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tipologia: Analitici; Id: 1549608


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Descrizione | «Subito dopo la mancata riunione del "vertice" a Parigi, nella nuova situazione internazionale creata dai voli degli "U-2" e dal provocatorio atteggiamento del governo americano, la stampa sovietica ha avvertito il bisogno di discutere le prospettive che si profilano dietro il succedersi di questi avvenimenti profondamente negativi e allarmanti. Dall'esame, in cui si sono impegnate, con maggiore o minore profondità, tutte le riviste più attente a questo tipo di problemi, è emerso ben presto che, non ostante l'aggravata tensione nel mondo, l'idea della coesistenza pacifica fra paesi dai regimi diversi e il proposito di farla finita con la "guerra fredda", che erano stati alla base di tutta l'opera condotta a favore della distensione, conservvano intatto, anche nelle nuove circostanze, il loro valore. Quei principi sono stati così riaffermati come il fondamento della politica estera sovietica cui non si doveva assolutamente rinunciare. Nello steso tempo però i nuovi avvenimenti offrivano l'occasione per indagare più a fondo e studiare meglio i problemi ideologici e politici della coesistenza.» [1)]«Una sollecitazione in questo senso doveva venire, del resto, dal dibattito internazionale. 'Miejdunarodnaia Jisn', la massima rivista di politica estera, afferma così che anche dopo i voli degli "U-2" la politica della "guerra fredda" resta preda di una crisi che non accenna a finire, ma va, anzi, accentuandosi. Tale giudizio, contenuto in un interessante studio dal titolo 'Passato e presente dela guerra fredda', si giustifica non con un generico ottimismo, ma con una indagine seria sulla natura di questo fenomeno aggressivo che ha dominato la politica mondiale nel dopopguerra. In conclusione la rivista può dunque formulare così il suo pensiero: "La '''guerra fredda''' deve esaurirsi non perché lo vogliano queste o quelle persone, sebbene la loro attività possa accelerare la sua fine o, al contrario, frenarne il processo di liquidazione. Essa va confinata nel passato perché con l'attuale rapporto di forze nell'arena mondiale, che assicura la supremazia delle forze della pace e del socialismo, crolla la base stessa su cui la '''guerra fredda''' era costruita: cioè quell'avventuristica '''politica di forza''', grazie alla quale alcuni circoli aggressivi dell'imperialismo contavano di far girare in senso inverso la ruota della storia. Sebbene esistano ancora alcuni attributi della '''guerra fredda''', quali i blocchi aggressivi, le basi militari su territori altrui e così via, la molla principale della '''guerra fredda''' si è spezzata".» [2)]«A conclusioni analoghe giunge uno studio di [2) 'Mirovaia Ekonomika i miejdunarodnie otnoscenia' (giugno, n. 6) dal titolo: 'Rottura del convegno al vertice: precedenti, conclusioni e lezioni']. "Nelle presenti condizioni", vi si afferma, "una simile politica (cioè la politica di intenzionale aggravamento della tensione internazionale, seguita da alcuni circoli dirigenti d'America - 'n.d.r.') è sommamente pericolosa e insensata. Quando oramai si è accumuata nel mondo una quantità così enorme di materiale esplosivo di incredibile forza distruttiva, non si può restare all'infinito '''sull'orlo della guerra''', non si può, con il falso 'slogan' di un semplice '''armistizio nella guerra fredda''', preparare nuove fiammate di queta stessa guerra. L'umanità esige una liquidazione piena, completa e definitiva della '''guerra fredda''', la creazione di solide fondamenta per una pace durevole".» [3) e 4) su 3)]«Diverse altre riviste trovano un'occasione per uno studio più approfondito nell'apparizione di una [3) nuova raccolta di discorsi e interviste di Khrustciov sui problemi internazionali - quelli del 1959 - riuniti in volume col titolo 'Un mondo senza armi, un mondo senza guerra']. Il maggiore impegno di analisi veniva in questo caso dalla [4) rivista teorica del PCUS, il 'Kommunist' (maggio, n. 8)]. La "coesistenza pacifica" - asseriva subito la rivista - è il problema fondamentale della nostra epoca: "dal modo come si conformeranno i rapporti fra il nuovo regime socialista e il sistema capitalistico, che ha oramai fatto il suo tempo, dipenderanno in gran parte il corso degli avvenimenti storici, le prospettive della pace e della lotta liberatrice dei popoli". Non vi è, d'altronde, che una sola alternativa alla coesistenza ed essa è la guerra atomica. Una terza soluzione non esiste. Dulles ne propose una: tenere il mondo sull'orlo della guerra. Ma questa è follia: in qualsiasi momento si può infatti precipitare già da quell'orlo. E' un'insidia per i popoli che vogliono "una pace stabile, non soltanto per oggi ma anche per domani, per sempre". Che cos'è la coesistenza? Nella sua espressione più semplice è il rigiuto della guerra come strumento per la soluzione dei conflitti. Ma è anche qualcosa di più: rispetto della sovranità altrui, non intervento negli affari interni, collaborazione mutualmente vantaggiosa. La prima domanda che sorge è: vi è contraddizione fra coesistenza e lotta di classe, fra coesistenza e lotta per il socialismo nel mondo? Gli avversari del socialismo hanno creduto di scoprire tale contraddizione. Ma in realtà essa non esiste. L'idea della pace risponde infatti alla natura stessa del socialismo, che non ha obiettivi di guerra, né gruppi sociali interessati alla guerra. D'altro canto la lotta ideologica, la lotta fra sistemi non è qualcosa che possa essere identificato coi rapporti fra gli Stati. I due ordini di fenomeni non vanno confusi: quella lotta continua e si concluderà con l'affermazione del socialismo nel mondo, anche se i rapporti fra i singoli paesi sono rapporti di pace. E' vero che sinora, storicamente, le crisi rivoluzionarie che hanno portato al socialismo diversi paesi si sono prodotte in conseguenza delle guerre mondiali. Ed è vero pure che se i capitalismo provocasse una terza guerra si condannerebbe a sparire definitivamente. Ma "dal fatto che le guerre hanno generato le rivoluzioni non deriva affatto che le rivoluzioni siano impensabili senza guerre". L'origine prima di quelle rivoluzioni è infatti nelle contraddizioni del sistema imperialistico che la guerra ha approfondito. Ora "l'esperienza storica, ivi compresa l'esperienza del dopoguerra (Irak, Cuba, molti Stati dell'Africa, che hanno ottenuto l'indipendenza negli ultimi anni) dimostra che le contraddizioni interne dell'imperialismo portano inevitabilmente alle rivoluzioni anche in condizioni di pace. Tali contraddizioni si approfondiscono e si rafforzano sempre più, soprattutto in seguito ai successi del socialismo nell'emulazione col capitalismo e al progredire del movimento di liberazione nazionale". Proprio per questo "troppo alto sarebbe il prezzo" pagato per il socialismo se questo dovesse essere conquistato attraverso una guerra mondiale. Una guerra, soprattutto oggi, porta con sé rovine tali che "non possono non frenare la causa della rivoluzione proletaria e della costruzione del socialismo dopo la sua vittoria" (cioè dopo la conquista del potere da parte della classe operaia). Resta da sapere se la guerra pul essere evitata quando l'imperialismo per sua natura spinge in quella direzione. Alla domanda, come è noto, risposero i due ultimi congressi del PCUS e la loro fu una risposta risolutmente affermativa. Eppure, sottolinea ancora la rivista, l'imperialismo tende ancora alla guerra: pericoloso sarebbe, anzi, sottovalutare il rischio che esso tuttora rappresenta. "Su che si fonda allora - chiede sempre il 'Kommunist' - la nostra ferma convinzione di poter evitare la guerra al giorno d'oggi? non vi sono in essa false speranze, che addormentano la vigilanza dei popoli?". La risposta è ancora categorica: assolutamente, no. "L'essenziae in questa analisi - si spiega - è 'idea del nuovo rapporto di forze nell'arena internazionale. Proprio questo nuovo spiegamento e la supremazia delle fore di pace permettono di affermare che nuove guerre non sono pi fatlmente inevitabili, che esse possono essere prevenute e che è possibile compiere passi effettivi nel camapo del disarmo e nella soluzione degli altri problemi internazionali". Il nuovo rapporto di forze "crea una differenziazione negli stessi circoli dirigenti degli Stati imperialistici".» [4) e 5)]«Indispensabile oggi è soprattutto il disarmo. Lo è per il carattere che hanno preso gli armamenti moderni e per l'indirizzo che ne riceverebbe una guerra che con essi fosse combattuta: centinaia di milioni di vittime, rovine di migliaia di città, distruzione di frutti secolari del genio umano, conseguenze letali anche per le generazioni future. Il disarmo restituirebbe alla produzione di pace cento milioni di uomini e cento miliardi di dolari all'anno: sono crifre impressionanti. Ma è realmente possibile oggi il disarmo? Finora tutti gli sforzi per ottenerlo sono stati vani. Troviamo tuttavia la risposta anche a tale interrogativo più che in quello stesso numero del [4) 'Kommunist'], in un successivo editoriale della [5) 'Pravda' (13 giugno)]. L'organo centrale del PCUS è convinto che si possa strappare anche questa decisiva vittoria della pace egiustifica, a sua volta, simile fiducia con i nuovi rapporti di forza mondiali. Da che cosa partiamo nel chiedere la distruzione degli strumenti di guerra? si chiede il giornale. "Da una profonda analisi della situazione contemporanea, forza nell'arena internazionale a vantaggio del socialismo; dalla conclusione, scientificamente fondata, che il XXI Congresso ha tratto, circa la possibilità di evitare le guerre; dall'incrollabile certezza che le forze della pace trionferanno finalmente sulle forze della guerra. La coscienza di tutto ciò spinge i popoli alla lotta in nome della definitiva vittoria della pace. Essi si convincono sempre più che la guerra può e deve essere esclusa per sempre dalla vita del genere umano. Solo persone miopi, che abbiano perso il senso della realtà, possono non vedere la necessità attuale di un totale disarmo per tutti gli Stati, possono non credere nella possibilità di una sua realizzazione".»
Titolo Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Giuseppe Boffa], Unione sovietica. [sottotitolo: La piena validità della politica della coesistenza e della linea del XX Congresso] [e.v., s.: 1) Passato e presente della guerra fredda, 'Miejdunarodnaia Jisn' («la massima rivista di politica estera»); 2) 'Rottura del convegno al vertice: precedenti, conclusioni e lezioni', 'Mirovaia Ekonomika i miejdunarodnie otnoscenia' 1960/6 giugno; 3) raccolta di discorsi e interviste di Khrustciov sui problemi internazionali del 1959, riuniti in volume col titolo 'Un mondo senza armi, un mondo senza guerra'; 4)'Kommunist', 1960/8, maggio; 5)'Pravda', 1960/13 giugno][ssis]
Responsabilità
Giuseppe Boffa+++
  • Boffa, Giuseppe ; ; ; ; ; ; ente ; ente
  curatore di turno di+++   Rassegna delle riviste [Rinascita - mensile]+++
  
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Relazioni multiple
Passato e presente della guerra fredda, 'Miejdunarodnaia Jisn' («la massima rivista di politica estera»)+++
  • Passato e presente della guerra fredda, 'Miejdunarodnaia Jisn' («la massima rivista di politica estera») ; ;
  rassegna di+++    
'Rottura del convegno al vertice: precedenti, conclusioni e lezioni', 'Mirovaia Ekonomika i miejdunarodnie otnoscenia' 1960/6 giugno+++
  • 'Rottura del convegno al vertice: precedenti, conclusioni e lezioni', 'Mirovaia Ekonomika i miejdunarodnie otnoscenia' 1960/6 giugno ; ;
  rassegna di+++    
raccolta di discorsi e interviste di Khrustciov sui problemi internazionali del 1959, riuniti in volume col titolo 'Un mondo senza armi, un mondo senza guerra'+++
  • raccolta di discorsi e interviste di Khrustciov sui problemi internazionali del 1959, riuniti in volume col titolo 'Un mondo senza armi, un mondo senza guerra' ; ;
  rassegna di+++    
'Kommunist', 1960/8, maggio+++
  • 'Kommunist', 1960/8, maggio ; ;
  rassegna di+++    
'Pravda', 1960/13 giugno+++
  • 'Pravda', 1960/13 giugno ; ;
  rassegna di+++    
Area delle relazioni generali
Relazioni Multiple ++


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30990+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1960 Mese: 7
Numero 7
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1960 - numero 7 - luglio


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