Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Dal nostro inviato RIETI — Una cellula eversiva cerca di aggregare frange dell'estremismo di destra e di «sinistra». E' questa la realtà che stanno mettendo in luce le indagini partite da Rieti, dopo la scoperta di un interessante archivio in casa di un misterioso personaggio, Alessandro Neri, operaio di un'industria del Reatino. Proprio dai nomi e dai documenti trovati in casa sua, a Monte S. Giovanni, il sostituto procuratore della repubblica di Rieti, Giovanni Canzio, è risalito ai primi anelli importanti, arrestati la notte di martedì a Parma. Claudio Mutti, professore di scuola media legato a Freda, e Leonardo Allodi, studente universitario. Mutti che è difeso dall'avvocato Costantino Cambi (lo stesso legale di Saccucci) sarà interrogato oggi. Allodi domani. Ma sempre in base a quei documenti sono partiti anche altri tre ordini di cattura ancora non eseguiti e ben cinquanta mandati di perquisizione in case private e sedi di assciazioni varie in tutta Italia. L'operazione, affidata ai carabinieri, abbraccia numerosi capoluoghi e il materiale finora raccolto è stato definito, con una frase di rito, «interessante». Di che cosa si tratti con precisione è impossibile saperlo, ma numerosi elementi resi noti nei giorni scorsi forniscono un quadro preciso e allarmante. In primo luogo è ormai certo che nell'appartamento di Alessandro Neri sono stati trovati volantini, elenchi di nomi e lettere, fra cui un carteggio con Franco Freda e Sandro Saccucci, prima che i due fuggissero all'estero. Ma l'elemento più interessante è un volantino-programma intestato a «Unità rivoluzionaria», sigla sconosciuta fino ad oggi, con uno strano simbolo. Sarebbe proprio sotto quella sigla e quel simbolo che dovrebbero «unirsi» secondo un piano già abbastanza delineato, vari movimenti eversivi «neri» e «rossi» disposti comunque a gettare caos e logorare la «democrazia borghese», il sistema. Riecheggiano idee e folgoranti intuizioni che riportano direttamente a Pino Rauti, il «puro del MSI». Così scrisse e ha detto più volte l'esponente neofascista: «Noi non vogliamo la guerra con l'estrema sinistra. Noi combattiamo dalla stessa parte contro il regime DC-PCI». Gli faranno eco i NAR — Nuclei di azione rivoluzionaria — con un appello all'area della autonomia dopo l'attentato a Radio Città futura: «Non ci piace colpire gente che, come noi, è seriamente impegnata per migliorare questo sistema, anche se sono degli imbecilli». Un programma che evidentemente, va avanti nonostante le ripulse verbali. Il primo riscontro a questa teoria dell'«avvicinamento» per schiacciare da due lati il sistema democratico, si ha a Bari, subito dopo l'uccisione del giovane compagno Benedetto Petrone. Viene scoperto un gruppo ibrido di neofascisti e filobrigatisti, capeggiati, pare, da una redattrice di «Controinformazione», una delle riviste più informate sul terrorismo rosso e nero. Francesca Romano Ventricelli verrà arrestata, ma nessuno sa quale ruolo giocasse realmente. Una prova del nove di questo disegno è spuntata ora a Rieti, con i documenti trovati dopo le perquisizioni ordinate dal dottor Canzio in questi ultimi giorni. Altri brandelli di notizie scaturiscono a illuminare una scena i cui confini si perdono però, dietro il sipario di silenzio degli inquirenti. Tre settimane fa la magistratura si interessò, ad esempio, a una «riunione pubblica» regolarmente chiesta e ottenuta in un cinema romano, l'Holliwood, da una organizzazione di destra ancora poco conosciuta: «Comunità organiche di popolo». Sembra che a questa riunione parteciparono non più di quaranta persone, tra le quali Pino Rauti, e rappresentò uno dei pochi «momenti di incontro» della nascente cellula eversiva. Su quel summit, la magistratura dovrebbe avere numerosi elementi e, forse, proprio di lì è venuta allo scoperto una strategia complessiva della ultima cellula eversiva. Le fasi della «unificazione» tra gli estremismi di vario colore sarebbero quattro: 1) l'organizzazione di una cellula di base, «nera» con l'incarico di contattare gruppi di sinistra comunque «contestatori del sistema»; 2) l'avvio di questi contatti attraverso elementi fidati delle varie organizzazioni: 3) l'organizzazione di una cellula eversiva comune (Unità rivoluzionaria); 4) quindi l'azione diretta contro le strutture dello Stato. Quest'ultima fase sarebbe già in atto. A questo tipo di organizzazione infatti pare si possano attribuire gli attentati al Campidoglio e al carcere di Regina Coeli a Roma, rivendicati con una sigla di comodo: «Movimento popolare rivoluzionario». Il quale va ricordato, alla definizione di «fascista» riportata da quasi tutta la stampa, rispose con un volantino invelenito quanto dettagliato per dire che non di fascisti si trattava ma di un movimento ben più articolato e composito. Questo il quadro molto sfumato, ancora, nel quale si sta muovendo l'indagine di Rieti, città legata da anni alle trame eversive di destra, scenario anche in questi giorni di violenza contro esponenti di sinistra. Proprio ieri il dottor Canzio ha ordinato l'arresto di sei giovani missini (uno sarà rilasciato in libertà provvisoria perchè minorenne) dopo il vile pestaggio ai danni di alcuni compagni della FGCI che stavano diffondendo i volantini di un comizio del partito. Il magistrato ha quindi rinviato l'interorgatorio dei neofascisti di Parma, proprio per ascoltare costoro. Interrogatori ben più laboriosi, sono riservati ai nuovi esponenti della cellula eversiva. L'impressione è che dureranno giorni. | |
|
|