Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: EGEO Si riapre la vertenza greco-turca L'uscita nel Mar Egeo della Sismik 1, un'unità turca sulla quale erano appena terminati in cantiere i lavori di trasformazione per attrezzarla a scopi di ricerca petrolifera, ha riacceso improvvisamente la tensione tra Atene e Ankara. La missione della nave (le cui dimensioni sono piuttosto grosse, visto che stazza dodicimila tonnellate) se, da una parte è stata definita « di pace,», come ha volutot sottolineare il ministro degli: esteri Caglayangil all'ambasciatore greco annunciandogliene preventivamente la parte, dall'altra parte è stata salutata con manifestazioni nel porto di Istanbul e con particolare enfasi sulla stampa turca. Segno dell'importanza politica che viene data alle ricerche che verranno effettuate dai quarantacinque uomini imbarcati e, quindi, segno del fatto che con la Sismik.1 la Turchia comincia a contrastare in modo aperto e con precise azioni i diritti rivendicati dal governo ateniese sulla piattaforma continentale dopo l'individuazione di possibili giacimenti petroliferi sottomarini nei pressi dell'isola di Tasso, due anni fa, scoperta che aveva reso ancora più aspro il contenzioso tra le due capitali sulla questione. L'anno scorso i due governi avevano deciso di presentare il problema di fronte alla Corte internazionale del-l'Aja, dopo il nulla di fatto di una serie di incontri bilaterali. Tuttavia alla decisione, assunta in linea di principio, non era seguito un passo concreto poiché era mancato l'accordo sul testo del ricorso alla Corte. Le ragioni evidentemente esulavano dalla questione in discussione poiché si inserivano nello scontro più generale tra Atene e Ankara su Cipro e nelle vicende politiche interne ai due paesi dove prevalgono le tendenze a gettare benzina e non acqua sul fuoco. In questo quadro, al di là delle poche dichiarazioni distensive di alcuni suoi ministri, il premier turco Demirel si è affrettato a dire che « una intercettazione della Sismik 1 nel Mar Egeo costituirebbe un atto di pirateria », evocando in questo modo un deterrente di fronte all'eventualità di un'azione di forza che le autorità politiche e militari greche non paiono escludere in partenza: A tale dichiarazione ha prontamente replicato un portavoce ateniese secondo il quale « il. governo segue con calma e attenzione la rotta della nave turca e ha già fatto intendere chiaramente di essere deciso a intervenire soltanto nel caso venissero vio= lati i suoi diritti ». Dietro a queste parole esistono reali intenti di minaccia. Se Ankara ha mandato la Sismik I nell'Egeo per porre l'avversario con le spalle al muro e di fronte al fatto compiuto, le autorità elleniche hanno risposto, fin dal momento della partenza da Istanbul dell'unità scientifica, mettendo in stato d'allarme le forze armate e inviando una parte della flotta a pattugliare le acque attorno alle isole di Lemno e di Lesbo, zone considerate particolarmente critiche nel contenzioso.. Negli atti e nelle dichiarazioni pubbliche, entrambe le parti si mostrano insomma particolarmente risolute. C'è da chiedersi cosa in realtà stia maturando dietro a questa decisione e fino a quale punto siano in moto i meccanismi dipiomatici, anche all'interno della Nato di cui entrambi i paesi fanno parte. Un eventuale scontro nel Mar Egeo non avrebbe infatti con- seguenze limitate e il fuoco della guerra si riaccenderebbe subito a Cipro. La domanda sulle iniziative dipiomatiche riguarda così anche gli interessi che si muovono contemporaneamente alla prova di forza in atto, alcuni dei quali possono anche mirare a una nuova esplosione nel Mediterraneo orientale. Suleyrnan Demirel • • •
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