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Mi si permetta di esprimere la mia riconoscenza all'Istituto Gramsci per averci data la passibilità di intervenire ai lavori del Convegno dedicato alla attività pratica e teorica del grande rivoluzionario e pensatore italiano Antonio Gramsci.
In Jugoslavia il nome di Gramsci è largamente conosciuto e non solo per l’attività da lui svolta negli anni tra il 1918-’21, non solo per la sua opposizione al fascismo ohe contro di lui si accani nel modo più barbaro. Il nome di Gramsci è conosciuto nel nostro Paese attraverso la traduzione in serbo e in sloveno delle lèttere che egli venne scrivendo dal carcere, e per gli studi che sulla sua figura vengono condotti. Le Lettere dal carcere di Gramsci hanno profondamente commosso l’opinione pubblica jugoslava e sono state largamente diffuse non solo tra i comunisti. È significativo che la personalità di Gramsci è stata presentata in Jugoslavia attraverso una prefazione scritta per l’edizione slovena delle Lettere da Ivan Reggent, un vecchio rivoluzionario ben noto tra i comunisti italiani e jugoslavi. È con vivo rammarico che dobbiamo riconoscere che in Jugoslavia sono state pubblicate fino ad ora solo le Lettere di Gramsci ma già si è al lavoro per la traduzione degli altri suoi scritti.
Non sfugge a noi il profondo legame che unisce Gramsci alla vita del suo paese; non si può essere un dirigente rivoluzionario del movimento operaio se questo legame non è profondo. Solo questo legame, per esprimerci con parole di Lenin, può fare di un individuo un dirigente autorevole. In Gramsci questo legame si manifestò nella capacità di interpretare e di assimilare creativamente, alla luce del marxismo, la storia578
Gli interventi
italiana, i suoi sommovimenti. Già dalle Lettere noi abbiamo colto la capacità di Gramsci di penetrare al fondo dei fenomeni politici, economici e culturali della storia presente d’Italia. Abbiamo colto in Gramsci, nella sua battaglia ideale, il rigetto della superficiale negazione delle posizioni altrui, il suo modo di penetrare il pensiero dell’avversario e di coglierne dall’interno le radici degli errori. Procedimento proprio di una mente non dogmatica, ma dialettica.
Né meno sensibilmente ci colpisce, nelle Lettere di Gramsci, il suo profondo umanesimo che tanta suggestione esercita anche verso coloro che sono su posizioni ideologiche le più lontane dal comuniSmo. Il Convegno al quale abbiamo l’onore di partecipare, col suo fecondo lavoro, ci ha rivelato aspetti nuovi della personalità e del pensiero di Gramsci e con ciò stesso anche nuovi aspetti della storia del movimento operaio italiano. Nella persona di Gramsci si trova la migliore conferma del fatto che la classe operaia italiana si presenta oggi come l’erede legittima delle migliori e più deviate 'tradizioni della storia italiana.
Questo Convegno attesta altresì che uno dei metodi più efficaci per la conoscenza reciproca tra il movimento operaio dei diversi paesi, le loro idee, le loro 'esperienze, le loro tradizioni rivoluzionare, è quello di studiare a fondo la loro storia politica e ideale. A maggior ragione ciò è vero per il movimento operaio di due paesi vicini quali l’Italia e la Jugoslavia, i quali hanno interessi tanto comuni, nella lotta per il progresso e la prosperità dei loro popoli. Siamo certi che questo Convegno contribuirà a rafforzare i già solidi legami di amicizia tra i movimenti operai dell’Italia e della Jugoslavia. | |
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