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La questione
di Cipro
Il quinto con- flitto dell' epoca contemporanea fra Grecia e Turchia sembra, per il momento, evitato. Dopo le guei re del 1897, del 1912, del 1917 e
del 1921 pare che il contrasto per Cipro non precipiterà nello scontro militare aperto, ma il rischio è stato acuto; e lo rimane. Almeno finché la ferma volontà della popolazione cipriota di salvaguardare la propria indipendenza non avrà trovato un quadro stabile fra le interferenze greche, turche e inglesi, fattesi più pericolose dopo l'instaurazione ad Atene del regime dei colonnelli e dopo che il fenomeno di aggressività, manifestatosi in maniera cosi clamorosa nel Vicino Oriente con il conflitto arabo-israeliano, ha proliferato con la tendenza a estendersi moltiplicando nel settore i focolai di bellicosa insofferenza.
Tutto ciò non sarebbe però tanto pericoloso se non si inquadrasse in quella che è stata definita la « soluzione NATO », se cioè le singole spinte antidemocratiche non venissero captate per l'utilizzazione in un più vasto disegno. E' evidente che Cipro, in una posizione geografica di grande rilievo e dotata di una infrastruttura militare importante e moderna — aeroporti, attrezzature marittime ecc. —rappresenta il catenaccio del Mediterraneo orientale e un punto di capitale importanza nell'o schieramento della NATO. Sicché, secondo tale prospettiva, ciò che deve essere evitato innanzitutto, è la neutralizzazione 'della giovane Repubblica,
Da ciò scaturisce il senso degli interventi del rappresentante del presidente Johnson, Cyrus Vance, e del segretario generale della NATO, Brosio, presso i governi greco e turco; di qui le notizie sui movimenti militari britannici attorno all'isola e l'allarme dato alla VI Flotta statunitense. Quello che si cerca è una via di compromesso che accontenti i due paesi atlantici in dissenso a spese della libertà cipriota; sotto gli auspici della NATO e con i buoni uffici della Casa Bianca si vuole ottenere lo strangolamento dell'indipendenza dell'isola e la spartizione fra i contendenti delle sue spoglie. Per tali motivi, assolutamente concreti, i governi avanzati della zona, e in primo luogo quelli della RAU e della Siria, hanno lanciato avvertimenti •e appelli per impedire che ciò accada o, se accadesse, che si realizzi nell'indifferenza.
E se oggi, per un complesso di cause, sono i colonnelli greci a destare minore fiducia è pur sempre a essi che andranno nella sostanza, anche per l'affare di Cipro, le simpatie e gli appoggi degli alti comandi della NATO. Tanto più se, per una serie di motivi, si registreranno in Turchia un raffreddamento verso gli Stati Uniti, un rilancio degli interessi per il mondo arabo o l'intenzione a consolidare i rapporti con l'URSS e gli altri paesi socialisti.
Quali che possano essere insomma, in altri scacchieri, i programmi della NATO, per ciò che concerne Cipro la « scelta di civiltà » appare chiarissima: appoggio in cambio di una possibilità di ingerenza, del più retrivo dei due contendenti e sottomissione alle esigenze di una strategia di guerra delle aspirazioni indipendentisti-che e democratiche di una popolazione piccola e assolutamente pacifica.
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