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tipologia: Analitici; Id: 1549567


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Descrizione | «La rivista del Comitato centrale del Partito comunista algerino, 'Réalités algériennes et Marxisme', pubblica nel suo ultimo numero un rimarchevole sudio sulle classi sociali e la guerra di liberazione nazionale, essenziale per comprendere i diversi problemi di tattica e di strategia che pongono al popolo d'Algeria nela lotta contro il colonialismo francese. Dopo aver osservato che "la stretta unione del popolo è la caratteristica essenziale del movimento algerino di liberazione nazionale e la ragione pricipale della forza del movimento", la rivista rileva che "nel corso della guerra attuale nessuna classe sociale algerina, con la sola eccezione di una frazione feudale, ha tradito in blocco o nella sua maggioranza il movimento nazionale". Un'altra caratteristica è data dal fallimento di tutti gli sforzi dei colonialisti per creare una terza forza che avrebbe dovuto assumere le vesti di un "nazionalismo moderato". "La unione del popolo algerino in guerra è una unione originale nella sua forma, un'unione di fatto, caratterizzata dalla fusione dei vecchi partiti nazionalisti, con l'eccezione del MNA, nel seno del Fronte di liberazione nazionale (FLN), dall'unificazione delle forze militari in seno all'Armata di liberazione (ALN), dalla unificazione sindacale in seno a una unica centrale sindacale (UGTA) e, infine, dall'appoggio assicurato al FLN dal Partito comunista algerino, restato politicamente e organicamente indipendente. Quest'unione è fondata sull'accordo di tutte le forze nazionali intorno a un programma comune di rivoluzione naionale e democratica, avente come obiettivi principali l'indipendenza algerina, la Repubblica agraria, il diritto degli europei d'Algeria alla cittadinanza algerina, nuovi rapporti con la Francia basati sulla libertà e il reciproco vantaggio, l'unità nord africana, l'accordo sui principi di Bandung e della conferenza afro-asiatica del Cairo". La realizzazione e la solidità di questa unione si spiegano col fatto che tutte le cassi della società algerina, con la sola eccezione di un pugno di feudali, hanno subito le conseguenze dello sfruttamento coloniale, e "tutte hanno interesse alla fine del colonialismo". Ciò è documentato, tra l'altro, dalla ripartizione del reddito (gli europei hanno un reddito annuale medio superiore ai 350 mila franchi contro i 50 mila franchi degli algerini) e sulla proprietà delle aziende agricole e industriali (nell'industria 26 mila proprietari europei impiegano 300 mila salariati e monopolizzano oltre il 90 per cento dell'attività industriale, mentre 7200 industriali algerini impiegano soltanto 23 mila salariati). "Questo spiega al contempo il carattere rivoluzionario del movimento di liberazione algerino e l'unione delle diverse classi sociali contro il nemico comune rappresentato dalla borghesia colonialista francese. Questo spiega anche perché l'unione degli algerini, compresa la borghesia, si è realizzata non soltanto attorno a degli obiettivi politici nazionali ma anche attorno a obiettivi sociali come la riforma agraria e certe nazionalizzazioni". 'Réalités algériennes' fornisce quindi un quadro delle differenti classi. I contadini costituiscono circa l'80 per cento della popolazione attiva: scarsi i grandi proprietari (su circa 600 mila aziende contadine, ve ne sono solo 8500 con più di 100 ettari e 16 mila con più di 50 ettari) e relativamente modesta anche la piccola borghesia rurale (vi sono circa 160 mila contadini con una superficie da 10 a 50 ettari) e relativamente modesta anche la piccola borghesia rurale (vi sono circa 160 mila contadini con una superficie da 10 a 50 ettari), la maggioranza è rappresentata da contadini poveri, di cui 332 mila con delle proprietà che vanno da uno a dieci ettari, e 105 mila con meno di un ettaro. Vanno ancora aggiunti 150 ila contadini che lavorano permanentemente su fondi altrui, circa 400 mila braccianti a lavoro giornaliero o stagionale, e un milione e mezzo di disoccupati permanenti, uomini e donne, inseriti dalle statistiche francesi nella catagoria degli "aiuti familiari". "I contadini hanno riposto tutte le loro speranze nell'indipendenza e nella riforma agraria. Vi vedono il solo mezzo per uscire dalla loro condizione inumana. La rivoluzione algerina in corso è quindi, in sostanza, essenzialmente una rivoluzione per la terra, una rivoluzione contadina". Senza la partecipazione dei contadini la guerra di liberazione sarebbe stata impossibile. A questa guerra essi hanno già dato il contributo di centinaia di migliaia di morti. La classe operaia è numericamente molto più debole. Di formazione recente (è triplicata dal 1911 al 1948) essa comprende 300 mila operai e 150 mila disoccupati permanenti, e altri 200 mila operai i quali risiedono in Francia. La maggioranza è fornita da manovali, minatori e 'dockers'. "Nella sua grande massa non si è formata nella lotta contro la borghesia nazionale algerina, che è la sua alleata nella otta nazionale, ma essenzialmente nella lotta contro la borghesia colonialista francese. Ciò ha determinato un legame ancora più stretto tra il suo patriottismo e la sua coscienza di classe, e contribuisce, d'altra parte, nel periodo presente, a sfumare la sua coscienza di classe nella lotta di liberazione nazionale, al fianco delle altre classi. La debole concetrazione, la recente origine contadina e i legami che gli operai hanno conservato con le campagne favoriscono l'influenza su di essi del'ideologia piccolo-borghese. Tuttavia, in rapporto alla classe operaia di un certo numero di paesi arabi e per delle ragioni storiche (apporto ideologico e pratico del movimento operaio francese, tradizioni di lotte sindacali della CGT in Algeria e in Francia, e soprattutto, l'esistenza e l'attività di un partito autonomo della classe operaia, il PCA) gli operai algerini hanno, nell'insieme, una coscienza politica e sociale più sviluppata". Tuttavia, "malgrado la sua influenza e l'importanza della sua funzione, la classe operaia non ha potuto, a causa di condizioni storiche obiettive, assumere la direzione pratica, politica e ideologica del movimento. Questa direzione è stata assunta invece dalla borghesia". 'Réalités algériennes' osserva a questo punto che la grande borghesia è pressoché inesistente, a causa dell'azione di soffocamento esercitata dalla grande borghesia europea. I suoi rappresentanti hanno assunto una posizione di attesa, a metà strada tra il movimento nazionale e certi ambienti francesi liberali e neo-colonialisti. E' tra questo strato sociale che De Gaulle cerca di sviluppare una terza forza "nazionalista oderata" con l'intento di aprire una breccia nell'unione delle forze nazionali. La borghesia media, spesso denominata borghesia nazionale, pur essendo limitata di numero e formata più da artigiani e commercianti che da industriali, svolge una grande funzione: "desiderosa di svilupparsi, si oppone apertamente al colonialismo che frena questo sviluppo". La piccola borghesia, "strettamente legata alle masse popolari più diseredate dalle quali è spesso uscita, è animata da uno spirito rivoluzionario benché la sua ideologia sia fondamentalmente borghese. L'influenza della borghesia, media e piccola, sulle altre classi, e in particolare sui contadini poveri e sulla classe operaia, si spiega con la sua posizione economica, il suo livello culturale più elevato e la sua relativa importanza numerica. Molto attiva, questa borghesia ha svolto una funzione importante nell'estensione e nello sviuppo del movimento nazionale, di cui assicura la direzione. Gli ha anche fornito a maggioranza dei quadri superiori, come è indicato dalla composizione attuale de governo provvisorio della Repubblica algerina e degli organismi dirigenti del FLN". L'esistenza di queste classi sociali si è tradotta nella formazione, nel corso della guerra di liberazione, di organizzazioni di massa autonome: la UGTA (lavoratori), la UGCA (commercianti e artigiani), la UGEMA (studenti) e la AGTA (lavoratori algerini in Francia) "le quali lottano al ccontempo per gli interessi particolari degli aderenti e per l'obiettivo nazionale comune a tutte e classi, l'indipendenza. La creazione di una organizzazione autonoma dei contadini avrebbe dato al movimento di liberazione delle basi più solide nelle campagne". L'organo del Comitato ccentrale del Partito comunista algerino rileva infine che "l'esistenza del PCA e la sua attività trovano il loro significato storico nelle leggi interne dello sviluppo politico e sociale dell'Algeria, di cui la classe operaia e le sue organizzaioni politiche e sociali, con la loro propria ideologia, sono il prodotto. Come lo ricordaa, tra altre considerazioni, una lettera del PCA al FLN il 12 luglio 1956 (lettera la quale motivava il mantenimento del partito e non la sua dissoluzione, come fu il caso di tutti gli altri partiti nazionalisti), il PCA è il difensore naturale e conseguente degli interessi e degi obiettivi proprii alla classe operaia e ai contadini poveri, interessi che non si oppongono a quelli della nazione ma ne sono, al contrario, la leva permanente. L'esistenza di un forte partito marxista-leninista è sin da ora una granzia che i lavoratori algerini avanzeranno domani verso una liberazione completa, l'obiettivo attuale essendo la liberazione nazionale. Per tutte queste ragioni i comunisti algerini assolvono nella guerra di liberazione i loro compiti patriottici con il più largo spirito unitario e con la convinzione che ogni rafforzamento del PCA sul piano politico e organico conduce obiettivamente a un rafforzamento della unità politica della nazione e alla elevazione del livello della lotta. Ogni indietreggiamento del PCA sarebbe, per contro, nocivo alla causa nazionale".»
Titolo Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Sergio Segre], Algeria. [sottotitolo: Le classi sociali e la guerra di liberazione nell'analisi di 'Réalités algériennes'] [e.v., s.: studio sulle classi sociali e la guerra di liberazione nazionale, «essenziale per comprendere i diversi problemi di tattica e di strategia che si pongono al popolo d'Algeria nella lotta contro il colonialismo francese»,'Réalités algériennes et Marxisme' (rivista del Comitato centrale del Partito comunista algerino), ante quem 1960/giugno][ssis]
Responsabilità
Sergio Segre+++
  • Segre, Sergio ; ; ; ; ; ; s. se ; S. Se. ; s.se. ; ente ; ente
  curatore di turno di+++   Rassegna delle riviste [Rinascita - mensile]+++
  
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Relazioni multiple
studio sulle classi sociali e la guerra di liberazione nazionale, «essenziale per comprendere i diversi problemi di tattica e di strategia che si pongono al popolo d'Algeria nella lotta contro il colonialismo francese»,'Réalités algériennes et Marxisme' (rivista del Comitato centrale del Partito comunista algerino), ante quem 1960/giugno+++
  • studio sulle classi sociali e la guerra di liberazione nazionale, «essenziale per comprendere i diversi problemi di tattica e di strategia che si pongono al popolo d'Algeria nella lotta contro il colonialismo francese»,'Réalités algériennes et Marxisme' (rivista del Comitato centrale del Partito comunista algerino), ante quem 1960/giugno ; ;
  rassegna di+++    
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30974+++
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Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1960 Mese: 6
Numero 6
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1960 - numero 6 - giugno


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