Area del titolo e responsabilitàDescrizione | | «preciso orientamento del padronato torinese teso a rompere il movimento operaio, a dividerlo, e a pregiudicare quindi l'azione rivendicativa per sostanziali miglioramenti salariali e per quella, moto pi importante, di salire alla direzione della cosa pubblica»
«Ma poi, quand'anche fosse stabilita la piena autonomia del collocamento al lavoro, è doveroso permettere un controllo sulla seria applicazione delle norme del collocamento stesso: chi può meglio svolgerlo nelle fabbriche se non le commissioni interne? Anche per questo s'impone il riconoscimento giuridico delle stesse, per renderle rappresentanti ufficiali del controllo operaio.»
auspica «una normalizzazione della funzionalità dell'ufficio di collocamento (come giustamente ha osservato il compagno Terracini nel suo intervento al Senato) [... poi] abolizione dei contratti a termine, salvo i casi di comprovata necessità eccezionale, insieme alla giuridicità da attriuire alle commissioni interne.» |
Titolo | Lettere al Direttore, Celestino Cantieri (Torino, aprile), Torino e l'immigrazione [e.v., s.: apprezzamento per «l'abrogazione delle leggi fasciste sulla migrazione interna avvenuta al Senato, in seguito alla proposta di legge presentata dai comunisti, e l'entrata in vigore, quindi, dell'articolo 16 della costituzione», dal momento in cui «Il fenomeno della immigrazione è infatti particolarmente rilevante a Torino, ed è stato utilizzato dalla FIAT nella sua azione per sostituire la parte più combattiva della sua classe operaia con elementi nuovi, in gran parte provenienti dalle campagne piemontesi, dal Veneto, dal Mezzogiorno, e così vita. [...] Sulla base di queste due leggi fasiste, come è noto, per avere un posto di lavoro era indispensabile il certificato di residenza; e per ottenere quest'ultimo si rendeva necessario essere già collocati al lavoro. La scappatoia era offerta dalla possibilità di essere censiti come residenti se si aveva una occupazione "in proprio". Di qui sono nate le cooperative, nelle quali tanti immigrati sono entrati come "soci" per avere subito il sospirato certificato e illusi di partecipare, in quanto "soci", quindi padroni, alla divisione degli utili della cooperativa ogni fine d'anno. In realtà utili non ce ne sono mai stati [...] A questo è da aggiungere anche [...] quello dei contratti a termine. Nata per favorire l'occupazione stagionale o di emergenza in alcuni settori dell'industria, l'assunzione a termine e divenuta nelle mani degli industriali un'arma da contrapporre al movimento operaio, un cuneo, diciamo, da inserire tra gli operai, e rompere così la loro spinta unitaria e in avanti. Quanto abbiano pesato le assunzioni a termine si è visto durante gli scioperi condotti dai metallurgici nel 1959», e concludendo «azione governativa, sempre in vena di "riforme" e progetti-legge ad esclusivo vantaggio di industriali e monopolisti: a danno, quindi, dei lavoratori tutti.»][asis] |
Rubrica od altra struttura ricorsiva | |
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