Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: liMEMOMMii CIPRO Prova diforza tra Grivas e Makarios Nell'isola di Cipro, la prova di forza tra il generale fascista Grivas e il presidente-arcivescovo Makarios è entrata in questi ultimi giorni in una nuova fase « calda », rischiando ancora una volta di far precipitare lo stato di crisi latente in cui l'isola vive ormai da dieci anni. Risale infatti al dicembre 1963, a soli tre anni dall'accesso all'indipendenza, il primo scontro aperto fra il generale e l'arcivescovo, con l'attacco dei fedeli di Grivas alla comunità turco-cipriota (che raggruppa all'incirca un quarto dei 600 mila abitanti dell'isola) e i successivi sanguinosi conmbattimerti, culminati nell'arrivo delle truppe dell'ONU e nella divisione del territorio cipriota in due enclaves fra loro praticamente incomunicabili e fra le quali basta un nonnulla perché le armi ricomincino a sparare. Richiamato ad Atene dopo quella sconfitta, Grivas non ha però rinunciato a realizzare il sogno della enosis, cioè dell'unione di Cipro con la Grecia; e la sua azione ha ripreso vigore dopo il 1967, con l'ascesa al potere dei colonnelli di Atene, che vedono come il fumo negli occhi la politica neutralistica di Makarios, sostenuta dalle masse popolari e dal Partito comunista cipriota (AKEL). Nel 1971, Grivas è rientrato clandestinamente nell'isola e ha dato il via ad una campagna di sovversione, intesi.. a rovesciare con tutti i mezzi l'arch escovo Makarios. La crisi odierna, tuttavia, più che indebolire la posizione di Makarios dimostra invece la crescente solidità della sua politica ed il progressivo iogoramento dell'azione di Grivas e dei suoi seguaci. La poliiica di indipendenza perseguita da Makarios (che peraltro si è sempre detto favorevole, in linea di principio, all'ennsis) è infatti l'unica capace di riportare, sia pure gradualmente, la piccola repubblica ad una esistenza pacifica e normale. Divisa praticamente in due campi trincerati, presidiata oggi da sette eserciti (le due milizie greco-cipriota e turco-cipriota, la polizia, i contingenti greci e turchi previsti dagli accordi del 1963, i « caschi blu » dell'ONU e gli inglesi, che vi hanno ancora una importantissima base) l'isola precipiterebbe — al minimo accenno di annessione alla Grecia — in una insanabile guerra civile. La strada opposta — l'unica ragionevole — è quella appunto perseguita da Makarios, che mira alla ricerca di un accordo fra le due comunità greca e turca sui modi e le forme di una reciproca convivenza, nell'ambito delle istituzioni repubblicane e fuori di ogni ingerenza straniera. Trattative fra i rappresentanti delle due comunità sono in corso da lungo tempo, e non è un caso che oggi — come negli anni e nei mesi precedenti — la crisi sia precipitata proprio nel momento in cui queste trattative avevano assunto un corso favorevole e positivo. La partita, certo, è ancora aperta: troppi sono gli interessi in gioco, e non bisogna dimenticare che Cipro fa gola alla Grecia e alla Turchia, ma an- che alla NATO, e che a tutti e tre è invisa la politica estera neutralistica di Makarios. Ma il partito AKEL (40 per cento dei voti greco-ciprioti), la federazione pan-cipriota degli operai e le altre organizzazioni popolari hanno ribadito il loro pieno sostegno al presidente-arcivescovo; e le nuove clamorose imprese di Grivas potrebbero rivelarsi ben presto come il gesto di chi sente il terreno restringerglisi costantemente sotto i piedi.
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