Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - automatica: Se non vi sono osservazioni pongo a partito questi nomi. Sono approvati. Dopo di che cedo subito la presidenza effettiva al compagno Mon- dolfi, sindaco di Livorno. (Grida di « Viva Livorno proletaria! ». Ap- plausi vivissimi e prolungati). ~l saluto dei Sindaco di Livorno Presidenza Mondolfi. MONDOLFI, presidente : Compagni, è inutile dirvi che io di già sapevo di essere stato designato all'altissimo onore di porgervi il saluto della mia Livorno. Pur tuttavia, credetemelo, dico il vero, io non ho voluto prepararmi a porgervi questo saluto, e non l'ho voluto determinatamente, perché non fosse questo saluto una delle solite gelide espressioni meditate e misurate prima, delle quali si prevedono e si calcolano tutti gli effetti. Io dico questo, sí, anche perché abbiate indulgenza per le mie parole se non sono tutte eleganti, se i periodi non sono tutti torniti e conclusi; anche perché siate ben certi che ho voluto portarvi tutta la spontanea commozione di questo momenta nel porgervi il saluto della mia Livorno. Mi viene a mente, non vi scandalizzate a sentirmi citare le Sacre scritture, quel precetto evangelico che dice: « Non state in ansia per quello che avrete a dire, perché al momento ciò vi sarà dato ». Le Sa-- ' cre scritture intendono: vi sarà dato dallo Spirito; io credo che mi sarà. dato, nel porgervi questo saluto della mia Livorno, dal mio sentimento- di socialista. E questo sentimento, in questo momento, dico in questo solo momento, vuole essere ampio tanto da portarvi non solo il saluto dei nostri compagni; ma anche dell'aureola che c'è intorno di simpatizzanti, ed anche, per questo momento solo, di coloro che pure non militando nelle nostre file, pur non avendo per noi simpatia, rispettano quello che il Partito socialista rappresenta. Del restante, naturalmente, non me ne curo, ed io non posso rispondere dei sentimenti di quello che avanza della cittadinanza di Livorno. (Benissimo!). Se io non fossi, permettetemelo, un unitario, dovrei essere per la circostanza unitario, perché il mio saluto fosse comprensivo e si estendesse con uguale effetto . a tutte quante le frazioni del Partita, da Turati a Bombacci. (Benissimo! Qualche applauso). 12 Lasciate che ci sia almeno questo momento pienamente concorde, che poi sarà diviso da discussioni. Io non intendo certo dirvi, come il poeta, che di zaffiro terso ogni pensiero oggi risplende... Queste sentimentalità non sono oggi concesse. Non ho da proporre abbracci; ma, tuttavia, fate che per un momento, prima di dare svolgimento alla discussione, vi raccolga tutti quanti un solo sentimento, il sentimento di essere dei socialisti! Pensate, io non intendo con quello che ora mi passa per la mente, di entrare menomamente nel tema delle discussioni del Congresso; ma, pensate, quanti calcoli piú o meno maligni circondano questo Congresso. Pensate che da taluno è considerata questa sala come una sala chirurgica, nella quale si deve portare una amputazione dolorosa! Noi non sappiamo se a questa amputazione si arriverà; ma, in tutte le maniere, se qualche cosa devesi amputare, sarebbe ciò che è marcio, ciò che non può servire a nessuno, ciò che si disdegna... (Interruzioni, rumori). Vi ho chiesto un momento di concordia, e seguito a chiedervelo. Pensate che noi stiamo preparando qui, intavolando, direi, un nobile banchetto di idee. Pensate, però, che alla porta della sala non sta di certo il povero Lazzaro ad attendere le briciole di questo nostro banchetto; ma sta il ricco Epulone... (vive approvazioni. Applausi), ... sta la borghesia, che dal nostro banchetto intellettuale spera di raccogliere qualche rifiuto! Ma io non credo che noi prepareremo con questo nostro Congresso alla borghesia nuovi ministri, al re nuovi cugini! (Vivissime approvazioni). Noi, a questi di fuori, che godono di sapere che tra noi ci sono dissensi, rispondiamo che è sí una crisi quella attuale del Partito; ma non è una crisi di povertà, è bensí una crisi di ricchezza. Se essi ci accusano delle tendenze che ci dividono, noi dobbiamo rispondere ad essi: e quale è il pensiero complesso in cui manchino contraddizioni, cozzi di pensiero e di sentimento fra l'uno e l'altro animo individuali? Se la teoria del nostro maestro è che le lotte delle classi sono il movente principale della storia, nel campo dell'intelletto il cozzo delle lotte di pensiero è certo il movente dello svolgimento e del progresso umano. Noi non cerchiamo qui che cosa fare, non cerchiamo il program- 13 ma di azione definitiva, noi sappiamo benissimo che la realtà è molto complessa, che a noi è dato soltanto preparare alcuni fili che nella trama entreranno e resteranno, e, mentre che agli sciocchi pub parere che il filo sia interrotto, esso resiste ancora, perché la realtà ha una sua continuità complessa. Questo noi dobbiamo rispondere a quanti, non appartenenti al nostro Partito, cercano di speculare su questo Congresso e ne attendono un vantaggio per loro. Io ho detto che mi sentivo unitario, ho detto anche che volevo raccogliere non i sentimenti soltanto degli iscritti al nostro Partito; ma anche di coloro che ci stanno dintorno; ma questo non significhi che noi non affermiamo nettamente la nostra divisione dai Partiti borghesi. Io vi porto il saluto di questa mia cara città, nella quale il popolo ha virtú inestimabili e tesori inestimabili di bontà, di generosità, di fierezza, e sono sicuro, porgendovi questo saluto affettuoso di interpretare bene i sentimenti di questo popolo. Termino, e lasciate che io termini con un augurio; è l'augurio di colui che rappresenta in questo momenta l'ospite, che ha il dovere di essere imparziale, di colui che rappresenta tutto ciò che ci pub essere a Livorno di sentimento ospitale, indipendentemente da ogni altra determinazione; ebbene, fate che l'ospite, non io persona, ma il simbolo della ospitalità che qui vi ha riuniti, non vi veda partire divisi. (Applausi). Ed ora dò la parola al compagno Levy, il quale, come rappresentante del Partito comunista unificato di Germania, in nome di questo Partito ha chiesto di parlare. (Applausi vivissimi). Il saluto del Partito comunista unificato di Germania LEVY (accenna a parlare, ma è subito interrotto dai palchi dei comunisti da ripetute, altissime grida di « Viva Spartaco! », alle quali subito dopo si unisce tutto il resto del Congresso. I comunisti commentano ironicamente gli applausi dei socialisti. Giacinto Menotti Serrati sorge allora in piedi su di una sedia e grida a gran voce : « Viva Spar-taco! Ci siamo stati noi prima di voi! ». Applausi vivissimi da parte dei socialisti accolgono queste parole, che sono, invece, rumoreggiate, 14
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