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tipologia: Analitici; Id: 1543332


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo m. r., Precarietà in Turchia [sopratitolo: Dopo la visita di Inonu a Washington e Londra]
Responsabilità
m. r.+++
  • Valabrega, Guido
  autore+++    
Rubrica od altra struttura ricorsiva
Politica internazionale [Rinascita] {Politica internazionale [Rinascita]}+++  
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
Dopo la visita di Inonu a Washington e Londra
Precarietà in Turchia
Le visite a Washington e a Londra compiute nell'ultima settimana di giugno dal primo ministro turco Ismet Inonu hanno avuto, per l'avvenire del suo paese, una drammatica importanza che non sembra essere stata affatto avvertita dagli osservatori politici del nostro paese. Il tentativo di risolvere la questione cipriota, che è stato il motivo che ha portato alla Casa Bianca prima il leader turco e poi quello greco, rischia infatti di trasformarsi in paravento e in pretesto per coprire la crescente tensione politica ed economica che minaccia di travolgere, insieme con il ministero Inonu, tutto il precario equilibrio su cui la Turchia ancora si regge. La condizione turca, come è noto, da molto tempo è oramai orientata in senso negativo, ma se non si può escludere che questo processo di decomposizione dell'attuale regime abbia modo di prolungarsi ulteriormente, taluni minacciosi scricchiolii hanno dato nel mese scorso la impressione che ci si potesse attendere il collasso anche a brevissima scadenza.
Quali sono dunque gli avvenimenti che hanno conferito alla missione di Inonu l'aspetto di difficile e forse estremo tentativo per impedire alla Turchia un profondo rivolgimento dalle conseguenze imprevedibili? Si diceva che si tratta di fenomeni sia politici, sia economici.
Sul piano politico più immediato sono da registrarsi l'andamento delle elezioni dell'8 giugno per il rinnovo parziale del Senato e l'esito del voto di fiducia ottenuto da Inonu proprio subito prima di partire per gli Stati -- Uniti. I senatori da rieleggere erano 51 su 165 e il partito più forte dell'opposizione, il Partito della giustizia, erede della tradizione semifasci-sta di Bayar e Menderes, ha rafforzato ulteriormente la maggioranza relativa che detiene grazie alla politica clientelare sviluppata nelle campagne: il Partito della giustizia ha cioè aumentato i suffragi da 29 a 31 senatori, mentre il Partito repubblicano popolare di Inonu è passato da 16 a 19. I partiti minori (Partito della nuova Turchia e Partito contadino) sono invece pressoché scomparsi, favorendo il radicalizzarsi della lotta e lasciando il partito di Inonu in una complessa situazione parlamentare.
E' vero che ha partecipato alla consultazione solo il 50 per cento del corpo elettorale, ma tale fatto, insieme a certe modifiche della legge per le votazioni, avrebbe, in teoria, dovuto giocare a favore del partito al governo; invece solo il decesso improvviso del generale Gumuspala, capo del Partito della giustizia, ha impedito a quest'ultimo di trarre immediato vantaggio del successo conseguito. Quanto al voto di fiducia esso è stato dei più miseri per il ministero in carica: 199 voti a favore su 450 deputati e 194 contro. In sostanza tanto lo schieramento degli oppositori di destra, assai forti nelle assemblee parlamentari, quanto i gruppi di oppositori di e sinistra », molto solidi, ad esempio, presso, determinati circoli militari, non sono mai apparsi così minacciosi come in questo momento di incertezza, di dissensi con Washington e di malessere economico.
E il grave è precisamente che questi episodi di vita politica si inseriscano su una condizione di fondo oscura e sconfortante, che ormai è denunciata a chiare lettere sulla stampa internazionale, con una unanimità di intonazione quanto mai significativa. Ad esempio il Jerusalem Post così intitolava il 22 giugno un articolo di commento alle ultime vicende turche: « La Turchia nella stretta economica - Motivi finanziari dietro la visita di Inonu a Washington s.
I problemi economico-finanziari ai quali tanto spesso si fa riferimento non sono in verità nuovi e improvvisi: sono i problemi che derivano — tanto per citare un settore di particolare rilievo nel sistema economico turco e cioè quello agricolo — dalla mancanza di un efficiente criterio di tassazione nelle campagne: grazie a tale lacuna, i ricchi proprietari non pagano quasi tasse sul reddito (l'altro anno essi hanno versato un milione e duecentomila sterline di tasse, vale a dire circa la settantesima parte di quanto i grandi agrari dovrebbero in realtà pagare). Più in generale, una vera e propria stagnazione economica affligge il paese, come ha confermato in un recente discorso pure lo stesso ministro_ delle Finanze quando ha accennato all'esistenza di un processo deflazionistico (termine abbastanza rivelatore per un paese che si suppone necessitante di enormi investimenti per tenere in piedi il cosiddetto piano quinquennale). Ma la cosa più grave è che i prestiti e le sovvenzioni per sviluppare le proprie risorse ricevuti dagli Stati Uniti e da un Consorzio internazionale, la Turchia li ha in questi anni sperperati in spese militari, nelle costruzioni edilizie di lusso, nell'acquisto di beni di consumo dagli stessi paesi che hanno offerto i prestiti: quindi un disperato bisogno di denaro affligge oggi i governanti di
Papandreu se ne va, arriva Inonu. E De Gaulle: e Adesso vi preciserò la mia posizione su Cipro... > (dal Canard enchaîné)
Ankara. Con malignità, ma probabilmente anche con esattezza, è stato rilevato che proprio quando Inonu, per e strana coincidenza s, si è trovato a passare nei pressi di Parigi, in occasione delle sue missioni per Cipro, si riuniva in tale città il già citato Consorzio per adottare misure adeguate alla gravità della situazione nel paese protetto.
Con tutto ciò non si vuole negare che la questione cipriota abbia per la Repubblica di Turchia un suo specifico e autonomo interesse. Ma il contrasto con la Grecia, la sfiducia negli Stati Uniti e nella Gran Bretagna, la spinta ai colpi di testa che quasi metteva in minoranza il governo, risultano acuiti dalla constatazione precisa e pressante che il paese non dispone oggi che della metà dei capitali stranieri indispensabili per finanziare il secondo anno del « piano quinquennale s e che, se tali fondi non saranno reperiti, il programma d'investimenti per l'anno in corso, per quanto misero e sbilanciato, andrà incontro a drastici ridimensionamenti.
Da questo deriva come la crisi delle relazioni con Washington risulti non facilmente componibile. E il genero del primo ministro turco, Mentin To-ker si faceva pochi giorni or sono portavoce di tale realtà scrivendo sul Huriet: « Inonu va a Washington nel momento in cui i rapporti tra la Turchia e gli Stati Uniti giungono a un punto critico s. Questo spiega perché già si ipotizzi che se Inonu fallirà, la Turchia, in modo aperto e palese o per vie traverse, dovrà finire con l'accettare gli aiuti e l'assistenza che paiono essere stati offerti da parte del mondo socialista. Molti intellettuali ed economisti di sinistra si domandano infatti ad Ankara perché non possa essere seguìto l'esempio dell'Egitto o dell'India, che hanno stabilito rapporti molto amichevoli con l'Unione Sovietica senza che siano scaturiti pericoli di e sovversione interna s.
m. r.
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32485+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1964 Mese: 7 Giorno: 11
Numero 28
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1964 - 7 - 11 - numero 28


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