Area del titolo e responsabilitàTitolo | Saverio Tutino, Messa in vendita all'Avana. Un libro sugli insegnamenti della guerriglia castrista. Secondo l'autore, il francese Regis Debray, l'esperienza cubana (prima l'esercito partigiano, poi il partito, prima la montagna, poi la pianura) può essere ripetuta in altri paesi dell'America Latina. |
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Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Messo in vendita all'Avana Un libro sugli insegnamenti della guerriglia castrista Secondo l'autore, il francese Regis Debray, l'esperienza cubana (prima l'esercito partigiano, poi il partito, prima la montagna, poi la pianura) può essere ripetuta in altri paesi dell'America Latina Dal nostro corrispondente L'AVANA, marzo. Preceduto da una intensa pubblicità sulla stampa e alla radio, è uscito nelle librerie della capitale cubana ed è stato immediatamente esaurito un opuscolo del francese Regis Debray sugli insegnamenti della guerrìglia cubana. L'opuscolo è intitolato Rivoluzione nella rivoluzione e suggerisce contributi nuovi alla teoria della rivoluzione nell'America Latina. L'interesse con cui è stato accolto lascia prevedere che susciterà anche molte discussioni, tanto a Cuba quanto in tutta l'America Latina e in generale nel movimento operaio e comunista internazionale. Regis Debray è già autore di due saggi sul «castrismo» e i problemi della rivoluzione nell'America Latina. La tesi che egli suggerisce con questo nuovo studio è che l'esperienza cubana, contrariamente a quanto generalmente sì afferma, possa essere ripetuta. Già altri scrittori avevano cercato di sostenere con più o meno fortuna questa tesi. Ma Debray lo fa in modo particolarmente originale, affermando che l'apporto nuovo e per tutti utile che la rivoluzione cubana ha dato al movimento rivoluzionario latino-americano, consiste essenzialmente nel modo in cui è stata condotta la guerriglia: come fulcro dell'azione e sede unica della direzione politica e militare del movimento. Trascurando volutamente tutta la preparazione del movimento delle masse che lo stesso Fidel Castro, in polemica attiva con i partiti tradizionali della borghesia cosidetta «nazionale» e del proletariato, aveva organizzato prima di salire armato sulla Sierra. Debray punta tutto il proprio sforzo di analisi sulla tecnica della guerriglia e sull'inversione, storicamente nuova, nella rivoluzione cubana, del rapporto tra l'esercito partigiano e il partito politico; prima lo esercito poi il partito, prima la montagna poi la pianura; per concludere che l'insegnamento di Cuba deve essere accolto come un apporto teorico nuovo nell'America Latina e quindi come un esempio da seguire, se si vuole che i movimenti guerriglieri non si riducano ad una semplice autodifesa più o meno passiva o a costituire solo un braccio armato dei partiti operanti, legalmente o meno, nelle città. Nel libro che merita di essere analizzato e discusso più distesamente, anche per la sua non comune qualità letteraria, si trova tra l'altro un interessante accenno alla figura e alla sorte di Ernesto Che Guevara, l'ex-ministro dell'Industria cubano, che fo uno dei più preziosi collaboratori di Fidei Castro nella guerriglia. Si legge testualmente: «Quando ripreso il lavoro insurrezionale, ha tratto su di un piano internazionale le conseguenze di questa linea di azione impersonata dal dirigente della rivoluzione cubana Fidel Castro. Quando Che Guevara riapparà, non è azzardato affermare che starà alla testa di un movimento guerrigliero come capo politico e militare indiscusso». Saverio Tutino | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
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