Area del titolo e responsabilitàDescrizione | | [... 1)] «cerca di dimostrare che la linea di sviluppo democratico proposta dai comunisti è in sostanza una linea tattica di "ripiegamento" sui problemi di politica interna, dettata dalla considerazione che è oggi ancora impossibile l'accesso dei comunisti al potere. "Esonerati, dunque, dalla politica estera e dalla situazione internazionale, da responsabilità dirette di governo, i comunisti hanno capito che restava una sola cosa da fare, e da fare in fretta: radicare la loro presenza dovunque in Italia si prendono, o si attende che si prendano, decisioni politiche in largo senso "progressive". [...]», [2) ...] «I comunisti riterrebbero cioè "che ogni egge di attuazione costituzionale deve passare per l'interpretazione marxista, che ogni provvedimento sociale deve passare per i sindacati, che la stessa vita parlamentare e democratica deve risentire della presenza attiva del PCI". Così i comunisti cercherebbero di raggiungere di volta in volta gli obiettivi più adatti e opportuni, anche se limitati, "ma con l'attenzione sempre tesa verso lo scopo finale: la disintegrazione della comunità statale, solo momento in cui gli sarà possibile attuare la rivoluzione". La conclusione della rivista della sinistra della destra democristiana, anche se implicita, è chiara: per evitare la "rivoluzione", sarà bene non prestarsi al giuoco dei comunisti, e continuare a fare a meno di leggi di attuazione costituzionale, di provvedimenti sociali, e rendere sempre più asfittica la stessa vita parlamentare e democratica. [1) e 2)] Poiché però il PCI "ha grandi capacità di recupero", "più difficile e delicata potrebbe presentarsi nei prossimi anni la situazione politica italiana; se qualcosa nel frattempo non interverrà a modificarla". Dovrebbero riflettere su simili conclusioni e sull'oscura minaccia di sapore fascista o almeno gollista in esse contenuta, coloro i quali, come Umberto Segre e come i redattori de 'Il Ponte', intendono lavorare per una prospettiva di sviluppo democratico e costituzionale e combattere contro quel "qualcosa" che la destra italiana oramai palesemente vagheggia.[1) ... per i dogmi dell'anticomunismo] non sono positive, bensì assai deboli e contraddittorie, e in definitivaa illusorie, le conclusioni cui perviene Umberto Segre. Egli auspica un'alleanza DC-PSI che sia autosufficiente rispetto all'appoggio dei comunisti e che finisca per "svuotare" la linea politica del PCI. Di fronte a uno sviluppo democratico attuato senza di loro, i comunisti infatti, oltre ad esser tagliati fuori in quanto sostenutori della "via dmocratica", si troverebbero al tempo stesso con le mani legate per "non aver predisposto nulla per la via '''non''' democratica". Ma Segre deve anche riconoscere l'attuale immobilità di quele forze politiche che dovrebbero realizzare una simile ipotesi, e ciò gli fa temere che quando finalmente fanfaniani e "basisti", radicali e socialdemocratici e socialisti, si muoveranno insieme verso uno sviluppo democratico, troveranno il terreno già occupato dai comunisti: "in breve, sarà accaduto che, esclusi prima dall'azione e dal potere, i comunisti dovranno infine esserne accettati come sostenitori necessari e non discriminabili". E a questa prospettiva, che ogni democratico dovrebbe invece auspicare e favorire, Umberto Segre finisce per guardare, non avendo sciolto i nodi ddell'anticomunismo, con una [1) e 2)] preoccupazione singolarmente affine a quella della destra clericale che si esprime sulla rivista di Andreotti.[...]», [3) analisi delle discussioni tipica della pubblicistica socialdemocratica ...](su 4-5) è un esempio; ma soprattutto su 6): «Per confutare la validità della linea di sviluppo democratico proposta dal PCI, Tamburrano cerca da un lato di dimostrarne l'incompatibilità con il modello democratico-borghese, e d'altro lato, secondo un punto di vista che è tipico dell'attuale revisionismo, ne sostiene l'insufficienza a realizzare quel modello altrettanto astratto di una società socialista ideale che secondo i revisionisti resterebbe ancor oggi inattuato là dove i comunisti sono al potere. L'orientamento revisionista del Tamburrano è confermato da un successivo articolo, pubblicato su [7)], in cui, alla vigilia del IX Congresso, si auspica un "rinnovamento" del PCI che, insieme al superamento di posizioni oramai da tempo superate, come quelle relative al principio dello "Stato guida", porti anche alla liquidazione di presunti "schemi" leninisti, che sono poi alcuni fondamenti essenziali di una concezione marxista e rivoluzionaria dello "Stato guida", porti anche alla liquidazione di presunti "schemi" leninisti, che sono poi alcuni fondamenti essenziali di una concezione marxista e rivoluzionaria dello Stato e del potere. Di fronte a posizioni di questo genere, Magnani riafferma nell'articolo citato la necessità di adottare un criterio marxista di interpretazione della realtà, che "è congenialmente legato alla capacità critica di svestire le istituzioni del loro formalismo per giungere al nocciolo dei rapporti umani che in un dato momento e in una data società dietro ad esse si celano, ed è anche congenialmente legato all'indicazione di una prassi che, verificando e modificando, costituisce essa stesa strumento di verità". La conclusione di Magnani è che "il PCI lotta ora per una prospettiva di sviluppo del nostro paese che non ha contrasti insormontabili con quella rappresentata storicamente dal PSI".
Il problema centrale che emerge da tutti questi commenti e interpretazioni della linea politica del PCI, è evidentemente quello del rapporto tra lotta democratica e prospettiva socialista, del carattere 'rivoluzionario' che assume necessariamente in Italia la lotta per la democrazia, il problema, al tempo stesso, delle forme e degli istituti di una società socialista che potrà sorgere in Italia se si continuerà a percorrere la via della lotta democratica. All'impostazione e alla discussione di questo problema, reca un importante contributo [8)], con una serie di acuti "appunti" sui problemi della libertà e del socialismo, nei quali si porta avanti la polemica marxista contro la concezione democratico-borghese dello Stato e della libertà e si richiamano i fondamenti 'di principio' di una linea rivoluzionaria di sviluppo democratico verso il socialismo. Le forme democratico-borghesi - scrive Cerroni - sono forme ella società borghese, ma sono anche elementi che ne fuoriescono, "così come la stessa classe operaia nel mentre è 'parte' integrante della società civile borghese è anche un elemento che ne fuoriesce e la nega". All'esistenza di questa contraddizione tipica della società borghese occorre rifarsi per sciogliere il nodo di un problema che è alla base della bia democratica al socialismo: come cioè "le forme politiche moderne che in via primaria sono le forme di un nuovo modo di produzione e sfruttamento possono aprire le porte a forze sociali antagoniste rispetto alla società borghese. E - reciprocamente - come la nuova società socialista di transizione può profilarsi - nelle sue forme politiche - come una continuazione-superamento delle '''libertà borghesi'''".») |
Titolo | Rassegna delle riviste, [rubrica, a cura di Enzo Modica], Italia. [sottotitolo: Echi del IX Congresso - L'oscura minaccia di 'Concretezza' - Il rapporto tra lotta democratica e prospettiva socialista] [e.v., s.: Le tesi e i dibattiti del IX Congresso in relazione alle prospettive della democrazia italiana: 1) Umberto Segre, «consueta tesi dell'asservimento dei comunisti alla "concezione di potenza dell'URSS" sia pure, oramai, nell'ambito della distensione[... per cui] non possono per loro natura congiungere alla "progressività" su piano strutturale, il "rigore della prassi democratica su quello politico"», in «Il Ponte», 1960/1; 2) anonimo redattore della rivista di Giulio Andreotti, in «Concretezza» (n. 4, 16 febbraio 1960), per cui "Il concetto più sostanziale di "nuova maggioranza" è forse quello di considerare la vita politica e parlamentare italiana come qualcosa che non si possa muovere o sviluppare indipendentemente dalla presenza, se non addirittura dalla volontà del Partito comunista»;3)Valdo Magnani, in 'Problemi del socialismo' (dicembre 1959) sulla questione della "fedeltà" ai principi democratici discussa, anche da parte socialista, con il canone dello stato democratico-borghese (4-5)Pier Carlo Masini, su 'Critica Sociale', 1959/23 e 1960/4; 6) G. Tamburrano, su 'Mondo Operaio', 1959/11, laddove 7)«l'orientamento revisionista del Tamburrano è confermato da un successivo articolo», 'Critica Sociale', 1960/2 gennaio);8)Umberto Cerroni, in 'Contemporaneo', n. 21, gennaio 1960][ssis] |
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Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)Relazioni multiple | Umberto Segre, «consueta tesi dell'asservimento dei comunisti alla "concezione di potenza dell'URSS" sia pure, oramai, nell'ambito della distensione[... per cui] non possono per loro natura congiungere alla "progressività" su piano strutturale, il "rigore della prassi democratica su quello politico"», in «Il Ponte», 1960/1+++ - Umberto Segre, «consueta tesi dell'asservimento dei comunisti alla "concezione di potenza dell'URSS" sia pure, oramai, nell'ambito della distensione[... per cui] non possono per loro natura congiungere alla "progressività" su piano strutturale, il "rigore della prassi democratica su quello politico"», in «Il Ponte», 1960/1 ; ;
| | rassegna di+++ | | | | | | anonimo redattore della rivista di Giulio Andreotti, in «Concretezza» (n. 4, 16 febbraio 1960), per cui "Il concetto più sostanziale di "nuova maggioranza" è forse quello di considerare la vita politica e parlamentare italiana come qualcosa che non si possa muovere o sviluppare indipendentemente dalla presenza, se non addirittura dalla volontà del Partito comunista»+++ - anonimo redattore della rivista di Giulio Andreotti, in «Concretezza» (n. 4, 16 febbraio 1960), per cui "Il concetto più sostanziale di "nuova maggioranza" è forse quello di considerare la vita politica e parlamentare italiana come qualcosa che non si possa muovere o sviluppare indipendentemente dalla presenza, se non addirittura dalla volontà del Partito comunista» ; ;
| | rassegna di+++ | | | | | | Valdo Magnani, in 'Problemi del socialismo' (dicembre 1959) sulla questione della "fedeltà" ai principi democratici discussa, anche da parte socialista, con il canone dello stato democratico-borghese+++ - Valdo Magnani, in 'Problemi del socialismo' (dicembre 1959) sulla questione della "fedeltà" ai principi democratici discussa, anche da parte socialista, con il canone dello stato democratico-borghese ; ;
| | rassegna di+++ | | | | | | [relazione complessa] [insieme]Pier Carlo Masini, su 'Critica Sociale', 1959/2-3 e 1960/4+++ | | rassegna di+++ | | | | | | G. Tamburrano, su 'Mondo Operaio', 1959/11+++ - G. Tamburrano, su 'Mondo Operaio', 1959/11 ; ;
| | rassegna di+++ | | | | | | G. Tamburrano, su 'Critica Sociale', 1960/2 gennaio+++ - G. Tamburrano, su 'Critica Sociale', 1960/2 gennaio ; ;
| | rassegna di+++ | | | | | | Umberto Cerroni, in 'Contemporaneo', n. 21, gennaio 1960+++ - Umberto Cerroni, in 'Contemporaneo', n. 21, gennaio 1960 ; ;
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