Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: L'anfora greca (da Neues Deutschland) La crisi di Cipro co al re ai e'oioiì'4Ii La diplomazia americana deve registrare il fallimento del piano di trasformare Cipro in una base NATO ma l'influenza di. Washington sul governo greco lascia aperte le prospettive più negative per la sicurezza nel Mediterraneo di Luciana Castellina Mentre tutto il mondo seguiva gli sviluppi della crisi cipriota i greci sono rimasti praticamente all'oscuro di quanto stava avvenendo. I giornali ateniesi hanno infatti taciuto tutte le notizie relative alle concessioni che i colonnelli venivano via via compiendo sotto l'incalzare della pressione turca: la destituzione del gen. Grivas, l'accettazione del ritiro dei 12.000 soldati greci che in questi anni erano arbitrariamente andati a rafforzare il contingente greco di stanza nell'isola, la rinun- cia — di fatto all'Enosis. La censura governativa ha così cercato di ritardare il momento in cui il paese verrà a conoscenza del clamoroso scacco subito dal nuovo regime alle prese con il suo primo impegno diplomatico. Uno scacco tanto più significativo, se si tiene conto che si verifica proprio sullo scivoloso terreno dei nazionalismo, quello su cui i putchi-sti avevano contato di ottenere un qualche appoggio popolare. Tutta la vicenda di questa breve crisi testimonia la debolezza estrema del regime: incapacità e timore di promuovere una qualsiasi mobilitazione popolare in appoggio alle proprie rivendicazioni, panico di fronte alle possibili conseguenze di uno scontro con la Turchia in una situazione in cui il governo sa di non poter contare sul proprio fronte interno. La Turchia ha tratto profitto della debolezza del suo antagonista ed è riuscita a strappare quanto non avrebbe ottenuto in altre circostanze e cioè la riaffermazione, sia pure ancora precaria, degli accordi di Zurigo che nel 1960 avevano conferito alla minoranza turco-cipriota una serie di diritti. Il successo della Turchia corrisponde non solo allo scacco della Grecia ma, in una certa misura almeno anche allo scacco degli Stati Uniti i quali, fin dal 1964, avevano sostenuto una soluzione della crisi cipriota nei quadro della NATO. Si tratta del famoso Piano Acheson che prevedeva la riunificazione di Cipro alla Grecia in cambio della cessione alla Turchia da parte di questo paese dell'isola di Castellorizo e dei diritti di sovranità su una vasta base militare a Cipro. In sostanza si trattava di una soluzione che avrebbe consentito agli Stati Uniti di superare la ferma opposizione dell'arcivescovo Makarios nei confronti dell'installazione di basi NATO nella piccola repubblica: una volta spartita fra Grecia e Turchia, ambedue fedeli pedine atlantiche, Cipro sarebbe stata infatti facilmente trasformata in una portaerei a disposizione del Pentagono. Il Piano Acheson non potè allora essere attuato perchè il governo di Nicosia, forte dell'appoggio dell'Unione Sovietica protestò la propria indipendenza ribadendo la sua volontà di mantenersi su posizioni neutraliste. Ma il piano non fallì solo per questo: il governo Papandreu rifiutò infatti di piegarsi alla volontà della NATO e fu anzi proprio da questo rifiuto che prese le mosse l'operazione che doveva portare, un anno più tardi, alla destituzione del leader del Centro dalla carica di primo ministro. Come si ricorderà nel luglio del '65, alle origini del « mezzo colpo di Stato » operato da re Costantino, vi fu il contrasto insorto fra Papandreu e il suo ministro della Difesa Garuf alias, che (come del resto tutti i suoi predecessori alla testa del delicato dicastero della Difesa) era stato scelto dal mo- narca in persona fra i fedelissimi al Pentagono e alla Corona. Il contra- sto era nato proprio in merito alla questione cipriota poiché Garuf alias voleva accettare il piano Acheson e vedeva nell'opinione dei primo ministro i sintomi di una pericolosa autonomia della Grecia rispetto alla volontà americana. Anche lo « scandalo Andreas Papandreu » e l'affare Aspida, denunciati dalla destra in quell'occasione, avevano la medesima origine: il figlio del primo ministro era stato infatti accusato di un complotto che puntava ad ottenere l' indipendenza del KYP (i servizi segreti greci) dalla CIA che fino ad allora aveva rigidamente controllato non solo ogni mossa del governo di Atene ma che aveva anche cercato di sabotare le iniziative (( indipendenti » del governo di Nicosia. Con il governo Stefanopulos, imposto da re Costantino in seguito alla destituzione di Papandreu, gli USA riprendono in mano la situazione. E' questo — infatti - il periodo in cui la Grecia accetta di partecipare nuovamente alle esercitazioni militari NATO accanto alla Turchia. E « il carattere delle spettacolari manovre atlantiche che si svolgono nel Mediterraneo sud orientale nel settembre del '65 scrive Jan May-naud, professore di scienze politiche all'Università di Montreal e autore di un documentato rapporto " Sull'abolizione della democrazia in Grecia " — è tale da far facilmente comprendere lo accanimento degli americani nel perseguire l'integrazione di Cipro nell'Alleanza atlantica ». Impegno per il quale gli Stati Uniti si servono anche del governo italiano che — scrive sempre May-naud — invia ad Atene il proprio ministro della Difesa, Tremelloni, con il compito di rafforzare la collaborazione militare fra Italia, Turchia e Grecia. « Ci si orientava così — riferisce ancora Maynaud — verso una situazione in cui, nel quadro di un globale vassallaggio atlantico, la Grecia sarebbe stata posta in una sorta di sotto-vassallaggio militare rispetto all'Italia e alla Turchia. E tuttavia la piena reintegrazione della Grecia fra i satelliti degli Stati Uniti non è sufficiente a portare in porto il piano Acheson tenuto conto della resistenza che continua ad opporre l'arcivescovo Makarios ad ogni soluzione che veda Cipro inserita nella strategia NATO. Di qui la minaccia che sempre più apertamente il comandante delle truppe greche nell'isola, Grivas, fa pendere sull'indipendenza della piccola repubblica e, infine il colpo di Stato militare del 21 aprile che fra i suoi obiettivi non secondari avrebbe dovuto avere anche quello di consentire una rapida soluzione del problema cipriota, e se possibile, estendendo il regime put-chista a Cipro. Se questi erano veramente i piani concertati fra Atene e il Pentagono americano, le cose, come si è visto, sono andate diversamente. Da un lato il governo turco, investito l'indomani degli incidenti di Cipro, da un vasto moto popolare anti - USA non ha potuto avallare il piano americano ed è stato costretto dalla pressione della propria opinione pubblica a reagire; dall'altro, la debolezza del regime greco non ha permesso ad Atene di correre alcun rischio e l'ha dunque costretto a cedere alle prime proteste di Ankara. Agli ame- ricani — a questo punto non resta- va che scongiurare il peggio, e cioè un conflitto armato fra due paesi della NATO, una guerra che avrebbe fatto (( saltare » uno dei più delicati settori della strategia atlantica. E questo per giunta, proprio nel momento in cui, in seguito alla rottura dei rapporti diplomatici fra paesi arabi e Stati Uniti, esso appariva ancor più indebolito. Questa fase della lunga crisi cipriota si pub dunque dire conclusa con un sostanziale scacco della manovra USA — oltrechè con un ulteriore indebolimento del prestigio dei già tanto squalificati governanti di Atene. E tuttavia le riserve che l'arcivescovo Makarios ha fino all'ultimo continuato a manifestare nei confronti dell'accordo faticosamente raggiunto per opera dell'inviato di Johnson Cyrus Vance, obbligano ad una certa cautela. Makarios, è vero esce dalla crisi senza più sul capo la spada di Damocle che i 12.000 uomini di Grivas rappresentavano per la sua autonomia; ma è anche vero che la riduzione della milizia greco-cipriota, il protettorato stabilito dall'ONU sull'isola e infine il ruolo determinante avuto dagli Stati Uniti tramite Vance, nella conclusione dell'accordo, non sono fatti da rassicurare sulle prospettive di una reale indipendenza di Cipro. Gli americani hanno dovuto per ora rinunciare al loro piano perchè incapaci di sanare le contraddizioni che suscitava fra i suoi stessi alleati, di cui uno, la Turchia, ha mostrato di non esser più disposto ad accettare pienamente il diktat di Washington. Ma — scriveva giustamente l'ultimo numero del Sunday Times — non bisogna dimenticare che in questi vent'anni la Grecia ha ottenuto 1.719 milioni di dollari di aiuto economico dagli Stati Uniti e la Turchia 2.100. Nella riunione dell'OCED che si terrà all'inizio del prossimo anno si dovrà discutere della situazione debitoria della Turchia nonchè della prossima fase di attuazione del piano di aiuti degli Stati Uniti. « Ovviamente la voce più autorevole in tale riunione sarà quella degli americani, il che spiega parzialmente per-chè Cyrus Vance ha potuto parlare nel corso della crisi cipriota con maggiore autorevolezza di quanto non abbiano potuto fare il segretario della NATO Manlio Brosio e il rappresentante di U Thant ». Libera nos Domine « La vedova del senatore Kefauver è morta in un albergo di Washington dopo uno svenimento durante un banchetto cui partecipava anche il presidente Johnson » (dalla rivista di Giulio Andreotti, Concretezza) Scuole a Madrid: « Il giornale scrive pato: non leggo abbastanza i giornali » che bisogna guardare al futuro con (da ABC di Madrid) ottimismo. Ecco perché sono preoccu-
| | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
|
|