Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)Nome da authority file (CPF e personaggi) | |
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Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Concluso il Festival latino-americano Cuba: la rivoluzione è generosa con il teatro Dario Fo e Franca Rame all'Avana — Il premio a una commedia di José Triana Dal nostro corrispondente L'AVANA. 16. Quest'anno il Festival del teatro latinoamericano ha coinciso con l'inizio del taglio della canna. Ci si attende un buon raccolto. Si sta facendo di tutto perchè sia un raccolto senza precedenti. Dario Fo e Franca Rame, invitati italiani al festival si sono resi conto che la rivoluzione è tutta impegnata per questo obbiettivo. Fo è rimasto più a lungo di sua moglie e ha potuto partecipare quasi fino all'ultimo alle di scussioni mattutine della giuria del festival. Oltre a ciò ha potuto avere un colloquio con Hajdée Santamaria, la presidente della Casa de las Americas che ha organizzato il festival. Hajdée Santamaria è la donna che tredici anni fa ha partecipato all'assalto della caserma Moncada e ha visto suo fratello cadere prigioniero e morire torturato, poche ore dopo. Dario Fo riporta un ricordo indimenticabile del suo colloquio con Hajdée, che è durato quattro ore. Quello che gli ha detto Hajdée lo racconterà lui o forse non lo racconterà e lo conserverà gelosamente tra le cose che contano nella vita di un uomo. Dario Fo era contrario ad attribuire un premio e diceva a tutti che un festival di teatro non deve terminare con premi di nessuna specie. Tuttavia un premio è stato attribuito, per la migliore esecuzione dell'opera migliore: il «Gallo dell'Avana» è andato meritatamente alla direzione di Vicente Revuelt, per la commedia di José Triana, La notte degli assassini: un'opera che cammina per sentieri assai lontani da quello dei campi di canna da zucchero, dove è tutta impegnata la rivoluzione cubana. Però, un'opera valida. Cuba seguita a vivere la sua rivoluzione in un ambiente di buona fede. Da un lato, i rivoluzionari fanno sentire le loro preoccupazioni, dall'altro le minoranze intellettuali fanno sentire le loro. Non sempre le esigenze pratiche dei rivoluzionari coincidono con l'espressione dei creatori d'arte. Vi è una tolleranza notevole da parte della direzione rivoluzionaria nei confronti degli artisti e questi rispondono talvolta con opere di notevole livello come questa di Triana. Sembra che da parte della direzione rivoluzionaria si sia ammesso — finora — che la strada dell'arte possa non coincidere nei suoi infiniti momenti, con i momenti che possono essere controllati e diretti dalla rivoluzione. Quasi sempre si ha la sensazione che nel rapporto fra rivoluzione e espressione artistica la rivoluzione sia più esigente e generosa, in una parola superiore — come fatto umano — all'espressione artistica. Comunque vi è un rapporto di coesistenza. L'opera di Triana è stata definita da un visitatore italiano — Gianni Toti — i pugni in tasca cubano. Certo, la somiglianza è notevole José Triana non ha visto il film di Bellocchio prima di scrivere la commedia, che è del '64. Anche in lui però si è sprigionata la fiamma della «crudeltà» e in gioco grottesco si consuma un immaginario assassinio di un padre e il dileggio di una madre da parte di una piccola «troupe» di figli angosciati dalle strettoie della vita familiare. Attraverso un complesso meccanismo di sdoppiamenti e in corporazioni la macabra fantasia risulta per quello che è: uno sfogo audace di risentimenti controllati da una fondamentale tenerezza verso se stessi e i propri genitori, ma anche una profonda disperazione esistenziale, che si confessa lucidamente e con violenza. C'è la tragedia non vissuta ma sognata, che poi è lo stesso: una volta tirate le somme, la commedia di Triana, mostra che la sua vera intenzione è di dire che ci siamo capiti: abbiamo dimenticato tutte le -nostre origini, abbiamo spogliato nudo il re, cancellato il mistero religioso e quello del sesso, abolito il segno di proprietà — gli oggetti dì casa — e ristabilite certe libertà di pensiero, ma ancora non abbiamo conquistato l'equilibrio della libertà reale. «Abbiamo fatto una rivoluzione più grande di noi», direbbe Fidel Castro. E' cosciente Triana di tutte queste possibili implicazioni? Dai due atti della commedia si direbbe che abbia perlomeno intuito le contraddizioni specifiche della rivoluzione nel suo paese. Manca un terzo atto che sarebbe la terza dimensione e il vero scioglimento: la tragedia, dell'urto fra questa esigenza di libertà e il limite dell'uomo nella sua origine piccolo-borghese universale. Ma non è ancora giunto il momento — si direbbe — per una tale consapevolezza e ci si può accontentare di una buona commedia. Quando è stata data la prima della Notte degli assassini In sala del Teatro Hubert De Blank era colma come forse non era mai stata. Regista e interprete era Vicente Revuelta — un uomo di teatro che ha dentro una cultura e un senso di responsabilità di proporzioni rare. Revuelta ha visto che l'opera di Triana, con la sua aneddotica patologica intuibile (complessi edipici e eterosessuali, violenza ribelle e situa zioni che sfiorano l'incesto, odi giustificati e immaginazione grottesca,ironia e impeti) si prestava a due interpretazioni: una tutta appostata a recepire e ritrasmettere con una sorta di godimento isterico gli elementi patologici soggettivi e individuali; un'altra rivolta a mettere in risalto in maniera equilibrata tutti gli aspetti del dramma di una gioventù tra la liberazione e l'angoscia, e quindi soprattutto la «patologia sociale», nelle sfumature intuitive delicate e irresistibili delle persone. Revuelta ha fatto propria la parte del leone, cioè la seconda via interpretativa e ha affidato a un gruppo di giovani la prima via, che poi pareva la più appetitosa. Ai giovani dell'Avana appassionati di teatro la versione dei giovani è piaciuta. Ma la maturità di Revuelta ha demolito le speculazioni. Cosi alla fine della sua «prima» gli applausi sono durati forse più di cinque minuti. Poi si è discusso. Unanime la giuria ha premiato Revuelta e Triana anche se i pareri sono stati abbastanza discordi, come l'opera meritava. Il fatto è che Triana ha mostrato con un teatro avvincente uno spaccato di problemi che pur appartenendo solo a una parte della società cubana, la interessano globalmente: e tanto più dovrebbero interessarla, in quanto questa società è in rivoluzione. Saverio Tutino | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
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