Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Visita a Magnelli. Trentacinque anni che non rivedevo Magnelli; dai te di ‘Lacerba’ e dei fagioli col caviale da Paoli o al \"Pe Ora, una visita al suo studio parigino di Villa SeuraI
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Magnelli Montparnasse, mi ha dato modo di osservare i suoi quadri di tanti anni, qui in patria non esposti mai, e di riflettere a quella sua ostinata fedeltà sull’impegno dell5‘astratto5 e alla sua figura riconosciuta di maestro in questo moderno mistero laico.
Poi l’ho rivisto àncora l’altro giorno, in via Strozzi. Era stato intercettato da un concittadino, vecchio conoscente che, sul punto del commiato e forse per arrotondare l’incontro : — E scusami, sai —* gli diceva — caro Alberto, ma
o che fai sempre quella pittura nel genere, se sbaglio correggimi, di coso, lì, come si chiama, di Picasso? — Peggio! ha risposto Magnelli svicolando sùbito.
E non che, discorrendo con lui, professionalmente, sia da cavarne molto di più. Gli astrattisti sono di poco discorso. Quel ‘peggio’ di tono sarcastico, va con l’insistenza, solita a questa schiera, nel negare ogni comunicazione anche iniziale col cubismo. E questo è più difficile da intendere. Perchè mai il desiderio della ‘irriconoscibilità’, le ‘disiecta membra’ della realtà cubistica, gli acrostici e gli indovinelli proposti nell’accozzo di oggetti già poco figurali di per sè stessi e per ciò deformabili a piacere; perchè non dovrebbero essere stati la prima spinta sulla china dell’‘astratto’?
E i motivi orfici, magici, esoterici di certe parti del cubismo, non si riflettono anch’essi, pure rinforzando, nei vari moti più astrattivi che seguono sùbito dopo l’epoca eroica del cubismo, e cioè dal ’i4 al ’2o: ‘suprematismo’, ‘non-obbiettivismo‘, ‘costruttivismo’, ‘neoplasticismo’?
Ho poi sentito dire che, di fronte ad altri della stessa tendenza, Magnelli risulti sùbito schiettamente ‘mediterraneo’. Lasciamo stare quest’altra impresa di dubbio gusto, tipica an-ch’essa dell’altro^dopoguerra immediato, quando ci fu fino un c Poeta del Mediterraneo ’ di razza tedesca. Che Magnelli conservi, in confronto, mettiamo, a Kandinsky o ‘a Mondrian, personali ricordi della stesura vasta, murale, decorante degli antichi italiani (l’ho rivisto anche a Santa Croce dinnanzi agli affreschi di Giotto e dei suoi, dove, oltre le figurazioni, sono pure margini squisitamente ‘astratti’) è cosa certa, ma da non infirmare la constatazione più vasta che il caso appartiene alla cultura parigina del decennio ’i0-’20.
Che sia stato un caso significativo e precoce, basta guardare le sue cose più antiche per convincersene. La ‘Donna seduta’ del ’ 14 /tavola 20/ prevede certo Matisse e certo Modigliani; la ‘Peinture’ del ’i5 /tavola 21/ (da notare il titolo non più figurativo, ‘Peinture’ soltanto) è più avanti di tutti, aMOSTRE 59
quella data: piani a staglio e chiaroscuri quasi drammatici Magnelli su squadre, gherigli e plastiche ellissi. Venne dopo, una sosta c neofigurativa5 in Italia tra il *30 e il '35 alPincirca, e a quegli anni si incontrò Magnelli qualche volta nelle mostre di Venezia e di Roma. Ma, d5allora in poi, e senza più deflettere, il nuovo percorso, sempre più convinto, sulla via dell5castratto5.
Di questa ultima fase /tavole 22, 23/ molto si vide nella esposizione organizzata più di un anno fa da René Drouin a Place Vendòme, ed è utile guardarne il catalogo che, a guisa di prefazione, reca un delicato e breve cpoème en prose5 delPamico e collega Jean Arp. La conclusione vi suona che cun monde fabuleux roule aisément à travers le tunnel de la matière5; che ci pare di sapore romantico-esoterico.
Ma cerchiamo ancora in quel testo. Brani come : 6 Sur des plaines en marche des cubes violets échangent leurs échos5; oppure: cdes pyramides abstraites, épèlent PA.B.C. de Page d5or5 e gli accenni alla luna di Anassimandro o alle teorie cosmiche di Petronio d5Imera (?), non ci portano più addentro. O, ancora, la domanda: cun carré ne coiffe-t-il pas là-bas un triangle?5 non fa che alonare poeticamente il motto, di Kandinsky credo, giusta il quale cil contatto delPangolo acuto di un triangolo con un cerchio non ha un effetto minore di quello del dito del Padre Eterno contro il dito dell5Adamo in Michelangelo5. Che potrebbe restare indimostrabile.
Più interessante dove il commento, che a Magnelli piace, diventa, sia pur vagamente, più figurativo. cN5est-ce pas une tour chevauchant une autre tour qui s5en va là-bas d5une allure chevaleresque et solennelle, à un bai d5armes, vers ime ville rose au bout du monde?5 Oppure: cParfois un blanc inconnu, comme monte sur des échasses, arrive sans savoir ni pourquoi, ni comment, la poitrine couverte d5incrustations ruisselantes et d5ornements chantournés. Des surfaces planes griffues et armées de dents saluent avec platitude ce blanc inconnu5.
Ad onta di questa apparizione, nel genere del cavaliere di Monsalvato, qui sembra d5intender qualcosa di più. Chi non è entrato una volta nel cortile d5un palazzo comunale gotico dove, sui muri nudi sta aggrappata la folla degli stemmi di podestà, signori e famiglie di quei secoli? Torri, alberi, navi, zampe di leone, castelli merlati, ogni epoca ha trovato
i suoi simboli più scarniti. L5effetto è magico per ognuno, il linguaggio esoterico. E se il più alto torneo intellettuale del-PEuropa di questi ultimi cinquantanni, iniziatosi col cubismo, esigeva i suoi emblemi, Pemblematica richiesta nonsarebbe per caso stata trovata dagli astrattisti ? Giacché figuratività sia pure incondita è ancora al fondo dell’as smo, di ogni astrattismo. E se mi attengo a certe intitolazioni, volute, sup dal pittore stesso, perchè non rilevare che ‘ Comme une ce’ e ‘Sans crainte5 sono addirittura imprese, motti d neo? E che l’aspetto stesso di ‘Sans crainte5 23/, anch /tavola se in modo non ortodosso per i puntigliosi dell’araldic qualcosa di uno stemma nitidamente inquartato? Qiui potrebbe essere almeno un abbozzo di spiegazi L’astrattismo avrebbe provveduto ai magici emblemi l’intellettualismo figurativo moderno. Soltanto, ci sarebb chiedere, per il gusto di quante famiglie di uman ‘duecento famiglie’ o molto di più? Questo è un altro importante per il futuro dell’astrattismo e la sua uman municabilità. Che gli astrattisti abbiano ragione nel d’essere, più degli altri, arrivati all’‘oggetto’, non è c bile. Ma da servire? Può darsi, del resto, che il mondo in gestazione ab sogno di queste ‘allusions perpétuelles ’ (altro titolo d gnelli), di certi simboli semplificati, all’osso, siano sp agricoli, sociali o che altro. Nel mondo a venire i chiameranno ‘emblematisti’ (sindacato degli), o qualcos simile. Per il principio della eterogenesi dei fini non insomma neppure da escludere che l’astrattismo, sorto tutt’altro segno, trovasse sbocco e applicazioni più cor dove meno si aspetterebbe. Questo principio di spiega andrà rifiutato o perfezionato. Ma è difficile che la discus possa partire da altri che da Magnelli che in codesti suoi boli pone spesso una così lucida coerenza, un nitore, un catura a fuoco non facili a dimenticare. E c’è da spe per maggiore utilità il discorso possa riaprirsi a Venezia una mostra ciclica di Magnelli, accanto a quella, già di Kandinsky, tornerebbe, storicamente, opportuna. | |
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