Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Italia Libera all’estero, L’ Dopo il 1924, nei principali centri dell’emigrazione italiana sorsero gruppi aderenti all’associazione « L’Italia Libera» (v.), raggruppanti l’ala antifascista degli ex combattenti e miranti a promuovere iniziative e manifestazioni contro il fascismo. Ma, all’estero, la dialettica politica dell’antifascismo portò ben presto gli iscritti a staccarsi da questa associazione per aderire ai diversi raggruppamenti politici che dal 1925 al 1945 andarono formandosi particolarmente in Francia, in Belgio, nel Lussemburgo e in Svizzera. Pertanto il collegamento tra la primigenia associazione fiorentina e le testate dei diversi periodici pubblicati nell’emigrazione italiana (come « L’Italia Libera » di Lugano, l’omonimo settimanale di Parigi e, più tardi, anche quello di Enzo Tagliacozzo negli Stati Uniti, rimase puramente ideale. Assai diversi tra loro erano gli indirizzi politici di quei periodici e dei rispettivi gruppi: alcuni prevalentemente di ispirazione comunista, altri di orientamento socialista e repubblicano. Soltanto la spinta unitaria della Guerra di liberazione avrebbe condotto, più tardi, alla unificazione dei diversi gruppi attorno ai C.L.N. e al giornale L'Italia Libera, pubblicato a Parigi sotto la direzione dell’avvocato Riccardo Ravagnan. Il primo numero della pubblicazione comparve a Natale del 1943 e ne uscirono in tutto 5 numeri, l’ultimo dei quali poco prima dell’insurrezione di Parigi (luglio 1944). L'Associazione Terminata la guerra, l’associazione unitaria degli italiani che avevano partecipato attivamente alla Resistenza in Francia, nel Belgio e nel Lussemburgo ebbe, col nome di « Italia Libera », due centri distinti: l' l’uno a Parigi, dove il vecchio giornale, diretto sempre da Riccardo Ravagnan, riprese le pubblicazioni con ritmo settimanale; l’altro a Bruxelles (a questo era collegato anche il centro lussemburghese di Esch-sur-Alzette), dove segretario generale dell'Associazione era il professore Luciano Mencaraglia. Il centro di Bruxelles pubblicava a sua volta un settimanale, dal titolo L’Italia di domani. Negli anni del secondo dopoguerra quest’associazione unitaria, con i suoi giornali e gruppi di aderenti, costituì un importante elemento di organizzazione della vita democratica nelle colonie degli emigrati italiani di diverse regioni della Francia, del Belgio e del Lussemburgo. L’afflusso, particolarmente massiccio in Belgio, di nuovi emigrati per il lavoro nelle miniere, e in Francia e nel Lussemburgo per i lavori agricoli e industriali, diede notevole peso all’attività dell'Associazione. All’insufficienza degli accordi contrattuali e al disinteresse delle rappresentanze ufficiali italiane faceva riscontro l’incontrollato arbitrio padronale da parte delle aziende locali, sicché l’Associazione « Italia Libera » dovette sopperire a quelle deficienze prendendo essa stessa una serie di iniziative volte all’organizzazione mutualistica, alla soluzione della questione degli alloggi, all’assistenza sociale, alla difesa del salario e delle condizioni di vita dei lavoratori italiani all’estero. Il successivo corso degli avvenimenti in Italia e la guerra fredda portarono alla rottura dell’unità democratica nell'Associazione, tanto ai vertici che alla base. Organizzazioni di rottura, largamente finanziate dai centri padronali e governativi e con i loro organi di stampa in lingua italiana, riportarono la divisione nelle colonie di emigrati. Tanto le autorità governative francesi che quelle belghe, con appositi decreti, nel 1946 imposero lo scioglimento de « L’Italia Libera » e la soppressione dei suoi settimanali. A ciò seguirono numerosi provvedimenti di espulsione di dirigenti nazionali e provinciali dell’Associazione. Tali misure vessatorie non mutarono l’orientamento democratico e antifascista delle colonie italiane all’estero, rimaste in gran parte legate alle organizzazioni sindacali e politiche democratiche delle varie località, grazie anche all’opera precedentemente svolta dall’« Italia Libera ». (Per l’emigrazione italiana in Svizzera si veda la voce Colonie libere italiane). L.Me. | |
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