Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Intervista con il deputato dell'EKEL Demetriades Il nemico di Cipro è la politica inglese Quando, sul finire del 1959 il grosso fascicolo contenente la draft constitution elaborata a Londra e a Zurigo per l'indipendenza di Cipro fu presentato alla Camera dei Comuni per la definitiva approvazione, si levarono dai banchi laburisti commenti per metà irati e per metà ironici circa la struttura davvero insolita del documento. « Mai si vide una mostruosità peggiore! » affermò Barbara Castle. E, come gli avvenimenti hanno dimostrato, aveva ragione. E' un ricordo ben vivo alla mente di tutti i ciprioti e ce lo citava in questi giorni l'on. Chrisses Deme-triades, deputato dell'EKEL, il partito progressista popolare di Cipro. « Alla base della crisi cui stiamo assistendo — infatti aggiungeva — sta proprio questo mostro di costituzione che occupò i suoi compilatori per un anno e che fu imposta all'arcivescovo Maka-rios per mezzo di pressioni che si vennero facendo, col passare del tempo, irresistibili. E alla base della costituzione stava la precisa volontà britannica di assicurarsi, almeno per un periodo di tempo, una libertà assoluta di intervento nell'isola a cui ormai non si poteva più negare una qualche formale indipendenza ». La Costituzione dunque: questo alambiccato documento oltre ad auto-def inirsi «non emendabile », o meglio emendabile soltanto dopo l'approvazione unanime delle tre potenze « garanti » — Grecia, Turchia e Gran Bretagna — e consacrare così un perenne status quo, precisava oltre ogni dubbio, che lo status quo sarebbe stato qualcosa di assolutamente impossibile. « Non solo — ci diceva l'on. Demetria-des — il vice presidente, che istituzionalmente deve essere turco, si vide attribuire un diritto di veto su tutti i problemi relativi alla sicurezza, alla difesa ed agli affari esteri e la minoranza turca, che non supera il 18 per cento della popolazione totale, una f et-ta del 30 per cento in Parlamento e in tutti i pubblici uffici, e del 40 per cento nell'esercito e nella polizia; non solo si stabilì che dovevano essere istituite una doppia amministrazione locale nei comuni ed una doppia giustizia, ma il mostro raggiunse la perf e-zione nella prassi parlamentare che varò. Nella Camera dei deputati di Nicosia siedono 50 parlamentari, 15 turchi e 35 greci e le votazioni devono avvenire per gruppi separati. I provvedimenti relativi alle amministrazioni locali ed alle tasse devono essere approvati non da una maggioranza generica ma dalla maggioranza dei due gruppi separatamente presi. Ove non si raggiunga la maggioranza nei due gruppi il provvedimento deve considerarsi respinto. Cosicchè basta l'opposizione di soli otto deputati turchi per bloccare qualsiasi provvedimento legislativo. Ed è così che a Cipro in quattro anni non è stato possibile varare una legge che introduca una qualsiasi imposizione di-vetta sul reddito ». Ma l'elemento forse più pericoloso, e quello che maggiormente colpisce Cipro nella' sua aspirazione all'indipendenza, è dato dalla assimilazione di due trattati internazionali a materia costituzionale e quindi intangibile. Il primo assicura alle tre potenze « garanti » la possibilità di intervento, anche unilaterale, ove le condizioni stabilite dalla Costituzione dovessero essere minacciate di modificazione; il secondo istituisce una « alleanza » fra Turchia, Grecia e Cipro non.chè il diritto dei paesi « garanti » di mantenere truppe sull'isola. Un'alleanza — faceva notare il nostro interlocutore — che stringe Cipro, desiderosa di porsi nel campo dei non allineati e di aff er-mare il proprio non impegno, a due paesi invece implicati nell'alleanza atlantica. « Così — egli aggiungeva — sia sul piano della funzionalità interna del paese, sia sul piano della sua sovranità internazionale, la costituzione che è stata imposta a Cipro rappresentava un giogo intollerabile che condannava l'isola al deperimento ed alla soggezione. E del resto non appena il premier Makarios, in una condizione ormai insostenibile a causa del crescente e ostinato ostruzionismo della minoranza turca, investita di poteri tanto sproporzionati alla sua entità numerica, avanzò la proposta di tredici emendamenti che avrebbero sanato almeno le mostruosità costituzionali più evidenti, la prima risposta seccamente negativa non venne già dal leader della minoranza turca, il vicepresidente Kutchuk, ma direttamente dal governo di Ankara; rendendo cioè evidente il sistematico intervento straniero negli aff ari interni dell'isola ». Gli incidenti di queste settimane non sono che la conseguenza di tale intervento da cui gli elementi oltranzisti della minoranza turca si sono sentiti come spalleggiati e incitati. Partizione, federazione; si sente parlare insistentemente in questi termi- Cipro e il giudizio di Salomone l'ONU (da The Guardian) ni, abbiamo fatto notare al parlamentare cipriota. « Guardate la carta dell'isola — ci ha risposto — e vi accorgerete che le due comunità sono strettamente mescolate e che non esiste una qualsiasi concentrazione di popolazioni in una zona o nell'altra, capace di lasciar pensare alla possibilità di una partizione. E per quanto riguarda la Federazione, non si vede come se ne potrebbe parlare senza una assise territoriale separata per ciascuna delle due comunità. Avviarsi alla Federazione, con trasferimenti di abitanti da una zona all'altra ed una forzata concentrazione delle due comunità, non significherebbe, oltre tutto, che aprire la via alla partizione. E' in questo senso che i leaders reazionari della minoranza turca si muovono, come dimostrano abbondantemente i documenti in nostro possesso ». « E' dunque possibile per le due comunità vivere pacificamente assieme » abbiamo concluso. « Certo che è possibile — afferma l'on. Demetriades — ed è tanto possibile che la cosa è già avvenuta per secoli in passato. Se non esiste una minaccia di intervento esterno, se gli imperialisti ed i colonialisti cesseranno di trattare Cipro come una cosa loro, come una pedina in un gioco strategico in cui il popolo cipriota non vuole in nessun modo entrare, la possibilità per le due comunità di vivere tranquillamente nelle loro città miste si tradurrà ben presto in realtà. Il governo di Cipro è pronto a garantire alla minoranza turca tutta quella ragionevole autonomia cui la sua presenza sull'isola le dà diritto. Ma non devono essere diritti esorbitanti e inaccettabili e soprattutto la minoranza turca deve essere liberata dalla sua condizione di massa di manovra in mano agli sciovinisti ed agli imperialisti stranieri. L'unione del resto era un fatto già realizzato nel sindacato maggioritario di Cipro ove lavoratori greci e turchi difendevano assieme le loro condizioni di vita. E' stata soltanto l'opera sobillatrice dei leaders sciovinisti e nazionalisti turchi che ha prodotto una separazione ed ha costretto i lavoratori turchi ad abbandonare progressivamente il sindacato unitario per tema di rappresaglie che sono arrivate fino all'assassinio ». « La lotta oggi a Cipro — conc/ude il parlamentare dell'EKEL — non" e fra greci e turchi ma al di là del terrorismo, degli attentati e del tragico bagno di sangue di cui l'isola è teatro, è una lotta dèl popolo di Cipro contro gli imperialisti. Cipro, con le sue basi militari britanniche in cui sono depositate anche armi nucleari, è prigioniera della politica di accerchiamento dell'URSS e di difesa degli interessi coloniali e petroliferi di Londra nel Medio Oriente. Questo è il vero, questo é l'unico nemico del popolo cipriota ». g. s. del-
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