione". La domenica va in Chiesa, si confessa e si comunica regolarmente. Non dovete pensare, però, che questo giovane sia un clericale, un cattolico militante o, addirittura, un ipocrita. Forse non è nemmeno credente. In effetti, disprezza la religione, ogni religione, come strumento di conoscenza del mondo, ma apprezza in essa nondimeno, l'apparecchio di controllo che aiuta a mantenere una certa igiene dello spirito, il meccanismo che permette all'uomo di sentire la propria unità. Il marxismo, invece, anche considerato come una religione, si presta male a simili manipolazioni, e questo non soltanto per delle ragioni di ordine tradizionalista ma anche a causa della forte concorrenza del cattolicesimo o della sua variante esistenzialista di Cracovia. Lo stati attuale del marxismo, come filosofia, è contrassegnato da una debolezza essenziale di cui si è più volte trattato certe tematiche gli restano sinora estranee. Fra queste si trova proprio il tema della personalità, e, più precisamente, i problemi dell'individuo, l'analisi del suo carattere particolare, della sua durata relativa e della sua relativa resistenza di fronte al mondo. Il "marxismo universitario" di Cracovia, con le sue sette cattedre di economia e le sue tre cattedre di filosofia, risente in modo estremamente acuto di questa carenza".» [1) su 4)]«Su [4) 'Argumenty'] Andrzej Wielunski riferisce alcune conversazioni con studenti della capitale. "Si guarda a noi - ha detto Mariusz K. dell'Università di Varsavia - come a dei cuccioli di una esposizione canina. A quanto pare, siamo sprovvisti di ideali. Ma cosa vuol dire avere un ideale? Restare fedeli a una dottrina filosofica? Ma a quale? Alla patria e alla società? Noi non abbiamo alcuna idea delle dottrine filosofiche poiché né al Liceo né all'Università nessuno ce ne ha mai parlato. Si può, a rigor di termini, accettare il marxismo sulla parola, ma si tratta poi di questo? Se ci si chiede di comprendere il contenuto delle dottrine scientifiche, di imparare a giudicarle per mezzo della dialettica, percgé dovremmo, allora, accettare delle ideologie senza conoscerle?". "Il mio atteggiamento verso l'ideologia - ha dichiarato Andrzej K., del Politecnico di Varsavia - è piuttosto sprovvisto di conflitti. Ancora al liceo ho accettato il marxismo come una cosa che mi era vicina. Può darsi che abbia ovvedito più a un riflesso che a una riflessione approfondita, ma se ora me lo togliessero mi sentirei molto solo. Oso affermare che la maggior parte dei miei colleghi hanno il medesimo atteggiamento, e se dicono altre cose è per delle ragioni di tradizione". Marek T. dell'Università di Varsavia: "La religione non è per me un dogma formale. Vi vedo anche un riflesso dei problemi vitali di oggi. Mi sembra che essa debba determinare la scelta di un atteggiamento morale dell'uomo. Ammetto e credo che essa dia un senso ala mia vita: qui e nell'aldilà". Uno studente dell'università della capitale: "Si può parlare molto e a lungo dell'amor di patria, del patriottismo e della devozione alle grandi parole d'ordine. Quelli che ci rimproverano una mancanza di sentimenti patriottici vorrebbero forse che noi ci addormentassimo ogni sera e ci alzassimo ogni mattina al grido di viva la patria? Per me il mio paese è tutto, benché molte cose mi facciano male, mi indignino e le voglia veder cambiate. Noi, i giovani, potremmo forse cambiar qualcosa, se sino a quel momento non ci saremo "imborghesiti"? Come mettere una diga a questo processo di "imborghesimento"? Delle discussioni tra cattolici e marxisti, naturalmente studenti del medesimo anno, sarebbero certamente utili e interessanti, benché questo non risolva del tutto il problema". Due studenti della facoltà di storia: "Se ancora qualche anno fa le ragazze che venivano all'Università dicevano "un amante volentieri, ma mai un marito", oggi il desiderio di sposarsi è divenuto maggiore e più esteso. Questo è certamente legato, in un modo o nell'altro, alla crescente stabilizzazione, alla distensione internazionale e alla svalutazione della moda del cinismo. Ma il punto cruciale del problema si trova altrove: nella difficoltà di precisare le proprie aspirazioni. Non che queste aspirazioni ci manchino, ma proprio perché è difficile formularle. Per questo ci succede spesso di dirigerci dove non si dovrebbe. Ed è anche per questo che è così estesa la convinzione che nulla ci interessi. Basta però guardare più da vicino ognuno di noi per rendersi conto della falsità di questa opinione". Janina S., della Scuola centrale di statistica e pianificazione: "Il problema sta, a mio avviso, nella scelta di un atteggiamento morale e ideologico. So naturalmente che questa scelta non è facile, sempre che non ci si voglia lasciar influenzare da considerazioni sulla carriera futura. Ho aderito all'Unione della gioventù polacca in un'epoca in cui questo passo era considerato una follia, se non proprio un tradimento. Questo passo ha segnato la mia vita, determinato la scelta dei miei studi e del mio lavoro futuro, il mio impegno nella trasformazione del paese. Ho anche l'intenzione di entrare nel partito. Ma ritengo che occorra per questo una solida preparazione filosofica ed economica".» [1); 5) su 2-4)]«Gli articoli e le interviste sin qui citati hanno incontrato su [5) 'Polityka'], per la penna di Daniel Passent, una energica replica: "Questi autori parlano, in apparenza, di differenti gruppi di giovani, ma in realtà tutti e tre tendono a decifrare la '''generazione in rivolta'''", tirando conclusioni da dati superficiali e soprattutto da impressioni personali. Dopo aver negato che le "tribù" siano rappresentative dell'atteggiamento della gioventù, PAssent osserva che "esse sono, al contrario, poco numerose e destinate a scomparire. Non sono che una goccia d'acqua nel mare della loro generazione. E' una goccia colorata, non c'è dubbio, ed è quindi facile da osservarsi, ma le sue imensioni non giustificano affatto cche essa sia la sola a far scrivere la penna dei pubblicisti. Vi sono mille volte più giovani, di questa stessa età, che lavorano duramente per vivere e mantenere una vecchia madre, studiano, giovano al 'foot-ball', vanno al cinema. La stampa li ignora in modo cronico".» [1); 6) su 2-5) [ndc="incerto se 6 accenna a 2-5"]]«Non molto diverse, su [6) 'Przeglad Kulturalny'] le osservazioni di Jan Brzechwa: "Ogni generazione adulta ha avuto le sue difficoltà con la gioventù. Ogni epoca storica appariva ai suoi contemporanei, più difficile delle precedenti. Se riconosciamo agli adulti il diritto di commettere errori, dobbiamo riconoscere ai giovani il diritto, almeno, di fare dele stupidagini". Subito dopo rileva però che la Polonia può andar fiera della frande maggioranza dei suoi giovani, ivi compresi, e in particolar modo, i giovani studenti, che lavorano e pensano seriamente.» [1) su 6)]«Commentano [1) 'Perspectives Polonaises']: "Malgrado queste voci rassicuranti, il problema della gioventù e della sua particolarità, reale o apparente, è posto e continua a suscitare vive discussioni".» [1) su 7) [ndc="incerto se 1 accenna a 7"]]«Se ne è discusso anche, ed ampiamente, al recente secondo Congresso dell'Unione della gioventù socialista ([7) 'Materiaux et Documents', n. 12]). "Le riviste politiche e i periodici pedagogici - ha rilevato nella sua relazione il segretario dell'Unione, Marian Renke - si sforzano di trovre una risposta agli interrogativi sulla fisionomia della gioventù polacca dell'anno '60. Questa discussione è molto preziosa. Non saremmo però sinceri se tacessimo che molto spesso troviamo in questa discussione una ottica un po' troppo semplificata. Ciò che soprattutto colpisce è l'applicazione di apprezzamenti in 2bianco e nero", la generalizzazione delle manifestazioni negative che si producono in certi ambienti della gioventù, accollandole a tutta la generazione giovane, lo sforzo di tirare conclusioni sulla base di manifestazioni esteriori e osservate in ambienti molto ritretti che sono, in ogni caso, i meno rappresentativi".» [7) di cui 1) non accenna [ndc="incerto se 1 accenna a 7, o se 1 omette questa parte di 7, o se questa rassegna omette quella parte di 1"]]«In realtà - ha osservato Renke a conclusione di un'analisi che esula da questa Rassegna - si vede oggi crescere, per la prima volta nella storia della Polonia, una generazione libera, in gran parte, da pregiudizi tradizionali. Ciò dipende dal fatto che essa è già nata, ed è stata educata, nella Polonia popolare, e anche se non ha conosciuto i mali del capitalismo ha però vissuto e vive - come ha sottolineato il compagno Gomulka nel suo intervento a questo Congresso - la continua lotta tra nuovo e vecchio: "l'educazione della gioventù nello spirito del socialismo equivale per conseguenza a trasformare la sua coscienza sociale, a immunizzarla contro la propaganda ostile, a farle conoscere l'essenza del capitalismo, la storia del proprio paese e del movimento operaio internazionale, la dottrina del marxismo-leninismo, a farle adottare come sua la concezione marxista del mondo e il modo razionalista di pensare". Al Congresso sono anche stati forniti dati interessanti sulla forza dell'organizzazione, che oggi conta mezzo milione di iscritti contro i 40 mila di tre anni fa, i 70 mila del primo gennaio 1958 e i 223 mila del gennaio 1959. "Questo sviluppo - ha ancor detto Marian Renke - è la prova migliore della giustezza del nostro programma ideologico e politico, l'espressione della comprensione e dell'appoggio attivo che migliaia di giovani assicurano a questo programma".»
Titolo Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Sergio Segre], Polonia. [sottotitolo: L'orientamento ideale dei giovani nelle inchieste delle riviste di Varsavia] [e.v., s.: 1)rassegna di riviste di inchieste sull'orientamento ideale dei giovani, in 'Perspectives Polonaises', 1960/maggio; 2) Marcin Czerwinski, La misteriosa tribù dei giovani, su 'Przeglad Kulturalny'; 3) Krzysztof Wolicki, su alcuni incontri con giovani delle scuole superiori di Cracovia, in 'Nowa Kultura'; 4) Andrzej Wielunski, in cui si riferisce alcune conversazioni con studenti di Varsavia, in 'Argumenty'; 5) sui precedenti articoli e interviste replica di Daniel Passent, in 'Polityka'; 6) osservazioni di Jan Brzechwa, in 'Przeglad Kulturalny'; 7)sul secondo Congresso dell'Unione della gioventù socialista (8) 'Materiaux et Documents', n. 12), in 'Perspectives Polonaises', 1960/maggio[?]][ssis]
Responsabilità
Sergio Segre+++
  • Segre, Sergio ; ; ; ; ; ; s. se ; S. Se. ; s.se. ; ente ; ente
  curatore di turno di+++   Rassegna delle riviste [Rinascita - mensile]+++
  
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Relazioni multiple
rassegna di riviste di inchieste sull'orientamento ideale dei giovani, in 'Perspectives Polonaises', 1960/maggio+++
  • rassegna di riviste di inchieste sull'orientamento ideale dei giovani, in 'Perspectives Polonaises', 1960/maggio ; ;
  rassegna di+++    
Marcin Czerwinski, La misteriosa tribù dei giovani, su 'Przeglad Kulturalny'+++
  • Marcin Czerwinski, La misteriosa tribù dei giovani, su 'Przeglad Kulturalny' ; ;
  rassegna di+++    
Krzysztof Wolicki, su alcuni incontri con giovani delle scuole superiori di Cracovia, in 'Nowa Kultura'+++
  • Krzysztof Wolicki, su alcuni incontri con giovani delle scuole superiori di Cracovia, in 'Nowa Kultura' ; ;
  rassegna di+++    
Andrzej Wielunski, in cui si riferisce alcune conversazioni con studenti di Varsavia, in 'Argumenty'+++
  • Andrzej Wielunski, in cui si riferisce alcune conversazioni con studenti di Varsavia, in 'Argumenty' ; ;
  rassegna di+++    
sui precedenti articoli e interviste replica di Daniel Passent, in 'Polityka'+++
  • sui precedenti articoli e interviste replica di Daniel Passent, in 'Polityka' ; ;
  rassegna di+++    
osservazioni di Jan Brzechwa, in 'Przeglad Kulturalny'+++
  • osservazioni di Jan Brzechwa, in 'Przeglad Kulturalny' ; ;
  rassegna di+++    
sul secondo Congresso dell'Unione della gioventù socialista, ('Materiaux et Documents', n. 12), in 'Perspectives Polonaises', 1960/maggio+++
  • sul secondo Congresso dell'Unione della gioventù socialista, ('Materiaux et Documents', n. 12), in 'Perspectives Polonaises', 1960/maggio ; ;
  rassegna di+++    
Area delle relazioni generali
Relazioni Multiple ++


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30990+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1960 Mese: 7
Numero 7
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1960 - numero 7 - luglio


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