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tipologia: Analitici; Id: 1549607


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Descrizione | [1)]«Nel numero di maggio 'Humanitas', la rivista della Marcelliana di Brescia, dedica un articolo di Alfonso Prandi al problema dell'atteggiamento dei cattolici verso il regime di Franco. Premesso che la stampa cattolica in Italia continua a mostrare una sorta di ritegno o di disagio di fronte alla situazione spagnuola (ma dobbiamo riconoscere che non è questo il caso di 'Humanitas', sempre attivamente impegnata nella difesa del regime franchista), Prandi afferma che tale ritegno o disagio è in gran parte soltanto "l'effetto di un fascino subito dai cattolici: il fascino di impostazioni da loro non elaborate, ma accettate tali e quali dall'antifascismo laico". In realtà, quella certa concezione "dei compiti attuali del Cristianesimo e dei suoi valori religiosi e sociali ad un tempo" secondo cui i cattolici dovrebbero vedere l'opera loro inserita soltanto in un quadro istituzionale democratico, non è da essi professata e accolta, secondo Prandi, "con limpida coscienza dei suoi fondamenti teologici e filosofici". E' certo che ogni appoggio cattolico "ad un vero fascismo, ad un vero nazismo" è "inconciliabile", ma è anche certo che sarebbero in errore "coloro che postulassero un'equivalenza stretta tra Cattolicesimo e democrazia". Sullo stesso piano della scelta democratica può invece essere posta, per i cattolici, una scelta autoritaria che non si risolva beninteso nell'adesione "ad un vero fascismo, ad un vero nazismo", bensì soltanto ad un regime meramente conservatore ed autoritario. Tale appunto sarebbe l'attuale regime spagnuolo, che non è fascista perché non ha del fascismo le caratteristiche secondo Prandi tipiche, e cioè il "vitalismo", e la "mistica rivoluzionaria", il "culto dello Stato e del suo capo". Non è qui il caso di discutere un'interpretazione tanto opinabile della natura del fascismo. Ciò che interessa rilevare, è la conclusione cui giunge il discorso di 'Humanitas' per superare il "disagio" cattolico verso la Spagna e per confortare quei cattolici italiani che lavorano per una prospettiva autoritaria: "Non esistono regimi cattolici esemplari. Che una forma o l'altra di ordine civile, sociale e politico sia meglio rispondente in date circostanze storiche, tenuto conto della tradizione dei generali imperativi imposti al mondo cristiano dalle presenti insidie, è materia opinabile. Ognuno potrà ritenere confortata la propria scelta anche da ragioni squisitamente religiose, ma non potrà negare per principio ad altri un uguale ordine di ragioni e accusarli di cecità e di strumentalizzazione della religione". Su questa base, dovrebbe dunque stabilirsi una totale disponibilità dei cattolici verso entrambe le soluzioni, quella democratica e quella autoritaria. Alfonso Prandi non spiega però come dovrebbero regolarsi i cattolici qualora i vescovi d'Italia facessero qualcosa di analogo a ciò che fecero i vescovi spagnuoli, quando "esplicitamente appoggiarono la contro-rivoluzione nazionalistica, vedendo in essa non tanto un abnorme movimento di tipo statolatrico quanto il mezzo per restituire anche alla Chiesa la sua libertà e liberarla dalla persecuzione". Né egli chiarisce come possa funzionare un partito di cattolici che abbia o pretenda di avere la rappresentanza politica del mondo cattolico, e che mantenga nel suo seno entrambe le tendenze, forze che lavorino per l'una e per l'altra prospettiva. Né egli mostra di intravvedere come, non compindo fra l'una e l'altra prospettiva quella scelta netta che costituisce invece un problema politico fondamentale del nostro tempo in Italia e altrove, i cattolici finirebbero per rinunciare di fatto ad ogni possibilità di autonoma determinazione delle loro linee di movimento, a ogni dimensione laica della loro azione politica e trasferirebbero in definitiv soltanto sulla Chiesa, come del resto accade in Spagna, la responsabilità della decisione. Sì che respingere l'ambivalenza sostenuta da Prandi, non può non apparire alle forze politiche cattoliche, in Italia come in Spagna, condizione essenziale per assicurare una propria presenza autonoma sulla scena politica della società contemporanea.» [2) e 2) su 3-5)] «Che questa ambivalenza rappresenti un problema tuttora non risolto, e che esercitino sui cattolici forti pressioni per indurli a risolvere tale problema nel senso contrario ad uno sviluppo democratico, può essere dimostrato da quanto scrive su 'Analisi e prospettive' (n. 2, marzo aprile 1960) Geo Brenna il quale, nel corso di una rassegna dalle riviste, ricorda come nel nostro paese si tenda di solito ad indicare come 'ambienti cattolici' "solo quei raggruppamenti che sul piano politico assumono atteggiamenti estremamente prudenziali, se non conservatori, mentre si cerca di non qualificare per "cattolici" ambienti ed atteggiamenti che si pongano su un piano di originalità se non di spregiudicatezza." L'osservazione si riferisce in particolare, a contrastanti giudizi espressi in "ambienti cattolici" dell'uno o dell'altro tipo sul Piano verde. Da un lato si notano i giudizi encomiastici di [3) 'Studi cattolici' (quella stessa rivista dove è possibile ogni tanto leggere notizie sull'attività dell' 'Opus Dei', la istituzione franchista che ha cominciato ad operare anche in Italia)], e della [4) rivista dell'Istituto cattolico di attività sociale 'Orientamenti Sociali']; d'altro lato, si riferisce il giudizio dei [5) 'Quaderni di Azione Sociale delle ACLI (n. 1, gennaio-febbraio 1960)], secondo cui il Piano verde è soltanto una legge finanziaria, cui sono interessati enti economici e forze politiche "che non intendono assolutamente mutare le strutture della nostra agricoltura ma piuttosto arrecare una qualche forma di assistenza e sostegno a quelle attuali, che mostrano ogni giorno di più la loro insufficienza"; ed inoltre tale programma "può avere anche l'effetto di ritardare o annullare una qualsiasi azione sindacale delle categorie contadine". Anche a noi sembra che sia estremamente utile distinguere meglio tra "ambienti cattolici" dell'un tipo e dell'altro. Ci permettiamo però di chiedere ai redattori di 'Analisi e prospettive', di una rivista cioè che ci sembra di poter annoverare tra gli ambienti cattolici "originali e pregiudicati", se essi non ritengano che responsabili della confusione siano in gran parte le stesse forze più progressive del mondo cattolico, ancora così deboli ed esitanti sotto il peso del ricatto anticomunista. A parte il fatto che è difficile fare chiarezza, se gli stessi nomi continuano a comparire nei sommari di riviste di tendenza diversa. Per esempio, Franco Morandi che opera nelle ACLI e che collabora tanto spesso ad 'Analisi e prospettive', non è forse lo stesso Franco Morandi che pubblica un articolo su l'unità sindacale sul'ultimo numero di 'Orientamenti Sociali', rivista di un "ambiente cattolico" diverso?» [6)]«Roma si difende... con quella sua imperturbabilità, che può passare per sonnolenza o apatia o indifferenza, ma che è, più probabilmente, una robusta prvvista di pazienza di esperienza. ...La sua funzione sovrana e perenne resta quella di una città libellatrice e decantatrice. Essa non ritiene menomamente di essere, oggi, in preda agli urlatori, agli sbravaccioni, ai nuovi barbari. Li lascia arrivare, scalmanarsi, sfogare, ma praticamente li abbandona a se stesi: finchè essi, presto delusi da una gloriuzza, autodecretatasi e rapidamente sfumata, se ne ripartiranno alla chetichella. In sostanza, li ignora... Sicché, a un certo punto, la stessa voce di Pasquino può diventare superflua. Non c'è neanche bisogno che parli. Basta che se ne stia lì, silenziosamente ironico. Ma, forse, il simbolo più vero di Roma è, anziché la statua di Pasquino, un'altra statua: quel Tritone berniniano che, quant'acqua ingurgita, altrettanta ne espelle fuori". Così [6) 'Studi romani' (n. 2, 1960), rivista bimestrale dell'omonimo istituto], vede i rapporti tra Roma e la perenne invasione che l'ha fatta crescere fin oltre i due milioni di abitanti e l'ha fatta centro dominante della vita nazionale. Non varrebbe la pena di registrare questa posizione, se essa non esprimesse un atteggiamento diffuso nei ceti dirigenti romani, ovvero la tendenza a coprire dietro un antimodernismo ammantato di retorica "romanistica", il processo sempre operante di fusione, in atto fin dal 1870, tra classi dominanti "vecchie" e "nuove", nobiliari e capitalistiche, quel processo che trova nella affermazione sulla "missione sacra" di Roma il cemento ideologico di un blocco conservatore in seno al quale diventa sempre più difficile distinguere il nobile vaticanesco dal'affatista o dal ministro "buzzurro", dal "nuovo barbaro" calato su Roma, capitale dei monopoli.»
Titolo Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Enzo Modica], Italia. [sottotitolo: 'Humanitas' e la dittatura del gen. Franco - Che cosa sono gli «ambienti cattolici»?] [e.v., s.: 1)Alfonso Prandi, sul problema dell'atteggiamento dei cattolici verso il regime di Franco, 'Humanitas' (rivista della Marcelliana di Bresca), 1960/maggio; 2)Geo Brenna, rassegna di riviste, in 'Analisi e prospettive', n. 2, 1960/marzo-aprile; 3)'Studi Cattolici' («rivista su cui è possibile ogni tanto leggere notizie sull'attività dell' 'Opus Dei', l'istituzione franchista che ha cominciato ad operare anche in Italia»); 4) 'Orientamenti sociali' (rivista dell'Istituto cattolico di attività sociale); 5) 'Quaderni di Azione Sociale' (delle ACLI), n. 1, gennaio-febbraio 1960; 'Studi romani' (rivista bimestrale dell'Istituto di studi romani), 1960/1][ssis]
Responsabilità
Enzo Modica+++
  • Modica, Enzo ; ; ; ; ;
  curatore di turno di+++   Rassegna delle riviste [Rinascita - mensile]+++
  
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Relazioni multiple
Alfonso Prandi, sul problema dell'atteggiamento dei cattolici verso il regime di Franco, 'Humanitas' (rivista della Marcelliana di Bresca)+++
  • Alfonso Prandi, sul problema dell'atteggiamento dei cattolici verso il regime di Franco, 'Humanitas' (rivista della Marcelliana di Bresca) ; ;
  rassegna di+++    
Geo Brenna, rassegna di riviste, in 'Analisi e prospettive', n. 2, 1960/marzo-aprile+++
  • Geo Brenna, rassegna di riviste, in 'Analisi e prospettive', n. 2, 1960/marzo-aprile ; ;
  rassegna di+++    
'Studi Cattolici' («rivista su cui è possibile ogni tanto leggere notizie sull'attività dell' 'Opus Dei', l'istituzione franchista che ha cominciato ad operare anche in Italia»)+++
  • 'Studi Cattolici' («rivista su cui è possibile ogni tanto leggere notizie sull'attività dell' 'Opus Dei', l'istituzione franchista che ha cominciato ad operare anche in Italia») ; ;
  rassegna di+++    
'Orientamenti sociali' (rivista dell'Istituto cattolico di attività sociale)+++
  • 'Orientamenti sociali' (rivista dell'Istituto cattolico di attività sociale) ; ;
  rassegna di+++    
[relazione complessa] [insieme]'Quaderni di Azione Sociale' (delle ACLI), n. 1, gennaio-febbraio 1960; 'Studi romani' (rivista bimestrale dell'Istituto di studi romani), 1960/1+++   rassegna di+++    
Area delle relazioni generali
Relazioni Multiple ++


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30990+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1960 Mese: 7
Numero 7
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1960 - numero 7 - luglio


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