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tipologia: Analitici; Id: 1465526


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Antonello Trombadori, Le fonti della storia d'Italia sono ancora in fondo a un lago
Responsabilità
Trombadori, Antonello+++
  • ente ; ente
  autore+++    
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Nome da authority file (CPF e personaggi)
Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux+++   Corpo del testo:citato+++   
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze+++   Corpo del testo:citato+++   
Archivio di Stato di Firenze+++   Corpo del testo:citato+++   
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
Esasperante lentezza nell'opera di recupero alla Biblioteca Nazionale
Le fonti della storia d'Italia
sono ancora in fondo a un lago
Occorre dare il cambio ai « volontari » stremati dal lavoro - Le tremende conseguenze del fatto che troppo a lungo l'acqua ha gravato sui monumenti - Un più pronto impiego dei mezzi di emergenza deve fin da ora collegarsi con una revisione generale della politica programmata in questo campo
Dal nostro inviato
FIRENZE. 10
Mi trovo a lume di candela nell'Ufficio di Gabinetto della Amministrazione provinciale di Firenze in Palazzo Medici Rie-cardi. Vi è stato costituito uno dei provvisori centri di raccolta delle notizie sugli sviluppi della situazione nelle istituzioni culturali colpite dalla alluvione. Gruppi di studenti fanno da staffetta. Ma siamo ben lontani dal momento in cui potranno cominciare ad affluire dati che consentano di dare inizio alla stesura di un elenco particolareggiato delle perdite e dei salvataggi. Numerosi sono i centri per l'invio dei soccorsi nello specifico settore delle strutture culturali: ma anche a questo improvvisatosi presso gli uffici della Prorincia continuano a giungere pressantemente richieste di aiuti materiali. E siamo al settimo giorno della catastrofe.
Dalla Biblioteca Nazionale, dove pure molti aiuti sono già stati concentrati, chiedono pinze per sbullonare, guanti. medicinali. aghi da siringa. riverì. Dal Gabinetto Vieucseur chiedono pasticche antitifiche, guanti, maschere di garza igienica. filo zincalo per stendere i libri. rireri, stracci. segature, stufe. Dall'Archivio di Stato chiedono iniezioni antitetaniche, cotone idrofilo. alcool. guanti di gomma, disinfettanti. pile elettriche. viveri. secchi e pale. Riferisco questo episodio perché immagino che ogni lettore si stia già domandando e con ragione, quando finalmente i giornalisti di tutta Italia inizieranno le loro corrispondenze annunciando che a Firenze l'opera di soc corso è stata radicalmente arriata a compimento. Proprio tale obiettivo sembra via ria che passano i giorni allontanarsi net tempo. E non solo per quanto riguarda le opere d'arte. il patrimonio librario. ma per la intera situazione della città. Penso che la decisione. tardiva ma salutare, di attribuire il massimo dei poteri alle amministrazioni locali. Comune e Provincia. in modo che tutto renga centralizzato al loro livello, senza dubbio il più competente ed efficace, e che ogni altra autorità debba subordinare la propria azione al controllo degli organismi democratici, sia la sola giusta e dalla quale ci si potrà attendere una svolta. Ammesso sempre che da parte dei poteri centrali dello Stato l'impiego di mezzi, di materiali e di uomini sia pari alla colossale impresa.
Abbiamo già ieri sottolineato come il numeroso corpo dei ro-lontari sia stato sottoposto ad un logorio non oltre sopportabile. Occorrono nuovi contingenti di soldati. occorrono nuove fresche braccia lavorative. Ora cominciano le conseguenze del lungo permanere dell'acqua e del fango negli scantinati delle case. degli edifici pubblici, delle chiese. Ro vista il pavimento di Santa Croce muoversi fra tomba e tomba in gobbe e avrallamenti. che rischiano di aprire irreparabili ha-ratri. Ho visto le platee devastate dei teatri e Comunale s. e La Pergola s, e Verdi s. n e Verdi s dà su ria Ghibellina che. come nella canzone del mio indimenticabile amico Ottone Rasai è davvero diventata peggio di una c sepoltura s.
No visto all'Archivio di Stato, unico in Europa per lo studio della storia dello Stato toscano fino aI 1859 e il più importante in ordine dopo quello dei Frari a Venezia, le mute distese d'acqua dalle quali si stanno estraendo senza posa sfilze di preziosi documenti nella speranza di salvarne almeno unn parte. Giacciono ancora sotto quell'acqua tutti gli atti dei cosidetti e Conventi soppressi s, vale a dire le basi stes-ste per la ricostruzione di gran parte della storia civile e sociale della Toscana; gli atti cosidetti del e Buongoverno s fonte fondamentale per la storia politica del Risorgimento; gli atti cosidetti dei e Benefici vacanti s relativi alla fine della feudalità e rispecchianti Ia struttura agraria e delle classi sociali nell'antica Toscana; l'archivio della Prefettura e della Questura di Firenze dopo il 1860; gli antichi archivi del Podestà e del Capitano del Popolo.
So bene di richiamare ratten-zione dei legari su un aspetto della catastrofe che può apparire perfino trascurabile, di fronte allo scenario di disperazione offerto dalla vita rira di Firenze che lotta disperatamente per non perire. Ma anche in questi frangenti. anche nell'imminenza di un pericolo di epidemie e di infezioni che può sprigionarsi dallo scoppio improrriso delle fogne infezioni che può sprigionarsi daI-cienza di disinfezione. è doveroso non smarrire l'intiera dimensio ne della esistenza umana. Allora anche i lembi di storia che stanno marcendo nei sotterranei dell'Archivio di Stato di Firenze diventano motivo per una più accorata richiesta di aiuti e per uno più severa condanna delle strutture stesse di uno Stato che fa davvero acqua da tutte le parti.
Non sembri dunque che noi si voglia anticipare con troppa fretta un discorso che andrà affrontato con ben altra forza e decisione nell'immediato futuro, se fin d'ora colleghiamo la urgenza di un pili massiccio impiego di mezzi per la difesa del patrimonio artistico e culturale fiorentino alla necessità di una profonda modificazione del Piano Pie-raccini per quanto appunto riguarda pli investimenti della pubblica spesa in quella direzione su scala nazionale. Questa è del resto oggi opinione comune a tutti gli uomini di cultura che stanno in questi giorni rirendo sul tiro la tragedia di Firenze. E cono queste le esatte parole dettemi dallo storico Giorgio Mori. assessore alla Cultura dell'Amministrazione provinciale fiorentina
L'onda di piena che ha travolto con la vita civile di Firenze anche una parte determinante del patrimonio culturale della città ha trovato terreno facile proprio nell'arretratezza. nella pochezza. nella debolezza di una politico di conserrazicne e sviluppo dei beni della cultura e dell'arte la cui sopravvivenza dere essere finalmente e fino in fondo spazzata via.
Anni di lavoro e l'impiego di centinaia, forse di migliaia di tecnici e di specialisti occorreranno a Firenze per riorganizzarsi all'altezza delle sue tradizioni e funzioni ideali. Questi anni non debbono essere di là da venire. 11 loro inizio è da considerarsi già scoccato. Tocco a chi governa adottare tutti pli estremi rimedi richiesti dall'estremo male.
Antonello Trombadori
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 7938+++
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Testata/Serie/Edizione l'Unità | Nuova Serie(PCI) | Nazionale
Riferimento ISBD l'Unità : quotidiano degli operai e dei contadini. - A. 1, n. 1 (12 feb. 1924)-28 lug. 2000n. s.!, a. 78, n. 1 (28 mar 2001)-. - Milano : s. n., 1924!-. - Ill. ; 59 cm (( Il complemento del titolo varia in: organo del Partito Comunista d'Italia dal 12 agosto 1924. Nel periodo clandestino con periodicità settimanale ed irregolare al precedente complemento si aggiungono altri alternati tra cui: Giornale dei lavoratori italiani, nel 1942 Organo centrale del Partito Comunista d'Italia, dal luglio 1943 Organ... {L'Unità [quotidiano, 1924-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1966 Mese: 11 Giorno: 11
Numero 0
Titolo KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1966 - - novembre - 11


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