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Sulle cose delVarte e della letteratura nulla più arduo che essere veramente ‘bene informati'.
Ora vogliamo provarci in una rivista che, per primo avvio di buona informazione, cominci col porre davvero sullo stesso piano le arti figurative e la letteratura. Ecco un primo compito di cPARAGONE E non sarà un caso che la prova abbia luogo in Italia dove è incerto se la maggiore cgloria della lingua' tocchi alla poesia ‘in parola' o a quella c in figura'. Non disputeremo subito. Ma si avverta che non è intenzione di restringersi all'àmbito italiano soltanto, che sarebbe già un segno di informazione monca.
Anche mantenendo aperte più che si potrà le comunicazioni vicendevoli, compiti speciali per le due parti {che a questo fine si terranno distinte, alternandole di mese in mese) non mancheranno di certo.
Per Varte intanto. La sua corposa ma fragile esistenza fisica, comporta, corri è noto, 6cura di opere' varie: dalle strutture di materiali grevi divenute figurazioni del desiderio di abitare\ ai sassi divenuti statue parlanti, alle tavole o tele divenute dipinti vivi; e si sa che tale cura è ufficialmente in carico ad organi speciali di stato che portano nomi pomposi ma oggi? per loro intime carenze, sgradevolissimi. Che un così delicato governo sia, quasi dovunque, in mani più inette che non fu mai, si avverte e deplora spesso. Gli avvertimenti continueranno anche da parte nostra con la necessaria asprezza finche questo più prezioso patrimonio umano sembri maltrattato o ma-nomesso. Azione? la nostra, che sembrerà forse colorarsi di politica, ma di generale; per quanto possa spiacere che le parti migliori non avvertano Vopportunità di assumerla come programma responsabile anche di politica speciale.
Altro compito. Nei confronti con l'attività critica letteraria che, quanto al passato, può scoprire ormai quasi soltanto fra le righe di testi già noti (e non si dice che non si tratti spesso di scoperte rilevantissime) noi abbiamo per l'arte, a disposizione, una riserva quasi inconsumabile di testi inediti, e spesso autorevolissimi, che di continuo si riaffacciano e dove potrà esercitarsi e perfezionarsi la tradizione, particolarmente gloriosa in Italia, del c conoscitore \ Occorre cioè portare quegli inediti alla luce della discussione immediata; toglierli dal mutismo adespoto così pericoloso per la stessa loro incolumità fisica di oggetti; 4parlarlibisogna. E nel relativo ‘parlato' critico, sboccherà, s'intende, tutta la filologia che sembri necessitare, purché non sia quella che s'illuda di bastare a se stessa, di esser scienza esatta, invece che contentarsi di servire di snodo al braccio che regge lo specchio critico con uri inclinazione diversa ad ogni opera.4
EDITORIALE
Diceva un crìtico settecentesco che il mondo dell'arte è composto di due schiere: di quelli che la operano e di quelli che la intendono. Ma non a tutti coloro che la intesero, fu concesso, per remore varie, metafisiche e istituzionali, dir sempre tutto quel che pensavano; di quanto tuttavia gli riuscì di esprimere, sarà, crediamo, buona antologia presentare qui, inediti o poco noti che siano, gli accenni più penetranti, più durevolmente validi.
Libri sull'arte, esposizioni artistiche, e simili. Dietro codesti fatti, specialmente se moderni, stanno schermi ideali, ra# anche schermi pratici, Distinguerli, jter meglio chiarire i valori di ieri; per meglio avvisare quelli di domani (detto, non nel senso di profetare, twa .rofo d'intendere che molte opere ipresenti' sono già c futuro '), wi, Vapparenza di cronaca, scelta, il nostro compito più responsabile.
Infatti, come si dice, il 1 gusto' cambia. Afa, « riflettere, cambia non per misteriose alterazioni di palato, cAtf sarebbero oggetto di mera teratologia, ma per variare del costume, aW di i mores '. JVbrc stabili i valori, come sarebbero? E se molto giova conservare sul quadro, ri ri pflfe costretti a continuamente variare l'impianto illuminante. Com'è per esempio che un certo rinascimento sembra fioco nel cgusto' moderno? Questione di ‘costume', non di gusto; questione e grossa questione di ‘moralità', intesa in quel suo doppio aspetto che si specchia nel variare stesso delle istituzioni. Difficile perciò attenersi soltanto al giudizio estetico puro, illibato, e senza circolazione!
Ma perchè questa è già esigenza da poter trapassare anche in letteratura, lasciamo che l'editoriale del prossimo numero faccia le sue parti. | |
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