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tipologia: Analitici; Id: 1543176


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Tipologia Rivista: Scheda enciclopedica
Titolo a.n.[Anna Nozzoli], scheda sintetica «Il Politecnico» (1945-1947)
Riferimento diretto ad opera
Il Politecnico [rivista, 1945-1947] {}+++   Schedatura di+++   
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
ti Politecnico (1945-1947)
1~ Serie (29 settembre 1945-6 aprile 1946),
periodico settimanale diretto da E. Vittorini,
redattori: F. Calamandrei, F. Fortini, V. Pandolfi, A. Steiner,
S. Terra.
Casa editrice G. Einaudi, Torino,
formato: cm. 58x42.
IIa Serie (maggio 1946-dicembre 1947),
periodico mensile diretto da E. Vittorini,
segretario di redazione G. Trevisani.
Casa editrice G. Einaudi, Torino,
formato: cm. 29x20.
Periodico di cultura fondato a Milano da Elio Vittorini, ha svolto la sua attività in un arco di tempo che va dal settembre del '45 al dicembre del '47, articolandosi in due distinte serie, con diversa periodicità. La prima serie (in tutto 28 numeri) iniziò le sue pubblicazioni come « Settimanale di cultura » il 29 settembre 1945, sotto la direzione di Elio Vittorini affiancato dai redattori F. Ca-lamandrei, F. Fortini, V. Pandolfi, A. Steiner, S. Terra. Trasformato in « Mensile di cultura contemporanea » con il n. 29 uscito il 1° maggio 1946, Il Politecnico terminò la sua attività nel dicembre del 1947. Stampato come la prima serie dall'editore Einaudi di Torino, il mensile fu diretto dallo stesso Vittorini con la collaborazione di G. Trevisani segretario di redazione.
Nato nel clima culturale e politico immediatamente successivo alla Liberazione, Il Politecnico esprime la complessa situazione in cui vennero a trovarsi gli intellettuali italiani usciti dalla guerra e dal fascismo, desiderosi di realizzare anche sul piano ideologico-culturale un'apertura ed un adeguamento agli eventi contemporanei. Così, facendosi portavoce dell'ansia di rinnovamento di molti intellettuali che avevano partecipato alla Resistenza, Vittorini e gli altri redattori del Politecnico intesero dar vita ad una rivista che affiancasse, in un'unica fisionomia, molteplici e spesso distanti esigenze, dalla politica alla cultura, dall'economia alla letteratura, dal pensiero scientifico alle istanze umanistiche. La formazione di una cultura profondamente rinnovata, attiva nei confronti dell'uomo e della società venne a costituire l'obiettivo principale della rivista, che assunse un atteggiamento polemico nei confronti della letteratura e della cultura italiana dell'anteguerra, accusata di aver permesso, estraniandosi dal contesto sociale, il consolidamento della dittatura fascista. (Si veda il primo editoriale di Vittorini, « Una nuova cultura » pubblicato il 29 settembre 1945). Ed è proprio sul tema della « nuova cultura » che si andò sviluppando il dibattito ideologico della rivista, che accolse sulle sue pagine le teorie vitto-riniane sul ruolo dell'intellettuale nella società, sui rapporti tra cultura e politica, mentre si venivano elaborando nuove linee culturali, talvolta viziate da un astratto cosmopolitismo e da una incondizionata adesione alla cosiddetta cultura operaia e d'avanguardia. Da questi presupposti trassero origine anche le prime polemiche nate intorno all'attività della rivista, a cui parteciparono sia le forze cattoliche sia gli intellettuali marxisti militanti nel Pci. (Basti ricordare gli interventi di C. Luporini in Società n. 5 e di M. Alicata in Rinascita mag.-giu. 1946, che preannunziavano la successiva e notissima presa di posizione di Togliatti). Al di là del dibattito critico che Vittorini e gli altri (Ferrata, Balbo, Fortini) condussero sui rapporti fra politica e cultura, la prima serie del Politecnico svolse una funzione eminentemente divulgativa, tesa ad informare il lettore dei maggiori eventi contemporanei, sia in campo ideologico-politico sia in campo letterario. Lo stesso Vittorini, del resto, riconoscerà i limiti di tale impostazione, quando nell'autocritica premessa al 1° numero del Politecnico mensile dichiarerà di non aver svolto sino ad allora « una funzione propriamente creativa, o comunque, formativa », proponendo per il futuro « una azione che sia azione per se stessa, com'è, quando è vera, l'azione culturale ».
La nuova serie si aprì alla collaborazione di un numero molto più ampio di intellettuali, da Cantoni a Bo, da Bontempelli a Bon-santi, a Gatto, a Sereni, a Calvino, mentre l'editoriale andava spostando i suoi interessi dal dibattito su politica e cultura a problematiche più generali. Insieme furono presenti sul mensile pagine di poesia, di narrativa, di saggistica, indagini sulle città e i paesi del mondo, e in chiusura, al posto delle tradizionali recensioni, una serie di interventi su libri, riviste, problemi, a cura di Ca-lamandrei, Fottini, Rago, Rodano, Serra. Nel frattempo si faceva tuttavia più esplicita la polemica con il partito comunista che confutava alla rivista lo spirito « pionieristico », la distinzione vitto-riniana tra i fini della politica e i fini della cultura, la sempre maggiore indipendenza che veniva mostrando nei confronti delle posizioni ideologiche del partito. Con lo scambio di lettere, formalmente pacate ma nella sostanza profondamente polemiche, tra Vit-torini e Togliatti si può dire che si chiuda l'attività del Politecnico, anche se le sue pubblicazioni continueranno fino al dicembre del '47, sempre più scopertamente orientate nel settore letterario. Le
cause della fine del periodico andranno, comunque, ricercate ben oltre la nota polemica, in fattori e ragioni assai complesse, non ultima, la difficoltà di Vittorini e degli altri ad adeguare i mezzi di espressione e di linguaggio alla vastità del compito che si erano proposti. La crisi del Politecnico d'altra parte esprime anche la crisi di un momento storico, in cui contingenze interne ed internazionali dovevano rendere difficile la saldatura tra esigenze e posizioni diverse, mentre si andava smembrando Io spirito unitario della Resistenza. Pur nelle difficoltà e negli equivoci, in cui venne spesso a trovarsi, Il Politecnico condusse un'importante battaglia culturale, impegnandosi su tutti i fronti della realtà contemporanea, pubblicando importanti documenti letterari e politici (traduzioni da Wright, Michaux, Pasternak, Brecht) insieme a voci sino allora inedite in Italia (le prime lettere dal carcere di Gramsci, le prime traduzioni di Lukacs, i contributi di Sartre e di Simone De Beauvoir). (a. n.)
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 33256+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1975 Mese: 8 Giorno: 29
Numero 34
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34


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