Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Ludovico Geymonat PER UN INTERVENTO AL CONVEGNO DI STUDI GRAMSCIANI Garin pone in luce la « costanza evidente » — nei testi di Gramsci — di taluni temi che costituiscono le « linee di sviluppo ben definite » del pensiero del Nostro; e non nasconde che questa impostazione sembra « spesso lasciare in ombra, magari fino all'ingiustizia, altri temi ed aspetti pur validi di posizioni culturali diverse » (« Gramsci risente di tutto un clima culturale nella valutazione dei secoli XVII e XVIII, e nella limitata attenzione rivolta, per esempio, all'opera degli scienziati »). I1 medesimo relatore cerca pure di spiegare, con grande acume ed obiettività storica, le ragioni di questo atteggiamento: esse sarebbero da cercarsi nel proposito, evidente in Gramsci, di combattere il crocia-nesimo sul suo medesimo piano, cioè con preciso riferimento ai temi che tale filosofia riteneva piú attuali. È un proposito storicamente ben giustificabile, se teniamo conto che Gramsci, e del resto tutto l'ambiente culturale in cui egli si era formato, considerava Croce « la voce piú importante e piú pericolosa » della vita italiana dell'epoca. Tutto ciò premesso, mi sembra chiaro che — prima di sostenere la piena e completa « fecondità e attualità » del pensiero filosofico di Gramsci — dovremmo decidere in modo inequivocabile, se ancora oggi Croce possa venire considerato la « voce piú importante e piú pericolosa » della cultura italiana e ancora oggi i suoi temi possano venire ritenuti quelli piú attuali della nostra cultura. Senza dubbio la relazione di Luporini ha il merito di sottolineare molti aspetti estremamente vivi del pensiero di Gramsci (che sono poi, come il relatore stesso osserva, le costanti piú strettamente connesse ad alcuni 148 i documenti del convegno punti essenziali del pensiero di Marx e di Lenin). Ma ciò non può farci dimenticare il fatto, che i temi caratteristici di Gramsci — quelli specifici della sua elaborazione filosofica — sono, come ha detto Garin, i temi ritenuti piú attuali dal crocianesimo. Proprio qui vanno ricercate le radici ultime della perplessità di alcuni studiosi italiani, legati alla odierna rinascita illuministica, nel giudicare l'attualità « piena e completa » dell'opera di Gramsci. Il neo-illuminismo ha costituito un rivolgimento profondo della filosofia, e ha fatto affiorare temi nuovi, assolatamente ignoti alla problematica crociana (basti ricordare quelli connessi alla metodologia scientifica, alla tecnica, alla logica formale, ecc.) e presenti invece in altri filoni della cultura italiana (Cattaneo, Peano, Vailati, Enriques) trascurati dal crocianesimo. Oggi il marxismo ha dimostrato di saper formulare, proprio su questi ultimi temi, una parola molto seria e piú profonda certo di quella dei neo-positivisti tedeschi e americani. Meno chiaro, invece, è se abbia potuto dire su di essi una parola altrettanto fondamentale chi si muoveva — sia pure con la massima serietà e perspicacia — in una problematica sostanzialmente condizionata da quella crociana. Su questo punto desidererei un preciso chiarimento da parte dei due relatori, perché confessò di non riuscire, per mio -conto, ad eliminare ogni perplessità al riguardo. Non si tratta evidentemente di disconoscere l'importanza del pensiero di Gramsci nella storia della filosofia e tanto meno l'interesse, anche attuale, del suo intenso sforzo per oltrepassare la tematica crociana, ma soltanto di decidere se — una volta abbandonata questa tematica — si possano ancora trovare, ed in quale misura, nell'opera di Gramsci gli elementi fondamentali al fine di risolvere i nuovi problemi filosofici di oggi. Mi parrebbe molto utile comunque — e mi permetto di farne formale proposta al Convegno — di affidare ai due relatori l'incarico di curare un'ampia antologia, scientificamente impostata, degli scritti filosofici del Nostro, come recentemente è stato fatto per altri pensatori italiani (Vailati). Essa potrebbe venire molto utilmente adottata (e sarebbe nostro dovere appoggiarne la diffusione) nell'ultimo corso di liceo; tale adozione recherebbe certo un preziosissimo contributo al rinnovamento della scuola italiana.
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