Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: FIRENZE — Un momento della rappresentazione del «Vicario» (Telefoto) A Sant'Apollonia «Il Vicario» rappresentato a Firenze. Anche gli studenti cattolici hanno approvato l'iniziativa dell'Organismo universitario Dal nostro inviato FIRENZE. 25 Un lunghissimo applauso ha salutato gli attori del teatro Scelta alla fine della prima assoluta per l'Italia del dramma Il Vicario di Rolf Hochhuth, rappresentato stasera nel salone di Santa Apollonia, alla presenza di circa 300 invitati: un applauso caloroso agli attori i quali insieme con Gian Maria Volonté, sono stati prima di tutto i protagoniosti di una lotta contro il tentativo di soffocare la libertà dell'arte e della cultura. Un applauso che già era scrosciato vibrante sia all'inizio della rappresentazione, al loro apparire in scena, sia alla fine del primo atto e che adesso scaturiva proprio a sottolineare il valore della loro lotta e a confermare che la libertà (quella libertà la cui conquista fu pagata, proprio qui a Firenze, a caro prezzo) non si può e non si deve calpestare. Il salone di Sant'Apollonia s'era gremito lentamente e con ordine appena quindici minuti prima dell'ora fissata per l'inizio, le 21.15. La scena era stata predisposta da Carlo Cecchi, riduttore del dramma e aiuto regista di Volonté, nelle prime ore del pomeriggio, utilizzando il largo schermo panoramico sul quale vengono propiettati i film a cura dell'Organismo rappresentativo degli studenti fiorentini (ORUF). Poco prima dell'inizio esaurito l'ingresso delle personalità invitate — erano presenti Enzo Eriques Agnolett, vicesindaco di Firenze e presidente del Consiglio regionale della resistenza; l'onorevole Carlo Galluzzi, del PCI; il presidente dell'amministrazione provinciale, Elio Gabbuggiani; i critici e gli inviati dei giornali italiani e stranieri i quali, come noi, non poterono assistere alla recita nel teatrino di via Belsiana, essendone stati brutalmente cacciati; personalità del mondo universitario e della cultura — la porta del salone è stata chiusa e sorvegliata da ufficiali e sottoufficiali della polizia e dei carabinieri. Fuori è rimasto, per qualche minuto, un gruppetto di esclusi tra i quali si sono insinuati alcuni provocatori cercando di attizzare la scintilla di possibili incidenti. Non è durato a lungo e il Vicario è stato così rappresentato, nel mai interrotto silenzio degli spettatori. Domani la compagnia di Gian Maria Volonté sarà a Reggio emilia e sabato a Bologna per rappresentarvi il dramma. Dopo dovrebbe tornare a Firenze per riprendere le recite in Sant'Apollonia. Ci sono volute quasi due settimane perché anche in Italia il dramma di Hochhuth potesse andare in scena. Due settimane nel corso delle quali il Vaticano ha ottenuto dal governo, prima che vietasse la rappresentazione nel teatrino di via Belsiana a Roma, ricorrendo all'abuso e alla violenza, poi che emettesse un'ordinanza con la quale, per la prima volta dalla sua entrata in vigore, la Costituzione veniva piegata, "violentata" e subordinata a un articolo del Concordato. Il Vicario non si è ancora fatto a Roma, è vero e il problema, adesso, non è quello di ottenere una "riparazione" all'abuso e all'illegalità, quanto di ristabilire l'ordine costituzionale, annullando il decreto del prefetto (la mozione presentata alla camera dal PCI mira a ciò). Perché si è fatto a Firenze, e perché nella sede del Organismo rappresentativo universitario, su iniziativa della Federazione giovanile repubblicana? Lo abbiamo chiesto stamattina — mentre i giovani attori del "Teatro Scelta" di Gian Maria Volonté, nella vecchia ma splendida chiesa duecentesca di Sant'Apollonia, sconsacrata nel 1808 per la soppressione dell'ordine religioso delle suore Camaldolesi e adibita, più recentemente a sala cinematografica, erano alle prese con le luci e i movimenti di scena — a Giovanni Spinoso, vicepresidente della Giunta dell'ORUF (l'organismo rappresentativo universitario, appunto), in rappresentanza dell'Intesa, il raggruppamento degli universitari cattolici. Giovanni Spinoso è un cattolico, dunque. Un cattolico che non ha letto il Vicario (e questo gli provoca un lieve imbarazzo) e che: «dissente radicalmente — per usare anche le parole di un comunicato diffuso dall'intesa — dalle idee che animano la rappresentazione stessa». «Ma — dice Spinoso — un conto è dissentire, un conto è comportarsi come se si avesse la coda di paglia. Invece mi pare necessario riportare tutta la faccenda ai suoi limiti. "Sgonfiarla". Noi non abbiamo paura: ci prendiamo la nostra responsabilità, quella di discutere con gli altri un problema che è nostro. Ripeto, dissentiamo da quella tesi, ma vogliamo essere liberi di discuterla. Ricorda il caso di Non uccidere? Quando il professor La Pira lo fece proiettare a Firenze sembrava che dovesse cadere il mondo. Dopo qualche tempo il film era in tutti i cinema, la gente lo ha visto e discusso. Dunque, nessun bastone tra le ruote, da parte nostra. Io stesso ho firmato il contratto per la cessione di Sant'Apollinare». Spinoso è uno dei cinque m embri cattolici nella Giunta dell'ORUF: gli altri cinque sono dell'Unione Goliardica, che raggruppa gli universitari di sinistra. La Giunta ha discusso la richiesta dei giovani repubblicani di rappresentare Il Vicario e la ha approvata. Tra l'altro, la rappresentazione del dramma, sarà — se verrà raggiunto l'accordo finanziario — continuata da domani a pagamento (quella di stasera era a inviti). Alla luce delle parole di Spinoso (che è collegato alla corrente "di base" della DC fiorentina), la differenza tra Roma e Firenze non pare essere dunque rappresentata soltanto dal "carattere sacro" della capitale (beninteso, questa è la tesi fatta propria dal governo), ma da una posizione più avanzata, non solo delle forze cattoliche fiorentine (non tutte è ovvio) bensì degli stessi partiti laici. E' un fatto per esempio, che l'iniziativa fiorentina sia partita dai repubblicani, i quali a livello nazionale, non hanno creduto di dover chieder conto in Parlamento (come avevano fatto sul loro quotidiano) dell'illegittimo veto prefettizio. Intanto a Roma, dove si trova per il Concistoro l'arcivescovo di Firenze, ha rilasciato una dichiarazione in cui polemizza vivacemente con l'esecuzione del Vicario nella sua città. Anche a Firenze, l'Azione Cattolica ha creduto necessario approvare un documento nel quale la ricostruzione storica di Hochhuth viene definita «romanzata, ingiuriosa e gratuita». La illegittimità del decreto prefettizio che vieta la rappresentazione del Vicario a Roma viene invece documentata dal prof. Paolo Barile, docente di Diritto all'Università di Firenze, in un articolo pubblicato dall'Espresso. «Il prefetto ha sbagliato tre volte — afferma il prof. Barile — siamo di fronte all'episodio costituzionale più grave degli ultimi anni» e, più avanti concludendo: «che fare dunque? Inutile è il ricorso alla Corte Costituzionale... le cui pronunce dispiacciono all'esecutivo. Si affrontino i processi... Si obblighi in tal modo il governo ad assumersi la sua responsabilità; e poi si invochi pure una pronuncia della Corte ma stavolta sul problema capitale dei rapporti fra la sovranità dello Stato e quella della Chiesa». | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
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