Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: I problemi dello svilippo della democrazia socialista Cuba: offensiva contro la burocrazia Trentunomila impiegati inutili erano negli uffici: lavorano adesso nell'artigianato, nell'industria ed all'università — Sull'organo ufficiale del partito due colonne dedicate alla «critica popolare» — Totalmente rinnovato il quotidiano della sera «Juventud Rebelde» — Si allarga il numero dei compagni con compiti di responsabilità — 160 mila fra uomini e donne al lavoro per due giorni e due notti nell'Escambray per piantare caffè Dal nostro corrispondente L'AVANA, novembre Una grande offensiva democratica si è sviluppata a Cuba nei mesi scorsi e sta raggiungendo il suo apice in questi mesi. I comitati di difesa della rivoluzione hanno celebrato il loro settimo anniversario con l'assunzione di nuovi, importanti compiti nel quadro dello sviluppo del potere locale. Nei giornali, alla radio, nelle assemblee di rendiconto delle amministrazioni locali si è incoraggiata una campagna di critiche popolari, e questa si è sviluppata in tutta libertà, con andamento travolgente e salutare. La campagna contro il burocratismo, condotta con riforme soprattutto negli uffici ministeriali dell'Avana ha ottenuto pieno successo e viene continuata. Questa campagna ha incoraggiato le masse popolari a avere fiducia nel metodo e nella struttura del potere. Si è provato che questo non si cristallizza, come avveniva, in passato. Non si è avuto aprioristico rispetto per nessuno: anche responsabili provinciali di partito sono stati destituiti, in questi ultimi mesi. Intanto si costituisce in fretta il partito dovunque non era ancora presente: scuole, ministeri, università. Nei sindacati vige uno stile nuovo di lavoro e nelle fabbriche si raccomanda che ogni piano venga elaborato dal basso, in riunioni dettagliate e ristrette. con tutti gli operai. Il congresso L'offensiva cominciò l'anno scorso, alla fine d'agosto, con un congresso dei sindacati che rinnovò da cima a fondo l'apparato e i metodi dell'organizzazione. In quell'occasione Fidel Castro segnalò forme di abuso di potere e di mancanza di senso di responsabilità che andavano abolite, in tutte le istanze della amministrazione. La centrale sindacale di Cuba si spogliò di una quantità di funzionari inutili e prese l'aspetto di una organizzazione più impegnata e più vicina alle masse. La lotta contro il burocratismo era già Impegnata da oltre un anno, ma non procedeva bene: s'incrostava a sua volta nel seno di commissioni che andavano burocratizzandosi. Alla fine del '66 le commissioni furono liquidate e rifatte. In sei mesi, trentunmila impiegati inutili sono stati scovati negli uffici e liberati dai loro ozi ciarlieri. La loro dignità ne ha guadagnato: adesso, ventisettemila di essi ringraziano l'operazione che ha dato un segno nuovo alla loro esistenza. Conservando intatta la loro remunerazione, quindicimila stanno lavorando nell artigianato, nell'industria del tabacco e in altre imprese produttive, settemila stanno studiando all'università, in scuole preparatorie, in centri di istruzione tecnica. Altri cinquemila sono stati messi in pensione o sono usciti dal paese. Rimangono poco meno di quattromila recalcitranti che non accettano nessuna proposta di soluzione e ai quali sarà presto sospeso lo stipendio, perché non si convertano — ha scritto il Granma — «in parassiti con pensione vitalizia» Nella fase più accesa della battaglia per eliminare questa forma di burocratismo — eccedente di impiego negli uffici — molti amministratori sono stati denunciati pubblicamente, sui giornali, per avere inventato posti di lavoro inutile o superfluo. Sullo slancio di questa critica pubblica, i giornali non hanno più cessato di denunciare errori e malefatte. Il Granma ha pubblicato frammenti di Lenin su «come devono essere i nostri giornali». Lenin invocava che si pubblicasse la lista nera degli elementi antisociali, che si dichiarasse la guerra ai «conservatori della tradizione del capitalismo»: non aveva ritegno ad accusare anche gruppi di operai attaccati ai costumi del capitalismo che erano modello di disordine, disgregazione, sudiciume, banditismo e oziosità. L'organo ufficiale del partito ha aperto due colonne della terza pagina alla «critica popolare» con il motto: «Ogni problema deve avere soluzione o spiegazione». Una altra rubrica è quella delle domande: il popolo chiede e risponde una persona competente. Anche la radio e la televisione hanno cominciato a dare ampio spazio alla critica e agli interrogativi che si formulano dalla base. Ma il giornale che si è dato con più slancio alla funzione critica è Juventud Rebelde. il quotidiano della sera che esce nella capitale. A Cuba, il quotidiano della sera appartiene alla gioventù. Juventud Rebelde aveva cominciato a uscire al posto del vecchio La Tarde nello autunno del 1965. Per un anno visse stentatamente, cercando una formula: era chiaro che non osava essere un vero giornale. Mancava anche nel partito e negli organismi di governo, la percezione delle possibilità di un giornalismo effettivo. Ma alcuni mesi fa, col tipico atteggiamento deciso dei cubani quando intraprendono un'azione, Juventud Rebelde cambiò direzione, impaginazione e contenuti. I titoli cominciarono a colpire ogni giorno nel segno. La faccia del giornale prese un piglio battagliero, libero, pieno di respiro. Un esempio Oggi Juventud Rebelde è diventato il giornale più ricercato: in ogni sua pagina è entrata la critica, seria e mordente, condotta con scrupolo e obiettività, ma anche con un'ampiezza spietata. Juventud Rebelde, di Cuba, è un esempio intelligente di giornalismo socialista. Non a caso, il giornale è stato rilanciato e si è affermato nel pieno di una grande offensiva democratica. Questa ha dilagato nelle assemblee di rendiconto delle amministrazioni locali. Tutto il popolo partecipa a queste assemblee. Salvo scivolamenti in questioni personali, prontamente frenati, questi confronti diretti tra amministratori e amministrati si svolgono in maniera esemplare: l'ambiente è mantenuto corretto dalla reciproca tolleranza, che è una dote squisitamente cubana. Vi si denuncia qualsiasi ingiustizia, qualsiasi pecca che abbia una conseguenza sociale. Quelli che più impressionano sono gli accenni critici a una morale civile che non corrisponde all'idea che il popolo si fa della rivoluzione: I casi di nepotismo, di clientela. Nessuno di questi avrebbe mai potuto essere denunciato prima della rivoluzione. Ma anche dopo la rivoluzione per alcuni anni, mentre si cercava la strada di una democrazia non formale, si è presentata l'occasione che incoraggiasse una critica popolare ampia, garantita. Ora questa energia viene consapevolmente liberata: «La cosa più importante — ha detto Armando Hart, segretario organizzatore del partito — è quella di sviluppare il contatto col popolo, stare attenti a ciò che il popolo pensa e vuole. Allargare ogni giorno il numero di compagni con responsabilità e affrontare la analisi dei problemi con il popolo, tenendo presente che il popolo non è ancora sufficientemente informato di tutta l'ampiezza dei piani della rivoluzione...». Ritardi e pregiudizi di una falsa moralità vengono combattuti sul piano dei fatti, dalla gioventù medesima. Non si può imporre dall'alto una morale diversa. Né conviene incoraggiarla con misure amministrative. Basta lasciare che si evolva. Vi era una certa tendenza, anche nella direzione rivoluzionaria, a considerare questi problemi ancora in maniera autoritaria, un po' conservatrice. Prevale però, a poco a poco, la tendenza opposta. Le giovani generazioni maturano da sé una visione nuova della vita, che coincide con quella dei dirigenti rivoluzionari. Le idee chiare che in privato Fidel Castro esprimerà a qualunque interlocutore intelligente sui problemi della persona, del matrimonio e dei rapporti fra i sessi, la gioventù e l'amore, non possono essere oggetto di decreti: ma esse filtrano nell'atmosfera sostanzialmente democratica che lotta contro i residiui di ipocrisia.La grande offensiva democratica in corso facilita tutti gli sviluppi; aiuta i giovani a creare a Isola de Pinos una comunità di lavoro di tipo nuovo; ha aiutato ancora, nelle scorse settimane, a mobilitare centosessantamila uomini e donne, giovani e anziani sulle montagne dell'Escambray per piantare caffè – due giorni di lavoro e due notti sotto la pioggia – in un clima di incredibile entusiasmo. Perché non dovrebbe aiutare tutte le spinte liberatrici, anche quelle recondite della cosiddetta intimità, a risolversi sul piano di una umanità nuova, sincera, priva di inibizioni? Con la moltiplicazione parallela delle occasioni per lavorare e creare, e di quelle per pensare e criticare, a Cuba sembra proprio che si stia trovando il punto giusto di un socialismo che forma un nuovo cittadino, cioè l'uomo nuovo. Saverio Tutino | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
|
|