Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Si estende la crisi dell'Alleanza atlantica • • in T Gli ultimi sviluppi della crisi cipriota hanno gravemente acutizzato in Turchia — come attestano le dimostrazioni xenofobe alla Fiera di Smir-ne della fine d'agosto — la profonda inquietudine politica che da parecchio tempo rende incerto l'avvenire del paese. L'improvvisa rivelazione delle scarse probabilità di attuazione che hanno i piani turchi per l'isola, la sensazione che gli Stati Uniti siano pronti ad abbandonare da un giorno all'altro le tesi di Ankara se questo sembri loro opportuno, il fatto che cominci ad apparire evidente per tutti il vicolo cieco a cui ha condotto la ventennale politica di sottomissione a Washington, i pericoli d'isolamento sul piano internazionale e ultimo, ma di non minore importanza, le difficoltà della situazione economica interna, sono il confuso retroscena di sentimenti e risentimenti che agita il mondo politico ufficiale turco, sino a ieri « schierato per l'Occidente » in modo abbastanza compatto. Si tratta indubbiamente di una miscela di passioni, delusioni e sconforto molto pericolosa perche in essa predominano lo spirito nazionalistico e una aggressiva volontà di rivincita; ma, d'altro canto, occorre tener presente che da questo drammatico travaglio potrebbero anche nascere in prospettiva la rottura degli equivoci sui quali si regge la classe dirigente turca e una spinta verso la democrazia ed il neutralismo. Comunque, la situazione potrebbe diventare da un giorno all'altro altamente esplosiva dato che il governo è già sottoposto a forti critiche e un'ulteriore svolta a favore di Makarios nella vertenza per Cipro potrebbe costituire un impulso decisivo verso un sommovimento, nella repubblica di Turchia, di ampie proporzioni. Tra l'altro Inonu si avvale di una maggioranza parlamentare assai ristretta e incerta e quindi le eventualità di una violenta ripresa dell'estrema destra, per un verso, o di una riscossa delle gerarchie militari, per un altro, non sono affatto da scartarsi a priori. In queste condizioni, al fine di meglio intendere il senso degli avvenimenti che vanno maturando ad Ankara e a Istanbul, appare di non poco interesse registrare le ammissioni, le rivelazioni, le proteste é le richieste che i giornali più influenti, portavoci delle varie correnti della maggioranza o della opposizione e costituzionale s, sono venuti formulando negli L'edificio della NATO è lesionato (dal giornale svizzero Wir Bruckenbauer) ultimi tempi: pure una breve rassegna di tale stampa offre infatti un quadro preciso e istruttivo della confusione, del velleitarismo e anche della miseria morale che dominano le sfere dirigenti di questo bastione del e mondo libero ». Una delle più tipiche posizioni che sono state recentemente assunte da tali organi di stampa è ad esempio quella dell'anti-americanismo. Ovviamente in questa tendenza è facile distinguere la componente del tentativo di esercitare soltanto una certa pressione su Washington, minacciando la uscita dalla NATO, ma senza che vi sia alcuna autentica intenzione d'avviarsi per tale strada. Nondimeno il risentimento contro gli Stati Uniti è per molti aspetti vero e reale. Così, ad esempio, il quotidiano di destra Zafer si domanda: « Passeremo un tratto di spugna sul dramma di Cipro perché l'America spende dei dollari nella regione o abbandoneremo Cipro a dei mostri perché gli elettori greci d'America diano il loro voto a Johnson? ». E poco oltre: a L'America ha la strana pretesa di rappresentare l'Occidente, ma noi siamo un paese che sa vivere senza l'America. Noi dobbiamo respingere il Piano Acheson degli americani gridando loro: Go home! s. Un medesimo concetto, anche se in forma meno esagitata e avveniristica, è esposto con fermezza da un altro e più autorevole giornale, il Cumhuriet: « Parliamoci sinceramente — esso scrive — La Turchia è ormai lontana dallo stadio dell'intervento diretto. Per opporre resistenza non disponiamo che dell'interesse che noi possiamo rappresentare per gli altri; di conseguenza occorre rivedere e modificare la nostra politica estera: la Turchia, pur continuando a far parte della NATO, deve rimaneggiare e rivedere le sue relazioni internazionali a. Il Milliyet, riprendendo l'argomento della polemica contro gli Stati Uniti, vi inserisce qualche ambiguo ma molto interessante riferimento alle ripercussioni all'interno: « Una persona autorizzata informa che la Turchia ha deciso di rivedere le relazioni con gli Stati Uniti in seguito alle loro ultime prese di posizione in favore della Grecia nell'affare cipriota. Conformemente a tale deliberazione si è cominciato a stendere un rapporto che documenti le facilitazioni e i vantaggi riconosciuti in Turchia agli americani ». Due giorni dopo lo stesso giornale ritorna alla carica in modo più chiaro affermando: e La colpa non è dell'America, ma nostra: l'America infatti non è egoista e imperialista da ieri, ma da sempre. Siamo noi che non vediamo la realtà prima di soffrirne ». Più avanti l'articolo di Cetin Altan muove una serie di roventi accuse alla politica passata e presente condotta dai vari governi che si sono succeduti alla guida dello Stato: « Non è la Turchia che, senza nemmeno consultare il parlamento, ha accettato sul suo territorio le rampe per missili americane? Noi siamo quelli che abbiamo voluto essere più realisti del re inviando il massimo numero di soldati in Corea. Non abbiamo poi voluto essere i primi a rompere le relazioni commerciali con Cuba a causa della crisi tra l'America e tale paese? Noi abbiamo permesso a un colonnello americano di andarsene a riposare a Capri dopo aver ucciso undici soldati turchi. Noi abbiamo persino sequestrato le opere degli scrittori americani che criticavano l'America e cambiato il nome dell'insalata russa in insalata americana. Taluni accennano all'abrogazione di certi vantaggi riconosciuti dalla Turchia agli americani: ma quali siano tali vantaggi lo ignoro anche io pur essendo un giornalista» . A conclusione poi, uno sferzante giudizio: « La nostra politica è incapace di sfumature: in fin dei conti noi non siamo che americano fili o ger-manofili ». Ma gli interrogativi sull'azione del minislero e sulle incognite del futuro rimbalzano da un giornale all'altro: il Tercuman sottolineando come la vicenda di Cipro abbia finito col minacciare direttamente il governo Inonu, si domanda: e Che farà Ankara se domani l'Enosis si realizzerà come un fatto compiuto? Resteremo ancora paralizzati come lo fummo al momento della denuncia unilaterale degli accordi di Londra e Zurigo? Invero siamo entrati in un periodo molto delicato e molto critico: i nostri avversari sanno con precisione ciò che vogliono e i modi per ottenerlo, i nostri propositi procedono invece con numerosi zig-zag ». Invero taluni indizi inducono a credere che la Turchia possa evitare ancora per qualche tempo di compiere scelte decisive, ma la crisi di fondo che travaglia il paese pensiamo non potrebbe essere più efficacemente illustrata da questa stampa, specchio del disorientamento d'un intero gruppo di governo. m. r.
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