Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: L'iniziativa diplomatica sovietica Da Mosca a Ankara C'è 'stata una fase nel corso recente della politica estera sovietica che gli osservatori occidentali hanno considerato come passiva; i motivi invocati sano stati 'diversi. Si è supposto che a Mosca fosse in corso una nuova programmazione dopo l'attività per qualche verso p'raigmatiea e tumultuosa di Krusciov; si è invocata 1a necessità di applicare l'attenzione innanzi tutto ai problemi interni limitandosi a bloccare nell'equilibrio esistente, col minimo di iniziative necessarie a evitare ,deterioramenti, la condizione internazionale dell'URSS; si è parlato dei dissensi fra Unione Sovietica e Gina come di un elemento preminente e in-solabil•e dell'attività internazionale di Mosca e quindi come di un peso fremete che costringeva — più di quanto non inducesse.— i lea•ders sovietici ad Una pavesa •diplamatica. "Nön `ëi sembra davvero il' caso di procedere innanzi, per via di ipotesi, pa ricerca di possibili motivi - da cui oltre tutto non si può escludere anche la naturale esigenza della nuova leadership a prendere conoscenza approfondita, suo piano tecnico-diplomatico, di tutti i dossiers pendenti — specie nel momento in•cui, la stasi, se di stasi si è trattato, è stata appena momentanea e sembra già abbondantemente terminata in tutta una serie di iniziative che si moltiplicano. Non intendiamo tanto parlare della recente e abbastanza spettacolare ripresa del dialogo cori • Parigi e del significato che ha avuto il lungo soggiorno del ministro ,degli Esteri sovietico nella capitale francese,quamto ,della più paziente e oscura 'attività che dalla visita del premier indiano Lalbahadin Shas#ri a Mosca ai colloqui •d 'Gronuko ad Anka ra,'passando attraverso gli annunci del viaggio, nel corso del prossimo mese, dei Presidente Tito e del premier un- gherese Kadar, nell'Unione Sovietica, investe in, maniera sistematica — dai margini, 'diremmo — sia i rapporti fra, Est e Ovest in alcune sensibili marche di frontiera sia 1e relazioni all'interno del canapo socialista. Se è indubbio cioè che le più °recenti •sc•elle di Washington e la pretesa di Johnson a stabilire una specie di monopolio americano su tutta quella parte del mondo che in maniera tanto arbitraria i pi'anifi'catori del Pentagono e della Gasa Bianca suppongono sottoposta al buon volere statunitense, hanno « chiuso » molti canali attraverso i quali la distensione poteva espandersi — e l'a fase del tutto interlocutoria "'dei 'lavori in seno alla grande commissione per il disarmo delle Nazioni Unite, convocata su iniziativa sovietica in base a necessità diplomatiche con cui il disarmo non ha direttamente a che fare, ne è una prova —è anche vero che l'azione diplomatica sovietica si è rifiutata di lasciarsi imprigionare come da una fatalità avversa (che è poi ita scelta politica, sia pure in una speciale congiuntura, dell'avversario) entro le coordinate che la dottrina di Johnson, per adoperare id termine corrente in questi giorni, le assegna. Si fanno in sostanza abb•aat•anza percepibili i tratti concreti 'di un avvio, non diciamo nuovo zma certamente ripensato, -di una azione che parte dalla esplicita riaffermazione della coesistenza pacifica che il primo segretario -del PCUS, Leonid Brezn•ev ha fatto durante il suo discorso per id XX anniversario della fine della seconda guerra mondiale, al Gremlino, e che -si sviluppa secondo due direttrici .•parallele: d'a una parte la contestazione aperta e vigorosa, sul piano diplomatico come sud piano -del potenziale rapporto di forze in loco, delle aggressioni americane, qualunque sia lo acne-chiere su cui si producono, dall'altra l'intervento meticoloso nei puniti di margine dove id vecchio schieramento dei blocchi è più fluidificato per aiutare, si potrebbe dire, la controparte a 'prendere atto ¡di una realtà presente a cui questa 'sembra essere tanto straordinariamente sorda. Eseinpliic~ando così anche agli occhi dell'altro grande interlocutore, all'interno del campo socialista, in quale mani-era si potrebbe prefigurare quella cóesi'stenza pacifica a più voci negazione 'di ogni ape-ditivo « dialogo a ¡due » che per l'Unione sovietica e l'unico possibile asse di sviluppodella vita internazionale contemporanea. Non -a caso abibdamo portato i due punti di 'appoggio ch'e la più imm'e'diata attualità ci suggerisce, a confortane questo 'discorso: Lalbahadur Shastri a Mosca (dopo essere stato seccamente respinto 'da Washington, ,non lo "si dimentichi) e Gromiko ad Ankara sono gli scampoli ¡di un contesto in'terna-zio.nal''e assolutamente nuovo che ia Unione Sovietica propone.
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