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Trascrizione Non markup - automatica: TURCHIA Un'ondata di pericoloso "patriottismo" Il primo ministro turco Bulent Ecevit Gli attentati che in quarantotto ore hanno portato all'assassinio di due ambasciatori turchi — quello a Vienna e quelio a Parigi — non soltanto danno una nuova dimensione al concetto di immunità diplomatica, come ha un po' cinicamente scritto Le Monde, ma faranno sicuramente fare uno « scatto » verso una maggiore intransigenza alla politica estera turca, in particolare per quanto riguarda la questione cipriota. Le ipotesi sull'origine degli attentati non interessano per ora in questa sede. Che si tratti di greci-ciprioti ridotti alla disperazione, di rappresentanti di qualche gruppo estremista armeno o, magari — come non è fantasioso immaginare — di altre forze (non escluse quelle interne turche dell'estrema destra, rimaste scottate e abbastanza malridotte dalle recenti elezioni parziali che le hanno viste clamorosamente sconfitte), per adesso il risultato non cambia. In Turchia i due assassinii hanno innescato un'ondata di reazione di tipo « patriottico » abbastanza diffusa e anche pericolosa. Ogni conclusione a questo proposito sarebbe per ora affrettata ma è un fatto che è stata immediatamente la posizione di Ankara sulla questione cipriota quella che sembra averne risentito di più. Sia il governo che l'opposizione di Bulent Ecevit sono preda di una precisa sensazione di insuccesso su tale problema. Ecevit primo ministro che ha de- cretato e effettuato l'invasione — sente di avere compiuto un gesto che non ha trovato alcuno sbocco positivo per il paese. Il primo ministro Demirel (uscito non male alle ultime elezioni, ma solo a spese dell'estrema destra) non ha visto neppure un solo governo riconoscere lo Stato fantasma turco-cipriota che egli ha così imprudentemente preteso di costituire. Si poteva immaginare che, dopo le elezioni e dopo che il Congresso degli Stati Uniti aveva deciso di togliere l'embargo sulla fornitura di armi, il governo turco — visti anche gli insuccessi registrati — avrebbe anche potuto alleggerire un poco la sua posizione sulla questione cipriota e contribuire a far diminuire la tensione nel Mediterraneo orientale, migliorando anche i suoi rapporti con la Grecia. L'episodio sanguinoso degli attentati agli ambasciatori potrebbe dunque rivelarsi molto utile per quelle forze, interessate a non far avanzare verso una soluzione negoziata il problema di Cipro, forze che esistono q militano pericoiosamente ad Ankara e anche in altri circoli reazionari dell'Europa.
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