Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: 111 TURCHIA Arretra l'estrema destra Bulent Ecevit leader del Partito repubblicano del popolo Con tutte le cautele imposte dalla complessità della situazione (ed in particolare dalla esclusione dal voto dei partiti di sinistra, tuttora messi praticamente al bando), si può tuttavia affermare — come giudizio d'insieme — che le elezioni parziali svoltesi domenica in Turchia hanno segnato una sconfitta della destra. Il risultato elettorale ha visto infatti un cons'stente rafforzamento sia del partito di opposizione di Bulent Ecevit (il Partito repubblicano del popolo, correntemente definito dagli osservatori coma « socialdemocratico » o « di centro-sinistra ») sia del partito di governo di Suleiman Demirel (il Partito della giustizia), quest'ultimo però a spese delle tre formazioni di estrema destra che fanno parte della coalizione governativa e che sono scese dal 35 al 15% dei suffragi. Si tratta, come si è detto, d un risultato parziale; erano infatti chiamati alle urne 9 milioni di elettori su 17 per eleggere un terzo del Senato e sei deputati della Camera. Tuttavia, il voto potrebbe avere una certa influenza sui prossimi sviluppi della politica estera turca. I due problemi più scottanti sono infatti la questione dj Cipro e quella dei rapporti con gli Stati Uniti. Sul primo problema, Ecevit —il primo ministro delio sbarco a Cipro e della invasone del 40 per cento dell'isola, nell'estate del 1974 — era caduto, verso la fine dello scorso anno, senza riuscire a raggiungere una soluzione politica della crisi. Demirel che gh era 'succeduto tornando al potere dopo un intervallo di quattro anni, era riuscito a formare il governo solo grazie all'appoggio — come si è detto — dei tre partitini di destra, e aveva quindi varato una politica ancora '« più rigida » su Cipro, arrivando fra l'altro, nel febbraio scorso, alla proclamazione della «;:Stato turco federato •di Cipro » e cercando con ciò di forzare la mano ad Atene ed a Londra. L'operazione però non ha dato alcuno dei risultati sperati; non un solo governo ha riconosciuto la leg'ttimità dello Staterello turco-cipriota, né da soluzione della crisi ha fatto un solo passo avanti, mentre si è registrato un lungo periodo dj raffreddamento nei rapporti Ankara-Washington, con la sospensione per molt mesi degli aiuti militari americani alla Turchia. Ora però, dopo che nelle ultime settimane il Congresso Usa ha deciso di revocare il blocco alle forniture militari e dopo il consistente rafforzamento di Demirel nei confront dei suoi alleati di destra. dl governo — anche sotto la spinta dei Partito repubblica- no popolare Ecevit — potrebbe inau- gurare, sulla questione di Cipro e ouindi anche nei rapporti con la Grecia. una pol'tica più duttile e più possibilista. Diciamo, tuttavia, poreb-be perché sulla politica turca continua a pesare — fra d'altro — l'incognita dei militari che, pur essendo rimasti, ne-ultimi anni, fuori dalla scena pubblica non hanno però rinunciato al lo- ro ruolo di « controllori » e di « arbi-rtri » del paese.
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