Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Raimondo Manelli NOTE SULLA POESIA DIALETTALE TERNANA Debbo anzitutto premettere che la mia comunicazione a qúesto 1 Convegno di Studi Gramsciani è di tipo particolare. Infatti, mentre la maggior parte delle relazioni e dei contributi tende a mettere in risalto la notevolissima e originale presenza di Gramsci nella politica e nella cultura italiana attraverso l'esame approfondito dei vari scritti, per canto mio, invece, ho voluto controllare la validità di alcune particolari affermazioni gramsciane, assumendole come criterio metodologico di ricerca. Come tutti sanno, uno dei più suggestivi e vitali settori della sua problematica è stato quello che concerne il rapporto tra la vita e la cultura delle classi subalterne e la vita e la cultura della classe dirigente italiana. E questo nesso ha voluto trovarlo riflesso nel canto popolare e nel folklore. Vorrei ricordare a questo proposito alcune sue affermazioni ricavandole dai Quaderni pubblicati sotto il titolo di Letteratura e vita nazionale: «Ciò che contraddistingue il canto popolare, nel quadro di una nazione e della sua cultura, non è il fatto artistico né l'origine storica, ma il suo modo di concepire il mondo e la vita, in contrasto con la società ufficiale » 1. Oltre il metodo d'indagine, in questa affermazione, va sottolineata l'implicita polemica anticrociana. Croce, infatti, notava soltanto una differenza di natura « psicologica » tra la poesia in lingua e la poesia popolare. 1 L. V. N., p. 220. i3. 184 I documenti del convegno E ancora: « Si può dire che finora il folklore sia stato studiato pre- valentemente come elemento "pittoresco"... Occorrerebbe studiarlo, invece, come " concezione del mondo e della vita "... in contrapposizione... con le concezioni del mondo " ufficiali " »1. Sotto questa particolare angolazione da lui indicata, ho voluto condurre la mia ricerca nel compilare l'antologia della Poesia dialettale di Terni 2. Ho potuto agevolmente constatare che in questo settore esiste veramente un sottobosco pressoché inesplorato. Del resto è facile rendersene conto sfogliando l'antologia della Poesia dialettale del Novecento 3 redatta da P. P. Pasolini e M. Dell'Arco, dove dell'Umbria — per esempio — si dice che « non si dànno testi ». Non solo è valida l'affermazione di Gramsci che la poesia dialettale è il riflesso piú o meno consapevole dei sentimenti, del costume, delle lotte e delle aspirazioni delle classi subalterne, in quanto ne rivela la concezione del mondo e della vita in contrapposizione a quella del mondo ufficiale; ma è vero altresí che la scoperta, in primo luogo, e poi l'indagine diretta sui testi della letteratura dialettale popolare, risultano oltremodo feconde per comprendere, attraverso il contenuto e le forme che assumono nelle varie regioni d'Italia, la presenza creativa dei vari strati popolari del nostro paese. Intanto, una nuova constatazione pub essere fatta: in certe aree della penisola, dove la vecchia classe dirigente non ha saputo o potuto suscitare un moto artistico-culturale, spesso l'unica documentazione è proprio quella espressa dai modesti cantori legati alle classi subalterne, sia pure fra inevitabili contraddizioni di contenuto e di tono. Dei 12 poeti di Terni da me scoperti e raccolti in antologia, 6 sono impiegatucci di second'ordine, 2 artigiani, 1 contadino, 1 piccolo commerciante, 1 operaio e un solo intellettuale. Se è documentabile che il periodo del « verismo » ha costituito in Italia la temperie propizia al fiorire della poesia dialettale nelle varieregioni, è pure documentabile che ogni provincia e perfino ogni città, sviluppandosi economicamente e socialmente in modo originale, ha, in forme particolari, ispirato e condizionato i propri poeti. L. V. N., p. 215. 2 Terni, Edizioni Thyrus, 1957. 3 Parma, Editore Guanda, 1952. Raimondo Manchi 185 Uno degli aspetti piú evidenti del mondo contemporaneo, verso la fine dell'Ottocento, è l'impetuosa trasformazione dell'industria da manuale a meccanica. Nel momento in cui per il lavoratore dei campi, per il piccolo agricoltore oberato dalle tasse e per il bracciante dell'Umbria — per esempio — si pone il problema di offrire le proprie braccia per alimentare ìl forno « Martin» di una grande acciaieria come quella di Terni, per lo scompenso di abitudini, di sentimenti, e di reazioni che ne derivano, la poesia dialettale sarà portata a farsi specchio naturale dei nuovi stati d'animo, in quanto « strumento » di classi subalterne che per la prima volta pongono in modo irresistibile la propria candidatura a protagoniste di un nuovo ciclo storico. Sentite Lu Monte de Pietà di Amerigo Patrizi, un armaiolo libertario di fine Ottocento, morto nel 1906 a soli 37 anni : A Terni c'émo un Monte de Pietà che pe' pietà bisugna de vantàllu, se quarche pignarellu ce se fa, ce òle l'otto per centu p'arpijallu. Come è pelosa questa carità! E qui 'n purittu imméce d'aiutallu, che non sa propiu come arimbiccìà, vojantri lu fernéte d'accomiallu. Lu bullittinu pó per irunia cià la Madonna e Cristu ch'è spiratu, che coll'otto per centu è... in simmitria. Ma sa quantu sarebbe piú adattatu Madonna e Cristu de leàlli via e schiaffacce Ansuìnu aritrattatu. Il sonetto rimonta al 1899. Ansuini, per chi non lo sapesse, è un bandito del Viterbese. L'autore suggerisce di sostituire con l'immagine del bandito quella della Pietà stampata sul cartellino dei pegni. In effetti, dopo la comparsa del sonetto, lo sconto dell'otto fu ridotto al sei per cento. 1.1 Patrizi fu tra i collaboratori del settimanale socialista ternano La turbina (sorto il 4 settembre 1898) e concepiva la poesia came uno strumento di lotta in difesa dei suoi concittadini.
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