Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: GEORGES DUTHUIT, Les Fauves, Genève, Ed. des Trois Collines, Ampio rimaneggiamento di vecchi articoli, il libro è turbinoso, cromo, quasi più della pittura che intende rievocare, e cioè l’av dei ‘fauves’ nel primo decennio del secolo (Vlaminck, Derain, M Marquet, Braque, Dufy, e qualche minore: Friesz, Manguin, poteva aspettarselo dal temperamento di George Duthuit che gio sui vecchi tasti fondamentali della sua cultura, un generico oriental uno specifico bizantinismo rutilante nel quale è versatissimo. E s’in che, così, dovesse, sui ‘fauves’, sentirsi a cavallo. Ma sicco il proverbio orientale, chi cavalca una tigre non può più discend destino che, in quel furioso galoppo, il resto del mondo si con quasi si annulli. Così il ‘ Musée Imaginaire’ di Duthuit è ancor stringato di quello di Malraux; ciò che ne resta fuori è quasi tut cidente artistico e, ccme principale responsabile, soprattutto l’I Infatti: ‘et nous aurons à nous demander, surtout avec Matisse, quoi, chez les Italiens, la couleur n’a que si peu de graces à pourquoi, mème chez les Vénitiens, elle n’apparait qu’ adulterée, lée, gàchée’. Ritirar la tessera di ‘coloristes’ e di ‘fauves ante ai veneziani, ci pare un po’ forte. Meglio far rispondere per bocc settecentista francese, il conte di Caylus, nel passo sulla ‘ chan del colore di Tiziano, riportato nella parte antologica di questo nu Oppure con le parole di Matisse medesimo riportate dagli editori vrini nella prefazione : ‘ le fauvisme est la partie vivante des m des coloristes surtout...’ Notabili anche le stroncature dell’arte italiana a p. 139-143, 20 Terza dimensione, prospettiva: orrori! Giotto, esempio di individ smo forsennato, e simili. Questa scissicne di cultura figurativa fra Europe, dà a riflettere. Eppure il libro resta importante. Chi non be leggere tutti i referti delle osservazioni di Matisse sul colore, direttamente dalle labbra di questo Averroè del puro cromatism Alcune cose anzi che non s’erano mai udite e resteranno nella storia lingua degli studi dove è sempre il nocciolo della buona critica d Che il Duthuit tenda a interpretare il fauvisme come ‘poussée pura immaginazione, libera da tutte le regole occidentali, è anche dalla citazione di un passo di Rivarol, che non conoscevamo, e ch sua bellezza, ci sembra valga la pena di trascriversi: ’lmagin est une mémoire qui n’est pas à ncs ordres; ses apparitions, s lantes décorations et ses éclipses sont également indépendentes nous. Fortement émue par les objets, elle n’a que des durées sans sures, des espaces par échappeés, et, pour tous nombres, la fou té. Fille ainée des sensations, tandis que la mémoire nait et des idées du temps, des nombres et des proportions de ton Pimagination range les objets sur la mème ligne; elle peint e cornine les Chinois: ses terraces et ses montagnes sont en Pair mémoire entend la perspective’. Quanto alla cronaca dei precisi avvenimenti della pittura c f un po’ più d’ordine (datazione di opere, ecc.) non avrebbe La immancabile questione di precedenza tra la scuola di C (Vlaminck e Derain) e Matisse resta in aria. Nulla di più che la storia vicina. Anche il cenno che lascia cadere Va Ita t infatti nel libro) sembra ingiusto. E in una pesatura di valori, F prattutto Manguin e Puy avrebbero dovuto figurare più modestam t. m. | |
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