Area del titolo e responsabilitàDescrizione | | «[1)]. Dopo aver osservato che vi sono in Francia circa 2 milioni e mezzo di immigrati e che di questi 700 mila sono italiani, l'A. rileva che l'attuale corrente migratoria supera per importanza quella degli anni dal 1920 al '22: dal 1947 al 1955, secondo le cifre del ministero della Popolazione, hanno passato la frontiera 276 mila lavoratori italiani, seguiti da altri 241 mila fra il 1956 e il '59. A questa cifra già così imponente occorre aggiugere il numero degli emigrati stagionali, che sono passati dai 16 mila del 1954 ai 37 mila del 1959. Soprattutto nella regione parigina si è avuto un forte incremento dell'immigrazione italiana, che ha aggiunto, dopo il 1956, 40 mila lavoratori, soprattutto edili ai 70 mila che secondo le statistiche del 1954 avevano già trovato lavoro in questa zona della Francia. Nella Mosella si è passati dai 33 mila del 1954 ai sessantamila di oggi. "Gli immigrati - scrive a questo punto Barontini - sono dei lavoratori, fratelli di miseria e di speranza. La borghesia li pone in condizioni eccezionali per poterli meglio sfruttare, e aggravare le loro e le nostre condizioni di vita". Esistono, è vero, degli accordi franco-italiani sul trattaento da riservare a questi lavoratori, ma la realtà delle cose è molto spesso differente. "La pratica più corrente consiste nel pagarli a tariffe inferiori di quele riservate ale loro qualifiche. Sono anche nnumerosi i casi in cui i padroni abusano della non conoscenza, da parte degli immigrati, delle leggi sociali della Francia. Non pagano, ad esempio, le tariffe esatte per le ore straordinarie". Dopo aver ricordato il controllo permanente al quale gli immigrati sono sottoposti per ottenere il libretto di lavoro e il permesso di soggiorno, Barontini così scrive: "Se vogliamo che si rafforzi 'unità d'azione di tutti i lavoratori, non è possibile non tener conto delle loro rivendicazioni e della loro situazione. Questo comporta, da parte delle nostre organizzazioni, la conoscenza di questi fatti e il linguaggio appropriato per unirli alle nostre lotte". Solo combattendo tutte le forme di discrimanzione praticate dal padronato nei confronti degli immigrati, si riesce a creare il più largo schieramento nella lotta contro il supersfruttamento e i miglioramenti salariali. Fra i problemi particolari c'è quello degli alloggi. Nella regione parigina i lavoratori italiani sono alloggiati nei 'foyers', amministarti dagli stessi padroni delle aziende. Si tratta di dormitori per otto persone, e per ogni posto letto si pagano cinquemila franchi al mese. "Il lavoratore che vive nel 'foyer' non può ricevervi parenti o amici. Il capo del 'foyer', che è reclutato, di regola, tra i poliziotti o i legionari in pensione, impone la sua dittatura". Charle Barontini descrive quindi una visita del compagno Waldeck Rochet al 'foyer' di Aubervilliers, e il successivo invio di una lettera al governo per chiedere di affrontare questa situazione. Questa lettera, distribuita in italiano agli immigrati, è stata da questi appoggiata con la raccolta di firme in calce a una petizione. Un episodio analogo si è avuto a Bobigny. La Federazione del Nord-Est ha preso l'iniziativa di un bollettino in italiano per esporre ai lavoratori immigrati l'azione del PCF. A Saint Denis una petizione dei lavoratori italiani è stata appoggiata dal sindaco che è intervenuto presso il prefetto. Miglioramenti nelle condizioni di alloggio sono stati richiesti ad Avion con l'appoggio del sindaco comunista, e sono stati ottenuti a Strasburgo e a Pompei. A Pecquencourt il sindaco comunista ha organizzato una riunione dei minatori italiani per informarsi delle loro condizioni. "Tutte queste iniziative, che dobbiamo proseguire ed estendere, non possono non raggorzare i legami fraterni di tutti i lavoratori", né va dimenticato che nel periodo attuale di difficoltà economiche e di salari insufficienti possono aver presa certi resti di sciovinismo. L'A. analizza poi i mezzi di cui si servono le forze reazionarie per penetrare tra gli immigrati italiani: due settimanali con una tiratura complessiva di 25 mila copie, emissioni radiofoniche, ecc., e osserva che se il governo "può permettersi ancora oggi di impedire la creazione di organizzazioni democratiche, non può però ridurre l'attività del nostro partito in favore di questi lavoratori, per l'eguaglianza dei diritti... Essi hanno delle rivendicazioni particolari, dei sentimenti particolari che dobbiamo conoscere e comprendere se vogliamo che l'azione de nostro partito sia più efficace. Si tratta di compiti nuovi, diranno alcuni compagni. E' la vita che pone questi problemi. Non vederli significa andare verso nuove difficoltà. La funzione dirigente spetta al nostro partito e alle sue organizzazioni a tutti i livelli. In una sezione in cui lavorino e risiedano dei lavoratori italiani, è compito della sezione stessa di organizzare il lavoro tra questi immigrati e di prendere le misure politiche e di organizzazione che possono permetterci di migliorare la nostra attività nei confronti di questa categoria di lavoratori"». |
Titolo | Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Sergio Segre], Francia. [sottotitolo: L'immigrazione italiana e le lotte attuali in un'analisi dei 'Cahiers du Communisme'] [e.v., s.: Charles Barontini, La mano d'opera italiana immigrata e le lotte attuali, in 'Cahiers du Communisme', 1960/aprile][ssis] |
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