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Trascrizione Non markup - automatica: Il futuro di Cipro Mentre sul ter- TIM-CHIA ritorio della Re- pubblica di Ci- pro nelle ultime due settimane la tensione tra le comunità greco-cipriota e turco-cipriota non =PRO= ha conosciuto to tregua, sfo- ciando nei no- ti gravissimi incidenti a malapena contenuti dalle forze dell'ONU, ad Atene si è intensificata la massiccia pressione delle potenze atlantiche volta ad ottenere dal governo greco l'accettazione di una soluzione della crisi che misconosca i fondamentali diritti all'indipendenza, unità, sovranità della Repubblica cipriota. Nella capitale ellenica si sono susseguite le visite, nei giorni scorsi, di numerose personalità politiche e militiari anglo-americane oltre a dirigenti della NATO, tra cui il senatore Fulbright, il comandante in capo della forze NATO del Mediterraneo ammiraglio John Hamilton della marina inglese, i] segretario della NATO Stikker. Grande parte della stampa greca ha sottolineato con inquietudine tale viavai: il 7 maggio il giornale filo governativo Athinaciki scriveva che s il popolo greco ha tutte le ragioni di preoccuparsi dinanzi a simile epidemia d'arri-vi di personalità americane o inglesi in Grecia u. In effetti, fonti ufficiose hanno informato che i rappresentanti atlantici sarebbero giunti, nei colloqui con Papandreu, a proporre la spartizione dell'isola di Cipro tra le due comunità, oppure lo scambio di popolazioni con la cessione alla Turchia da parte della Grecia dell'isola di Rodi. Le proposte sarebbero state avanzate in forma conciliativa, in vista cioè di soddisfare, almeno parzialmente, le esigenze turche. Sta di fatto che proprio simile atteggiamento delle maggiori potenze atlantiche alimenta l'irrigidimento del governo di Ankara che fomenta nell'isola le provocazioni degli estremisti turchi, respinge le proposte di pacificazione del presidente Makarios, rialza incessantemente il prezzo della soluzione della crisi. Dinanzi all'acuirsi del contrasto e al pericolo di un cedimento del governo greco alle pressioni atlantiche, l'EDA ha riaffermato vigorosamente la propria posizione per la completa salvaguardia dei diritti della Repubblica cipriota sottolineando che il popolo greco non potrebbe mai accettare una soluzione che in nome dell'alleanza atlantica pregiudichi la sovranità della Repubblica cipriota e i diritti della Grecia. Non vi è dubbio che il perdurare della crisi, l'oltranzismo del governo di Ankara, sordo ad ogni voce di ragionevolezza nella sua rivendicazione del taksim (spartizione dell'isola), il sangue che corre a Cipro, scavano un fossato sempre piia profondo fra greci e turchi. Sia a Nicosia che ad Atene parole d'ordine quali enosis (unificazione di Cipro con la Grecia) o autodeterminazione per la popolazione greco-cipriota acquistano una diffusione sempre pau larga minacciando di portare la crisi laddove vuole l'imperialismo che l'ha scatenata: ad un grado di irriducibile esasperazione che giustifichi l'occupazione dell'isola da parte delle forze NATO, una volta che l'ONU si fosse mostrato impotente nell'assolvere il suo compito. E' per questo che l'Akel (partito dei lavoratori di Cipro) ha rinnovato l'impegno di tutti i lavoratori ciprioti a unirsi e a lottare tenacemente per la salvaguardia dell'indipendenza del loro paese.
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