Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Dal nostro corrispondente PADOVA - Altre dieci nuove testimonianze e un viaggio a Vicenza dei giudici padovani sono le novità che marcano gli ultimi due giorni di attività istruttoria. A Vicenza il PM Calogero e il giudice istruttore Palombarini si sono incontrati con i colleghi che — dopo la morte di tre autonomi a Thiene, dilaniati da un ordigno che stavano preparando — conducono un'inchiesta sull'autonomia locale, ritenuta dipendente da quella padovana. Finora, il più interessante collegamento tra le due istruttorie venete sembra essere un documento molto recente di «Prima linea», una bozza in fotocopia che l'organizzazione ha fatto girare tra i propri membri per la discussione interna in vista di una stesura definitiva. Il documento è stato trovato sia nella casa di Thiene dove sono morti i tre giovani, sia nel domicilio padovano del prof. Luciano Ferrari-Bravo, docente a scienze politiche, imputato a Roma degli stessi reati attribuiti a Tony Negri. I testi sentiti si sono inoltre aggiunti a quei «quindici testimoni di buon livello», come li aveva definiti l'altro giorno un magistrato, ex militanti di «Potere operaio» e «Autonomia», che avevano fornito notizie «dall'interno» sulla struttura della organizzazione autonoma e su singoli episodi terroristici. Cosa abbiano detto i nuovi testi non si sa: stavolta i giudici hanno evitato ogni dichiarazione. Segno che sono stati raggiunti risultati importanti? Può farlo pensare anche una dichiarazione del procuratore capo Aldo Fais, il quale ieri, nel corso di una conferenza stampa, ha detto: «Alle volte scopriamo più di quanto cerchiamo...». Ed ha aggiunto: «L'inchiesta avrà ulteriori sviluppi, anche territoriali». Fais si è incontrato con i giornalisti in una specie di «supplenza» della conferenza stampa settimanale dei giudici che il titolare dell'istruttoria, Palombarini, ha temporaneamente sospeso, in attesa che avvengano le elezioni. Dell'assenza di un minimo di informazione da parte della magistratura ha subito approfittato il collegio di difesa che l'altro giorno ha tenuto un'ennesima conferenza stampa per ripetere che l'istruttoria in corso altro non è se non una manovra preelettorale organizzata dal PCI per criminalizzare ogni dissenso. Ai difensori ha replicato ieri Fais con durezza: «Quando i militanti del PCI hanno avuto notizie utili in riferimento ad attentati e ad episodi specifici, le hanno sempre riferite alla magistratura, come hanno fatto anche altre persone, ad esempio i membri della consulta provinciale per l'ordine democratico. Questo è il preciso dovere di ogni cittadino: vorrei che tutti facessero così. Ma è una cosa ben diversa dalla strumentalizzazione. Quella della difesa è una montatura in malafede». | |
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