Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Novità diplomatiche fra Be Ankara La visita che il capo dello Stato e segretario generale del Partito comunista romeno Nicolae Ceausescu, sta per iniziare in Turchia può essere considerata la conclusione di una prima fase di ripresa dei rapporti diplo-matíc, e commerciali fra i due paesi. E' dal 1966 infatti che la diplomazia di Bucarest dà prova di accresciuto dinamismo nei confronti della vicina Turchia, dinamismo e attenzioni che Ankara ha mostrato di apprezzare, dimostrando analoga volontà di colmare i lunghi anni di vuoto — spesse volte colmato da pessimi rapporti — che hanno caratterizzato le relazioni fra i due paesi. La visita di Ceausescu era stata preparata nel novembre scorso dal mi-sistro degli Esteri romeno, Cornelio Manescu, il quale nel corso di una lunga visita in Turchia, aveva avuto mode di illustrare a fondo ai suoi interlocutori l'importanza che la Romana attribuisce in generale ai rapporti di coesistenza e di pacifica cooperazione con paesi a regime differente (e con differente collocazione all'interno dei due blocchi) e, in particolare, alla creazione di buoni rapporti nella regione balcanica. La questione della pace e della sicurezza nei Balcani sarà la questione di fondo — anche se non la sola, poiché i problemi della cooperazione economica e commerciale dovrebbero trovare una piazza di rilievo nella agenda degli incontri - sulla quale il leader romeno intende impegnarsi con i suoi interlocutori turchi. Ceausescu, autore di un progetto « per il rafforzamento della pace e della cooperazione nei Balcani » intende sondare le opinioni dei turchi a questo proposito e vi è ragione di credere che non tutti i dirigenti turchi saranno pronti a respingere le idee del capo dello Stato romeno. Il progetto romeno — non si può ancora parlare di un preciso piano, perfettamente articolato ma piuttosto di una ipotesi politica di lavoro — punta a fare dei Balcani una zona di pace e di cooperazione multilaterale, soprattutto sulla base di una prospettiva di denuclearizzazione e di liquidazione di tutte le basi straniere nel la regione. Progetti di tipo analogo erano stati avanzati altre volte nel passato (basta pensare in particolare al progetto bulgaro, avanzato dal premier Jivkov nel corso di una visita ad Ankara) e per la verità non avevano trovato accoglienza molto calda ad Ankara, ove le pressioni americane si erano fatte sentire fortissime per impedire persino la discussione attorno al problema della liquidazione delle basi della NATO di cui la Turchia è sede. La Turchia aveva sempre declinato l'invito a prendere in esame l'ipotesi della denuclearizzazio-ne. Ma la situazione è adesso abbastanza differente, poiché l'aggressione dello Stato d'Israele contro i paesi arabi ha notevolmente rafforzato anche in Turchia le correnti politiche favorevoli ad una ripresa della discussione attorno ai pericoli che l'inserimento nella NATO e, più in generale, nel disegno strategico degli Stati Uniti fa correre al paese. Il dinamismo diplomatico romeno potrebbe quindi trovare nella nuova congiuntura una eco ben diversa che nel passato.
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