Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Lettere al Direttore Caro Direttore, secondo la testimonianza di r. d. s. ('Rinascita', n. 3, marzo 1959, recensione al 'Gattopardo' di Giuseppe Tomasi di Lampedusa) «nelle librerie delicate signore d'una certa età, giovani "arrabbiate" e piccoli borghesi lettori dei rotocalchi chiedono 'II Gattopardo'». Accade ora che il sottoscritto (il quale non può appartenere alle prime due categorie elencate da r. d. s., e ritiene di non essere neppure elemento della terza) possa testimoniare sulla esistenza di altre, e diverse, categorie di acquirenti del 'Gattopardo': per esempio medici, ingegneri, scienziati, che per solito non riescono a dedicare tempo a letture disinteressate. «Non abbiamo controllato le reazioni a 'posteriori' di questo pubblico» (cioè tardone, fanatiche e piccoli borghesi lettori di rotocalchi), di- ce r. d. s., il quale però, seguitando, dedica circa un quarto della sua non lunga recensione ad alcune ipotesi sulle reazioni delle categorie che, uniche, interessano il suo discorso. Egli ritiene che la «maggior parte non sia andata oltre le prime pagine », che tutti lo abbiano comunque letto «con certa noia», e i più avveduti con compiacimento per il fatto che «l'immagine generale che della Sicilia si fa la borghesia italiana non ne esca smentita». Per quanto io sia seguace, sul terreno della « tecnica » professionale, del metodo ipotetico-deduttivo, lo lascio in questo caso al letterato r. d. s., e penso non inutile dare qualche informazione sulle reazioni, sperimentalmente controllate (e non supposte), di qualche decina di lettori del 'Gattopardo' appartenenti a categorie a me più affini e note che non quelle delle tardone fanatiche, ecc. Medici, ingegneri, scienziati, maestri e professori che io conosco hanno tutti, indistintamente tutti, letto 'II Gattopardo' per intiero, rapidamente, e divertendosi moltissimo. Inoltre a tutti, dico a tutti, è risultato immediatamente chiaro che l'interesse dell'opera non andava ricercato in quella Sicilia che Leonardo Sciascia ha chiamato «la Sicilia del Gattopardo», che nessuno «nè musulmano nè cristiano» è riuscito e riuscirà mai a modificare; tutti hanno giudicato più deboli, meno significative delle altre parti dell'opera quelle dedicate alla «teoria della Sicilia», e in generale, a una «morale» (aristocratica). Sembrerebbe quasi che i tecnici «illetterati» o gli scienziati che non leggono mai romanzi dei quali sto parlando, ai quali è molto piaciuto 'II Gattopardo' ma non «la Sicilia del Gattopardo», siano stati in questo caso assai più vicini a Marx, che ben distingueva Balzac scrittore da Balzac reazionario, o a Gramsci, acutissimo in consimili distinzioni, che non il recensore di 'Rinascita'. Non vorrei tuttavia andare 'ultra crepidam' (come 'sutor' matematico mi sia consentito di dire che Tomasi di Lampedusa è uno dei rarissimi artisti che ha saputo, se pur con poche notazioni, incorporare nella vita la qualità di scienziato del suo personaggio: penso al problema di meccanica celeste che occupa don Fabrizio nell'ora più vuota e triste del ballo, al posto che occupa la ricerca scientifica nel suo ripensare il tempo vissuto davvero mentre la vita esce a fiotti da lui). Sul 'Gattopardo' si discute come forse non si era mai discusso su di un romanzo da quindici anni a questa parte: che se ne discuta è cosa ottima, ed è cosa ottima, anche per coloro che come me credono che 'II Gattopardo' conserverà un posto di rilievo nella letteratura italiana, che su di esso si eserciti una critica severa. Ma appassionata e seria, non sufficiente e superficiale. Con molti ringraziamenti e saluti Lucio Lombardo Radice | |
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