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tipologia: Analitici; Id: 1472722


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Saverio Tutino, Cuba. Tutta la popolazione attiva è impegnata nello studio
Responsabilità
Tutino, Saverio+++
  autore+++    
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Nome da authority file (CPF e personaggi)
Batista y Zaldívar, Fulgencio+++   Corpo del testo:citato+++   
Castro Ruz, Fidel Alejandro+++   Corpo del testo:citato+++   
Istituto Pedagogico Makarenko {Instituto Pedagógico Makarenko [Cuba]}+++   Corpo del testo:citato+++   
Scuole di Istruzione Rivoluzionaria {Escuelas de Instrucción Revolucionaria (EIR)}+++   Corpo del testo:citato+++   
Soto, Lionel+++   Corpo del testo:citato+++   in qualità di direttore nazionale delle Scuole di Istruzione Rivoluzionaria 
Luoghi
Minas del Frio [Cuba, sulla Sierra Maestra]+++
  • Minas del Frio [Cuba, sulla Sierra Maestra]
  Corpo del testo:citato+++   
Topes de Collantes [Cuba, parco naturale sulle montagne dell'Escambray]+++
  • Topes de Collantes [Cuba, parco naturale sulle montagne dell'Escambray]
  Corpo del testo:citato+++   
Nomi epoche, fasi o fatti storici purché non esclusivamente narrativi
Rivoluzione cubana (liberazione dell'Avana del 2/1/1959 - ) - {Revolución Triunfante [1959-1963, periodizzazione cubana] ↑ Construcción del Socialismo [1964-1975, periodizzazione cubana]} - Politiche Pubblica Istruzione+++   Complemento:capitolo+++   
Nomi correnti di pensiero
Marxismo-Leninismo+++   Corpo del testo:citato+++   
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
Nel 1963-'64 due milioni di persone hanno frequentato corsi regolari
Dopo la campagna per l'alfabetizzazione è iniziata la battaglia per il «sesto grado» — «A scuola tutti quelli che ne hanno bisogno» — I maestri di'montagna — Le «zone di pratica docente» — Un problema ancora aperto: la qualità dell'insegnamento
CUBA
Tutta la popolazione attiva è impegnata nello studio
L'AVANA, ottobre
Poche settimane fa, Cuba ha annunciato una cifra record e pochi lo hanno rilevato: due milioni di persone hanno seguito regolari corsi di studio nel '63-64. Tenendo presente che gli abitanti di Cuba sono suppergiù sette milioni e scartando i vecchi e i bambini fino a sei anni o sette, si scopre che praticamente tutta la popolazione attiva è impegnata nello studio.
La parola d'ordine che si legge sui manifesti, sui giornali e sui pannelli disposti all'entrata di ogni fabbrica e di ogni ufficio, è un invito perentorio: «A scuola, tutti quelli che ne hanno bisogno». Il bisogno minimo è calcolato in sei classi elementari. La battaglia per il «sesto grado» (ogni cittadino, perlomeno sei anni di studio) non è più la romantica avventura da pionieri che i giovani hanno vissuto in tutta l'isola, nel '61, per liquidare l'analfabetismo. L'istruzione è diventata ' la — misura della nuova cittadinanza cubana.
Il cameriere del «Polinesio»
I titoli dei giornali battono sempre sullo stesso tasto: «Un'ora al giorno di studio in ogni fabbrica di tabacco», «A sedici anni, una ragazza già insegna a ventidue ragazzi», «Madri di famiglia che studiano di sera», Scuola serale delle operaie tessili». Cuba è un alveare, le cui celle sono aule scolastiche. Sulle montagne della Sierra le aule sono spesso all'aria aperta. Tutte le antiche caserme di Batista sono diventate scuole. L'immenso edificio di un tubercolosario, costruito per ragioni speculative in un luogo inadatto per la cura, a Topes de Collantes, quest'anno ospita seimila studenti delle magistrali. L'anno venturo ne ospiterà dodicimila.
I giornalisti statunitensi venuti a Cuba il mese scorso hanno dovuto riconoscere che, nel campo dell'istruzione, la rivoluzione di Fidel Castro ha compiuto miracoli. Hanno potuto constatarlo dovunque. Nei sofisticato bar a luci basse del «Polinesio», in cima alla Rampa (una sorta di via Veneto, più popolare, dell'Avana), due camerieri e un maitre parlano, in un angolo, della definizione marxista del salario. E' un momento di relativa pausa nel lavoro. Lo straniero rimane sorpreso: s'informa e viene a sapere che l'indomani quel cameriere dovrà passare un esame di economia politica e sta ripassando la materia col maitre, che l'anno scorso, per cinque mesi e mezzo, ha frequentato la scuola provinciale di istruzione rivoluzionaria.
II cameriere frequenta una scuola professionale dove si perfezionerà in materia contabile e inoltre studierà lingue, storia, geografia, elementi di dottrina marxista e «buone maniere». Quattro ore al giorno, fra le due e le sei del pomeriggio. Gli insegnanti sono in gran parte compagni di lavoro che hanno già seguito con profitto lo stesso corso. Nell'albergo giù grande della capitale sono impiegati ottocento lavoratori. Tutti, nessuno escluso, si sono iscritti ai corsi di studio e di perfezionamento. Nella provincia dell'Avana sono state aperte le iscrizioni alle scuole serali per operai e contadini. La provincia è quella più sviluppata culturalmente. Sono state messe in bilancio, preventivamente, 250 mila iscrizioni, ma già si pensa che le richieste saranno molte di più.
Al congresso dei consigli municipali di istruzione — estate '63 — era stato fissato un obbiettivo di un milione e 230 mila alunni per le elementari nel 63-64. Ne sono venuti 50 mila di più. Quest'anno si pensa che si avranno un milione e 300 mila iscritti. La media nazionale delle frequenze è stata del 75 per cento. In alcune zone di montagna dove il maestro — volontario — deve andare a cercare gli alunni a casa uno per uno, convincendo i genitori a lasciarli venire a scuola, si sono raggiunte medie dell'80 e anche del 90 per cento di frequenza. Anche la media delle promozioni è abbastanza buona, tenuto conto che gli insegnanti si fanno di anno in anno più esigenti: resta sotto il 70 per cento previsto, ma di poco.

Superato l'obiettivo
Anche gli obbiettivi dell'istruzione operaia e contadina sono stati superati, dal punto di vista della quantità di adulti che vi hanno aderito. La qualità delle promozioni è migliorata. Nella scuola media e media superiore (o preuniversitaria: il nostro liceo) si sono iscritti, nel '63-64, 137.930 alunni, mentre altri 49.815 hanno frequentato le scuole tecniche e professionali. Bisogna aggiungere che 98 mila cubani, nel primo semestre 1964, hanno seguito corsi di istruzione rivoluzionaria nelle scuole di partito e quindi hanno ricevuto insegnamenti anche di carattere culturale generale.Il «piano» stabilito fin dal '61 prevedeva, per il '63-64, 135 mila alunni per la «secondaria» e 50 mila per la «preuniversitaria». L'obbiettivo è stato superato di quasi tremila alunni.
Questa enorme massa di ragazzi che vanno a scuola pone problemi seri. Il numero di iscrizioni alla scuola elementare si è più che raddoppiato rispetto al periodo che va dal '50 al '59. Ma quello della scuola secondaria si è moltiplicato per cinque (da trentamila nel '59 a centocinquantamila nel 64). Fra qualche anno il problema degli insegnanti per la secondaria diventerà quasi Insolubile. Perciò in un discorso ai giovanissimi maestri, il 4 settembre scorso, Fidel Castro ha chiesto nuovi sacrifici: mentre insegneranno nelle elementari, continueranno a studiare per prepararsi a insegnare nelle secondarie. E' questo un principio che regge tutta l'impalcatura dell'istruzione a Cuba.
Nel '59, subito dopo la rivoluzione, si doveva decidere fra un passaggio graduale all'istruzione di massa — con una preventiva preparazione degli insegnanti — e un'immediata applicazione del principio di massa, contando sul sacrificio degli insegnanti e su sistemi di emergenza. Il criterio di cominciare dalla quantità si è dimostrato giusto. I primi alunni non sono stati i più fortunati, rispetto alla qualità dell'insegnamento ricevuto, ma sono diventati in seguito i più meritori. I primi hanno insegnato ai secondi e continua a essere così: mentre si studia si insegna e mentre si insegna si studia. E' una specie di catena che tiene legato, poi, tutto il popolo e particolarmente la gioventù al significato più peculiare della rivoluzione nazionale: elevare le masse alla dignità della cittadinanza consapevole, dell'individualità responsabile di fronte alla società.
I primi embrioni di cultura si diffondono attraverso un processo che è di solidarietà e che va quindi nel senso di una società socialista. I maestri popolari che operano nelle montagne sono volontari di scarsa esperienza didattica, ma intanto compiono un dovere civico di alto valore esemplare. E poi il loro lavoro è organizzato in modo che possono diplomarsi (e i diplomati possono avanzare): vi sono Unità Zonali dove i maestri di montagna si riuniscono una volta al mese per discutere e per scambiarsi esperienze: e una volta all'anno, quando i ragazzi in novembre vanno al raccolto del caffè, i migliori maestri di montagna vengono riuniti all'Avana per un corso di perfezionamento.
Le studentesse del Magistero superiore che studiano all'Università dell'Avana insegnano alle più giovani allieve del quarto e quinto anno di scuola magistrale, agli studenti dell 'Istituto pedagogico Makarenko. A loro volta, gli studenti del Makarenko (che sono già passati attraverso un anno a Minas del Frio, sulla Sierra Maestra, e due anni nel centro di Topes de Collantes) insegnano nelle scuole elementari delle zone di pratica docente, istituite apposta per favorire il lavoro pratico degli studenti e al tempo stesso estendere l'insegnamento elementare nelle campagne. Il concetto dell'educazione si applica rigorosamente a Cuba, nella sua accezione più elevata. L'idea, per esempio, che gli studenti delle magistrali dovessero fare il loro primo anno in montagna corrisponde a questo rigore, che non è astratto: Cuba ha soprattutto bisogno di maestri di campagna. Scuole, ospedali, medici esistevano anche prima in gran numero: ma erano tutti nelle grandi città.
Indirizzo politecnico
Punto debole dell'istruzione è la qualità. Per le elementari, si sta rimediando nel modo più democratico. Sono state create commissioni di educazione in tutto il paese. Tutti i maestri sono riuniti in commissioni dove si confrontano le esperienze, si analizzano i risultati di molti metodi diversi che vengono sperimentati, si correggono i metodi sbagliati e si rifanno da cima a fondo i libri di testo adeguandoli alle necessità delle diverse zone. Più difficile sarà risolvere il problema della qualità dell'insegnamento secondario e preuniversitario. Si è messa, come si dice, molta carne al fuoco.
Quest'anno è stato riformato l'insegnamento: gli è stato dato un indirizzo politecnico, fondato molto sul lavoro pratico. Per sottolineare l'importanza della preparazione tecnica, si è anche forzata un poco la dottrina, per cui sui muri si legge questa parola d'ordine: «La rivoluzione sociale è stata fatta per fare la rivoluzione tecnica». Ma la gente intuisce che la rivoluzione tecnica creerà un'altra rivoluzione sociale: quando a migliaia usciranno dalle scuole tecniche e dalle università i nuovi quadri della società cubana, il paese cambierà faccia, sarà un'altra battaglia vinta nella lotta di classe.
Il contenuto degli studi lascia ancora a desiderare e nessuno lo nasconde. Non esiste ancora — tanto per fare un esempio — un testo di storia di Cuba scritto con criterio marxista, nè per le secondarie, nè per l'Università. La filosofia, l'economia politica si insegnano su testi di non completa soddisfazione per le esigenze di un insegnamento moderno del marxismo-leninismo. Ma i giovani sono già orientati a mettere in discussione questi testi. Quanto al pericolo di una concezione schematica della parola d'ordine per la rivoluzione tecnica, Lionel Soto, direttore nazionale delle scuole di istruzione rivoluzionaria, ha avvertito: «La rivoluzione tecnica, nella nostra patria, non significa che si possano trascurare altre grandi linee di sviluppo della cultura e del pensiero filosofico; al contrario, le presuppone. La rivoluzione esige un crescente sviluppo culturale del popolo. E lo studio generale è alla base della rivoluzione tecnica». Aggiungeremo che è anche alla base dello sviluppo di una coscienza politica delle nuove generazioni.
Saverio Tutino
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 7330+++
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Testata/Serie/Edizione l'Unità | Nuova Serie(PCI) | Nazionale
Riferimento ISBD l'Unità : quotidiano degli operai e dei contadini. - A. 1, n. 1 (12 feb. 1924)-28 lug. 2000n. s.!, a. 78, n. 1 (28 mar 2001)-. - Milano : s. n., 1924!-. - Ill. ; 59 cm (( Il complemento del titolo varia in: organo del Partito Comunista d'Italia dal 12 agosto 1924. Nel periodo clandestino con periodicità settimanale ed irregolare al precedente complemento si aggiungono altri alternati tra cui: Giornale dei lavoratori italiani, nel 1942 Organo centrale del Partito Comunista d'Italia, dal luglio 1943 Organ... {L'Unità [quotidiano, 1924-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1964 Mese: 10 Giorno: 9
Numero 0
Titolo KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1964 - - ottobre - 9


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