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tipologia: Analitici; Id: 1472854


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo N. Talenskii (Maggior generale dell'esercito rosso), La battaglia di Stalingrado (parte prima)
Riferimento diretto ad opera
N. Talenskii (Maggior generale dell'esercito rosso), La battaglia di Stalingrado+++   parte di+++   
Responsabilità
N. Talenskii+++
  • Talenskiĭ, Nikolaĭ Aleksandrovich
  autore+++   [relazione complessa] URSS - Armata rossa - generale+++   Maggior generale dell'Esercito rosso 
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
22 LA RINASCITA
La battaglia
di Stalingrado
Il piano di Hitler, quando, egli nel giugno del 1941 attaccò a tradimento l'Unione Sovietica, era di condurre questa guerra
e di finirla come una e guerra lampo s ; — sbaragliare l'Esercito rosso in un mese e mezzo o due, conquistare i centri più importanti del paese, e in questo modo costringere il governo sovietico a capitolare completamente. Gli avvenimenti non si svolsero però come Hitler aveva s prestabilito s. Quantunque la potente e accuratamente preparata macchina di guerra del fascismo tedesco ai gettasse sull'Esercito rosso all'improvviso
e a tradimento, le eroiche truppe sovietiche sostennero il colpo dell'esercito nemico. Incominciò una lotta senza esempio per la sua vastità, la sua tenacia e il suo accanimento.
Nella prima campagna estiva l'Esercito rosso ebbe a subire considerevoli insuccessi. Esso però si ritirò combattendo con ostinatezza, esaurendo il nemico, distruggendo i suoi uomini
e le sue armi.
Nell' autunno del 1941 il comando tedesco scagliò le sue forze principali contro la capitale sovietica. Nei mesi da ottobre a dicembre, in direzione di Mosca, fu combattuta quella battaglia che, secondo le parole del Comando hitleriano, avrebbe dovuto essere i l'ultima, grande, decisiva battaglia s. Essa fu, in reeltà, lo scontro decisivo del primo anno di guerra ; ma si concluse con la vittoria dell' Esercito rosso, così come si conclusero la battaglia del nord sotto a Tichvin, e quella del sud sotto a Rostov.
Nell'inverno 1941-42 le truppe sovietiche condussero delle operazioni offensive su molti settori del fronte, da Leningrado al Mar Nero, e nel corso di quattro mesi avanzarono più di 400 chilometri. La campagna invernale 1941-42 si chiuse dunque col fallimento completo dei piani hitleriani. L' esercito fascista tedesco subì la prima grande sconfitta della seconda guerra' mondiale. Il mito della c invincibilità s tedesca fu sventato. L'esercito rosso dimostrò di- essere una forza imponente, capace non solo di resistere con eroismo, ma anche di battere i tedeschi in campo aperto.
Intanto però la guerra tendeva a prendere il. carattere di guerra prolungata. Le forze della coalizione antihitleriana erano chiaramente soverchianti e questo apriva per Hitler le più oscure prospettive. Diventava evidente che, se le forze riunite di questa coalizione fossero entrate in azione, se il blocco attorno alla Germania si fosse trasformato in un attacco coordinato e concentrico di eserciti di terra, la vittoria dei popoli amici della libertà sarebbe stata affrettata. I capi tedeschi, che lo comprendevano, non riuscivano •a nascondere la loro preoccupazione. Ir un fatto, però, che il grave peggioramento della situazione strategica dei tedeschi, provocato dal fallimento dei loro propositi primitivi e dalla loro sconfitta invernale, non venne sfruttato nel piano generale strategico di tutta la guerra mondiale. I colpi dell'Esercito rosso non vennero appoggiati dall' apertura del secondo fronte in Europa ; nella primavera e nell' estate del 1942 le truppe hitleriane continuarono a combattere su un solo fronte, qùello sovietico, mentre le operazioni in Africa non distraevano da questo fronte forze significanti.
Il Comando hitleriano comprese quanto questa situazione gli fosse favorevole, e si affrettò a trarne profitto. Esso capì che il tempo lavorava contro di lui, poichè, prolungandosi la guerra, l'Esercito rosso avrebbe aumentato le sue forze e accresciuto la sua esperienza e capacità militare, e perciò si affrettò.
L'obiettivo strategico fondamentale che gli invasori tedeschi si posero nell 'estate del 1942 fu dunque quello di sconfiggere definitivamente l'Esercito rosso, costringere l'Unione Sovietica a capitolare e quindi, sfruttando le enormi risorse del paese, continuare la lotta contro l'Inghilterra e l'America per il dominio del mondo.
Anche questa volta i tedeschi posero come loro compito centrale e decisivo la conquista di Mosca. Tenendo però conto dell' esperienza della loro sconfitta del 1941, essi non si decisero a prender la capitale d'assalto ; eseogitajono invece una complicata manovra avvolgente. Il Comando hitleriano decise di portare il colpo decisivo alle truppe sovietiche in direzione di sud-est, per arrivare al Volga, rompere le comunicazioni tra il Caucaso e il centro della Russia europea, sviluppare quindi l'offensiva verso il nord lungo il Volga, sboccare alle spalle della regione strategica di Mosca, isolare la capitale sovietica dalle basi del Volga e degli Urali e così prenderla con un attacco dalle sue retrovie, dopo aver sbaragliato le forze fondamentali dell' Esercito rosso. In pari tempo veniva progettato un colpo strategico sussidiario verso il sud, prima di tutto allo scopo di distrarre le forze dell' Esercito rosso dal centro degli avvenimenti principali, e in secondo luogo per la conquista delle risorse di prodotti alimentari e di materie prime, e della nafta del Caucaso. Se il piano fosse riuscito, i tedeschi si sarebbero create le basi necessarie Per le più grandi operazioni strategiche contro l'India.
Documenti caduti in mano del Comando sovietico attestano che le operazioni tedesche avrebbero dovuto svilupparsi con un ritmo impetuoso. Il 10 luglio era prevista la presa di Bo-rissoglebsk, il 25 luglio di Stalingrado, il 10 agosto di Saratov, il 15 agosto di Kuibiscev, il 20 settembre di Arsamas, il 25 settembre di Baku. In ottobre-novembre avrebbero dovuto svolgersi le operazioni decisive contro la capitale sovietica.
Il compito più difficile per i tedeschi fu il concentramento delle forze e dei mezzi necessari per condurre queste enormi operazioni offensive. La soluzione venne trovata dal Comando hitleriano gettando sul fronte sovietico tutte le sue riserve strategiche. Su 256 divisioni tedesche, ne vennero concentrate su questo fronte 179, cioè il 70 Ve delle forze della Germania, con l'aggiunta di 11 divisioni dei paesi vassalli : in tutto 240 divisioni, di cui la massa principale, fu ammassata nella direzione di sud-est, su un fronte di 600 chilometri.
Stalin, Maresciallo dell'Unione sovietica e Comandante in capo dell' Esercito rosso, nel suo storico rapporto del 6 novembre 1942 ha definito le caratteristiche di questo piano strategico del nemico. Esse erano le seguenti : — calcolo basato sul!' assenza del secondo fronte in Europa, tentativo di vincere la guerra nel più breve tempo possibile e insufficienza di forze a questo scopo.
Le operazioni offensive dell'esercito tedesco incominciarono nelle zone di Kharkov, di Isium-Barvencovo e di Kursk-Vo-ronesg, dirigendo lo sforzo principale su Voronesg, allo scopo di aprirsi immediatamente la strada verso le retrovie di Mosca e così guadagnar tempo. Le truppe fasciste arrivarono fino a Voronesg, ma qui furono arrestate dall'accanita, resistenza sovietica e costrette a passare alla difensiva. Allora il Comando tedesco spostò il suo sforzo principale in direzione di Stalin-grado, e grazie a un notevole sopravvento di forze, soprattutto d'aviazione, riuscì, all'inizio d'agosto, a portare le sue truppe sino alla riva occidentale del Don, pure tra montagne di cadaveri. Le unità dell'Esercito rosso sostennero l'accanita pressione nemica sulla riva occidentale e nell'ansa del Don, guadagnando un tempo prezioso, che fu sfruttato per rafforzare le difese di Stalingrado.
A metà agosto 1942 però, dopo lotte accanite, le truppe sovietiche furono costrette a' ritirarsi sulla riva orientale del Don, ad abbandonare la zona di Kotielnicovo. e prendere posizione lungo il fiume Niscovca e lungo i laghi a sud di Stalingrado. Da questo momento il comando tedesco cercò di
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spezzare la difesa sovietica cond ue cunei : — il primo a nord, con un gruppo d'attacco di due divisioni carrate, due moto-
rizzate e sei di fanteria, in direzione di Vertiaci e dei sobborghi settentrionali di Stalingrado ; il secondo a sud, con un gruppo d'attacco di due divisioni carrate, una motqrizzata e tre di fanteria dalla zona a occidente di Abganerovo in direzione dei sobborghi meridionali. Tra questi due grandi cunei, uno più piccolo doveva avanzare da Kalatc direttamente sulla città (tre divisioni di fanteria). Negli altri settori del fronte di Stalingrado dovevano operare quindici divisioni di fanteria. Il piano era costruito secondo il solito schema applicato dai tedeschi dall'inizio della guerra.
Le forze sovietiche erano allora, su tutto il settore, relativamente limitate. Esse si riducevano all'eroica G2.ma Armata
e ad una serie di altre unità poco numerose. Queste forze avevano però dalla loro l' esperienza di molte lotte offensive
e difensive ; il loro armamento era in via di miglioramento continuo e da poco si era arricchito di un ottimo fucile anticarro. Dalla parte dell'Esercito rosso vi era, inoltre, l'eroismo impareggiabile e la incrollabile volontà dei suoi soldati, decisi a morire pur di assolvere il compito posto loro da Stalin : — difendere Stalingrado e schiacciare il nemico.
Il 17 agosto incominciò il combattimento difensivo sulla riva orientale del Don. Il gruppo tedesco settentrionale riuscì, con l'appoggio di numerosa aviazione, e a prezzo di gravi perdite, a forzare il Don e a spezzare la linea di difesa sovietica nella zona di Vertiaci. Il 23 agosto, dopo lotte accanite, i tedeschi arrivarono sul Volga tra Rinok e Iersovca. Questo ingente successo tattico del nemico rese più complicata la difesa di Stalingrado, essendo costretto il Comando sovietico a rifornire la città e il suo fronte esclusivamente da oriente, attraverso il Volga. In pari tempo continuavano senza interruzione gli attacchi del gruppo tedesco di Kalatc, tanto che, nella seconda metà d'agosto, si riteneva inopportuno e pericoloso continuare la difesa sulle linee precedentemente stabilite e il 3l agosto le truppe sovietiche erano ritirate su una nuova linea di difesa lungo i fumi Rossosca e Cervliona. La difesa settentrionale di Stalingrado si stabilizzava lungo la linea Spartacovez-Orlovca-Novaia Nadiesda.
L'attacco dei tedeschi, che conservavano in questo momento la superiorità delle forze, si sviluppò in direzione della stazione di Bassarghino. Essi riuscirono a spezzare il fronte sovietico, il che costrinse le truppe sovietiche a ritirarsi su una nuova linea, negli accessi immediati di Stalingrado. Il 3 settembre la lotta si riaccese su questa linea e da questo giorno incominciò, si pub dire, la battaglia per la città.
Il Comando tedesco aveva bisogno, a ogni costo, di occupare Stalingrado. Questo era, infatti, il centro di gravità di tutto il suo piano strategico. Se la città non veniva occupata diventava impossibile sviluppare l'offensiva verso il nord. Per questo i tedeschi gettarono all'attacco divisione su divisione centinaia e centinaia di areoplani. Migliaia di granate si abbattevano ininterrottamente sulle posizioni sovietiche. I combattimenti aerei erano continui.
I1 14 settembre i tedeschi riuscirono a raggiungere il Volga nella zona di Elscianca e la posizione dei difensori ai fece ancora più difficile. Ma quanto più aumentavano le difficoltà tanto più aumentavano la tenacia dei combattenti sovietici, la loro volontà di schiacciare gli odiati invasori. Si combatteva per ogni isolato, per ogni casa, e, nell'interno di ogni casa, per ogni piano e per ogni stanza. Nel quartiere industriale si combattè reparto per reparto, macchina per macchina, per giornate e settimane intiere.
Tutta la 62.ma Armata, dal comandante in capo e dagli stati maggiori fino all'ultimo combattente, decise di rimanere nella città e di morire piuttosto che ritirarsi al di là del Volga. +Il tiratore scelto Saitsev espresse questa volontà comune quando, nel ricevere la decorazione conferitagli, dichiarò : c Chiedo a riferito al compagno Stalin, che per noi, combattenti e co mandanti della 62.ma Armata, al di là del Volga non vi è più territorio. Noi siamo rimasti e rimarremo qui fino alla
morte P.
Il 27 settembre la c New York Herald Tribune s così descriveva i combattimenti a Stalingrado : c In un caos indescrivibile di incendi che infuriano, di fumo soffocante, di edifici che crollano, di bombe che scoppiano senza interruzione, di fuoco e di cadaveri, i difensori della città resistono, decisi non solo a morire, se occorre, non solo a resistere a ogni attacco, ma a passare continuamente al contrattacco, senza tener conto delle perdite. Qui si combatte in modo che non si presta più al calcolo strategico ; qui si lotta con un odio,
con una passione che Londra non ha mai conosciuto Ma è proprio combattendo in questo modo che si vincono le guerre a.
Infiniti gli atti di eroismo compiuti dai combattenti sovietici in queste epiche giornate. L' eroismo diventò a Stalingrado non piú un fatto individuale, ma di massa.
Durante i combattimenti alle porte della città, a una unità venne posto il compito di conquistare una biforcazione ferroviaria. Essa venne conquistata solo dopo il terzo attacco, nel corso del quale trovò la morte il minatore del Bacino del Do-niez soldato Liachov. Egli lascio ai suoi compagni una nota scritta del seguente contenuto : c Per la terza volta riceviamo l' ordine di prender d' assalto la biforcazione ferroviaria. Questa volta la prendiamo o moriremo. Se muoio, vogliate considerarmi membro del Partito comunista. Fate sapere al compagna Stalin, che dò la mia vita per la nostra causa e che la db con gioia. Se avessi cinque vite, tutte e cinque gliele offrirei senza esitare. Tanto egli mi è caro s.
L' ammirazione di tutto il popolo suscitarono trentatre combattenti della 62.ma Armata. Sulla posizione difesa da loro ai getto la fanteria tedesca appoggiata da decine di tank. Essi non tremarono. Col fuoco delle loro armi anticarro, con granate e bottiglie incendiarie misero fuori combattimento 27 tank nemici, e uccisero dia di 150 hitleriani. Il nemico fu costretto a indietreggiare davanti a questo pugno di eroi.
Quattro combattenti della Guardia respinsero un attacco di 30 tank e ne distrussero 15.
Una squadra di combattenti armati di fucili automatici, al comando del sottotenente Kalasnikov, venue attaccata da due compagnie di mitraglieri hitleriani, appoggiati da intenso fuoco
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di mortai. I combattenti sovietici lasciarono avvicinare il nemico fino a 40 metri e quindi aprirono contro di esso un fuoco cosi preciso, che il nemico fu costretto a ritirarsi con grandi perdite. Il giorno dopo i tedeschi rinnovarono 1' attacco con un battaglione. I difensori erano ridotti a undici ; ma ancora una volta riuscirono a respingere il nemico, dopo averlo lasciato avvicinare fino a pochi metri. I tedeschi lasciarono sul terreno 200 tra morti e feriti. Anche un terzo attacco venne respinto. Allora le trincee occupate dagli uomini di Kalasnikov furono attaccate da 40 bombardieri e da alcune batterie. Gli eroi caddero sino all' ultimo, ma non abbandonarono la lore posizione.
II sottotenente Sgiacenkov, alla testa di pochi uomini tenne testa per otto ore all'attacco di un battaglione di fanteria tedesca. Esaurite le munizioni, gli eroi si gettarono all' attacco alla baionetta c tutti caddero, senza aver ceduto al nemico di un passo.
Il sergente maggiore Kvostanzev distrusse con la sua arma anticarro quattro tank pesanti tedeschi, e arrestò il quinto con una granata a mano. Esaurite le munizioni e circondato da nuove macchine tedesche che avanzavano, si gettò egli stesso, con l' ultima granata, sotto ad una di ease, facendolt saltare e saltando con essa. La_ patria ha onorato in eterwo la sua memoria conferendogli il titolo di eroe del' Untone Sovietica.
Una batteria di una divisione di mortai faceva fronte eon successo all' attacco tedesco. Ma i tedescbi, concentrate foce soverchianti, continuavano l'attacco. I mortatsti sovietici ave vano esaurite le munizioni. Essi non avevano però ricevuto l'ordine di indietreggiare, e fedeli al loro giuramento si gettarono all'attacco alla baionetta. Tutti furono falciati dal fuoco nemico, ma il giuramento di non indietreggiare venne mantenuto.
n geniere Kasaimbek Estaiev, ferito, si rifiutò di lasciarsi trasportare all'ospedale da campo dichiarando : ( Fino a che posso sparare non lascio Stalingrado s. Ferito una seconda volta, una seconda volta volle tornare al suo posto di combattimento e vi rimase fino all'ultimo.
L' istruttore politico Gorodilov, segretario dell'organizzazione di partito di un reggimento, fu circondato dal nemico a distan= di pochi passi. Presso di lui era l'apparecchio della radio da campo. Con esso egli diresse il fuocg.dell'artiglieria sovietica sopro di sè, e cadde in mezzo ai nemici che avanzavano contro di lui.
Il tenente d'artiglieria Solodkov, fu circondato dai tank e da mitragliatrici tedeschi mentre si trovava nel suo posto di osservazione. La situazione era sense vie d' uscita, ma il tenente decise di vender cara la propria vita. Dette l' ordine alla sua batteria di far fuoco sul posto d'osservazione. Il comandante della divisione gli domandò se non s'era sbagliato, e il tenente ripetè l'ordine. La batteria fece fuoco. Due tank tedeschi furono distrutti, venti mitraglieri nemici furono uccisi; e il tenente riuscì a salvarsi.
E all'esercito si unì, animata dalla stessa volontà di vincere o di morire, tutta la popolazione della città, rinnovando le gesta del 1918, quando Zarizin (oggi Stalingrado) sotto la guida diretta "di Stalin respinse l' attacco degli eserciti controrivoluzionari, e salvò la giovane Repubblica dei Soviet.
Il 23 agosto 1942 la città fu bombardata per la prima volta, mentre i carri armati nemici si avvicinavano ai suoi sobborghi. Il Comitato cittadino di difesa, diretto dal segretario della organizzazione di partito compagno Ciuianov, si rivolse alla popolazione con questo appello
( Compagni, amici stalingradesi! Di nuovo, come 24 anni fa, la nostra città attraversa giornate dure. I sanguinari hitleriani si precipitano sulla nostra soleggiata Stalingrado, vogliono arrivare al grande fiume russo, — al Volga. Stalingra desi ! Non lasciamo che la nostra cara città sia insozzata dai tedeschi. Sorgiamo tutti, come un sol uomo, in difesa della città che amiamo, della nostra casa. della aestra.famiehs. Co priamo tutte le strade di barricate iasorrnontahili. Facciamo di ogni casa, di ogni quartiere, di ogni strada, una fortezz$ inespugnabile. Tutu a costruire le barricare ! Nessuna 30044 senza barricate Nel 1918 i nostri padri difesero Zarizin. P'. fendiamo noi nel 1942 Stalingrado. Chiunque è capace di par tare un' arma accorra alla difesa della sua città e della stie casa!,
Tutta la popolazione rispose a quest'appello. Decine di migliaia di lavoratori, uomini e donne, giovani e adulti, Senza sosta e senza ripose, di giorno t di notte, costruirono trincee, fosse, barricate, sotte i bombardamenti incessanti d'aviazione
e d'artiglieria. Le fabbriche lavorarono senza interruzione, abbandonando ogni altro genere di produzione, solo per il fronte ;
e quando il fronte giunse alla città, cittadini ed esercito si unirono in un sol blocco per abarrare la strada al nemico. Più di 10 mila operai formarono dei battaglioni speciali di difesa
e d'attacco. Quando, iI 23 agosto, i tank tedeschi riuscirono a infiltrarsi nei sobborghi settentrionali, nei pressi del quartiere industriale, furono questi battaglioni che, lasciando le macchine, sbarrarono loro la strada. Nelle officine vi arena, in riparazione, 60 tank, e gli operai, saliti su di essi insieme ai tankisti, passarono all'attacco. L'infiltrazione tedesca venne arginata.
E così la lotta continuo, senza posa, eroica, sulla scarsa striscia di territorio lungo il Volga dove è costruita la città, mentre giorno e notte, sotto il fuoco continuo, drappelli di eroici marinai c genieri assicuravano i rifornimenti, attraverso il fiume, ai valorosi che, difendendo Stalingrado, decidevano delle sorti di questa guerra.
Si arrivò al male di novembre. Le acque del Volga incominciarono a trascinare ghiacci nel loro corso lento e maestoso. Tutte le date prestabilite dai tedeschi erano passate. La battaglia per il tempo era stata guadagnata. Gli accessi a Stalingrado erano coperti da montagne di cadaveri tedeschi. Il 14 novembre 1942 la (Berliner Boersen Zeitung s scriveva : ( La lotta d' importanza mondiale, svoltasi attorno a Stalin-grado, è stata una battaglia enorme, decisiva... I combattenti di questa battaglia non ne conoscono che i singoli particolari orribili, ma non possono giudicarlá in tutta la sua ampiezza
e prevederne la fine... Chi sopravviverà a questa battaglia, conserverà questo inferno in eterno nella memoria, come se fosse impresso in casa con un marchio rovente Le tracce di questa lotta non spariranno più. Solo più tardi ai registreranno i suoi lineamenti caratteristici, senza precedenti nella storia delle guerre, e si creerà la dottrina tattica di una battaglia di strada che non si era mai svolta con tali ampiezza, per un tempo cosi lungo e con l' impiego di tali mezzi tecnici. Per la prima volta nella storia una città moderna è stata tenuta dai suoi difensori fino alla distruzione dell' ultimo suo muro. Bruxelles e Parigi hanno capitolato. Persino Varsavia ha consentito alla resa. Ma qui il nemico non ha esitato a sacrificare la sua città... La nostra offensiva, non ostante la nostra superiorità numerica, non ha successo s.
Così pensava il nemico, mentre nelle file delle sue truppe si spargevano la sfiducia, la delusione, la stanchezza. Nelle file sovietiche, invece, si rafforzava di giorno in giorno la volonté di vincere. La città di Stalin non cedeva. Essa preparava la tomba al nemico che si era gettato su di essa.
Il sette novembre 1943 si diffondevano da Mosca le parole sicure e minacciose di Stalin : ( Il nemico é stato arrestato sotto Stalingrado.,. Esso ha già provato sulla sea pelle la forza di resistenza dell'Esercito rosso. Esso deve ancora conoscere la forza dei suoi colpi distruttivi s.
Stalingrado si preparava al decisivo contrattacco.
N. Twtzwsnt
Maggior generale dell'Esercito rosso
(Continuazione e fine al prossimo numero)
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30832+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 6
Numero 1
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno


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