Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Turchia : le bricio le raccolte da Rumor La visita che il presidente del Consiglio italiano Rumor ha appena compiuto in Turchia era in programma da diverso tempo e ha avuto motivazioni e obbiettivi di varia natura: da parte turca, ottenere la conferma, e se possibile l'aumento, del contributo europeo occidentale allo sviluppo della Turchia e l'accelerazione del programma di associazione alla CEE. Da parte italiana: tastare il polso atlantico dei dirigenti turchi che di tanto in tanto sembrano entrare in vivace polemica con la NATO, o in coincidenza con le periodiche esplosioni della crisi cipriota, o quando si manifestino più acuti i sentimenti antiatlan-tici della popolazione, inquieta per i troppi limiti che la NATO (Washington) impone alla sovranità del paese. Erano inoltre obbiettivi (raggiunti) della parte italiana: la partecipazione alla costruzione del ponte sul Bosforo e il rafforzamento della cooperazione in campo turistico. Come si vede, la visita di Rumor non è stata un avvenimento di eccezionale portata e poco più che affermazioni di circostanza sono anche le citazioni contenute nei comunicato finale sulla adesione di principio italo-turca all'idea di una conferenza pan-europea sulla sicurezza (da « prepararsi accuratamente ») e la « necessità di svolgere ogni sforzo, nella cornice delle Nazioni Unite, per facilitare la soluzione del problema arabo-israeliano, in modo da assicurare una pace giusta e durevole nella regione ». Prendendo spunto dalla visita di Rumor ad Ankara vale semmai la pena di ricordare che, proprio alla vigilia degli incontri italo-turchi, il regime di Ankara ha attraversato un periodo di crisi a causa delle polemiche sul progetto di legge per la re visione della Costituzione in vista di abrogare quegli articoli che mettono al bando della vita politica i massimi dirigenti del disciolto partito dei dittatori atlantici Adnan Menderes e Celal Bayar: il primo giustiziato dopo il colpo di Stato del 1960 e il secondo condannato alla detenzione perpetua e recentemente scarcerato. L'emendamento costituzionale è pas- sato alcune settimane fa al Senato; e tutto sembrò allora filare bene per i vecchi sostenitori del regime di Menderes; ma poi, per intervento diretto dell'esercito — che si considera, come autore del colpo di Stato di nove anni orsono, il depositario della Costituzione —, il progetto è stato insabbiato prima ancora che venisse por tato davanti alla Camera. La crisi che ne è derivata nel paese non è stata cosa da poco: molti ambienti politici sono fautori della revisione costituzionale non soltanto per « dare un colpo di spugna al passato » o « favorire la riconciliazione nazionale »; ma soprattutto perchè perfino esponenti non sospetti di simpatie verso il defunto regime di Menderes temono che certi articoli della Costituzione attuale siano agevolmente sfruttabili dal regime anche contro forze politiche diverse da quelle degli ex mendere-siani. La crisi è tutt'altro che risolta, anche se l'esercito è riuscito a imporre il suo punto di vista che — a giudizio di molti - non è stato dettato tanto dalla volontà di difesa della Costituzione quanto dalla sorda e permanente opposizione fra gerarchia militare e classe politica. La quale classe politica ha ora mostrato di considerare la visita di Rumor come un successo della Turchia atlantica di oggi, che gode nel mondo — hanno scritto i giornali di Ankara di « for- ti amicizie e notevole prestigio ». Nella foto il premier Demirel
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