Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Dal nostro inviato Napoli 15 Marechiaro, marechiaro di Maria e Roberto Murolo-Forlani, cantata da Sergio Bruni e Gloria Christian, ha vinto il X Festival dlla canzone napoletana con 70 voti. Ecco la classifica delle altre canzoni entrate in finale 2) a pari merito: Pulecenella twist di Nisa Malgoni e Serrenata malandrina di Fierro-Alfieri con 66 voti; 3) Nuttata 'e luna di Pirozzi con 62 voti; 4) Durmi di De Crescenzo-Bruni con 61 voti; 5) Manduline 'e Santa Lucia di De Crescenzo-Ricciardi con 60 voti; 6) a pari merito: 'O destino di Marotta-Bonafede e grazie, amore mio di De Muro-Gigante-Fidenco con 57 voti. Le altre canzoni hanno ottenuto i seguenti voti: Luna mia di Esposito-Garri 55. 'O scarpariello di Maresca-Pagano 51, 'Nterra 'a rena di Zanfragna-Gallo-Landi 49, 'Mbriacateve cu' mme' di Palomba-Matozzi 48. Il Decimo festival della canzone napoletana si è chiuso ieri sera, con il suggello della trasmissione televisiva «Datemi una croce - ha gridato subito dopo qualcuno - che ce la mettiamo sopra». Gli hanno ribattuto che non ce ne era bisogno, che il Decimo festival era nato morto e che, con le venti canzoni in gara, si era definitivamente seppellito. E non è mancato neppure il requiem. Lo hanno recitato e mimato in apertura di trasmissione, alcuni ballerini, mentre l'orchestra scandiva una picola antologia della canzone napoletana, da Te voglio bene assaje, a Guapparia, da Anema e core a 'O sarracino. E' come dire Beethoven e Ruccione, per intendersi. Dopo il requiem. Poi è cominciata la sfilata delle dodici canzoni trasmesse alla finale. Alle prime sei scelte venerdì, si erano aggiunte ieri sera Manduline 'e Santa Lucia, Luna mia, Durmi, Pulecenella twist, Mbriacateve cu mme e P Destino. Tutto come nelle previsioni, natualmente, salvo qualche risultato a sorpresa dovut a qualche franto tiratore in sala e ad una impreeeevista votazione plebiscitaria delle giurie esterne per Manduline 'e Santa Lucia, e O destino, la canzone che, fino all'ultimo memento sembrava che Maria Paris e Luciano Tajoli non dovessero più cantare. Vai a capire cosa hanno combinato i «commandos» della sala. O destino non doveva passare e i suo editore, dopo avere minacciato il ritiro e una decina di querele, si metteva improvvisamente l'anima in pace. L'organizzazione, si dice, pur di tenere calme le acque, avrebbe assicurato alla canzone di Marotta l'entrata in finale. E così è stato, con buona pace di tutti. Quanto a Manduline 'e Santa Lucia, non si può negare che sia una canzone ad effetto la quale, sul pubblico delle giurie esterne, ha fatto una certa presa. Pure, a nostro avviso, e l'esempio lmpante di come non si deve fare un canzone. Con la scusa di trattenere a Napoli una bionda straniera la quale, chissà per quali improrogabili impegni, voleva andarsene altrove, De Crescenzo e Ricciardi, valendosi della voce di Giacomo Rondinella e Mario Abate, hanno circuito la straniera in questione con un argomento al quale i turisti sono particolarmente sensibili: le canzoni. Vuo' sentì 'e cantà?, interrogano minacciosi i due cantanti Sierte stente stu mandulino. E giù Funiculì Funiculà, Santa Lucia luntana, e un'altra serie di motivi, ripetuti dal coro tra una strofa e un'altra. Una piccola antologia d vecchi successi che non è giusto contrabbandare come una canzone nuova. Ma tant'è. A gonfie vele e entrato in finale, Sergio Bruni, uno dei mattatoi del festival, Bruni non è solo mattatore come cantante. Questo anno e anche editore e i suoi accordi gli hanno permesso di dettare legge in merito ai cantanti e alle canzoni. Non ha voluto, per esempio, che al festival partecipasse Mario Trevi che quanto a stile e voce un po' (un po' troppo) gli assomiglia. E Mario Trevi non si è visto. Ieri sera, gli accordi sono stati messi a dura prova. Perché tutti i grandi volevano vincere. Ma la canzone Villa-Bruni sembrava fino dall'inizio la più forte, seguita a ruota da quella Gallo-Tajoli. Giocati Avete sentito alla TV gli applausi e grida entusiastiche. Bene: non credete che sia entusiasmo spontaneo. Ogni spettatore, al Teatro Mediterraneo, aveva compiti ben precisi, rappresentando questo o quell'editore. I quali se ne stavano al loro posto con l'elenco dattiloscritto dei biglietti acquistati (mezzo milione per uno, nel peggiore dei casi), segnando con una crocetta quelli estratti a sorte per far parte della giuria della sala, che disponeva di 70 voti a disposizione contro i 48 delle giurie esterne. Il giuoco era già fatto una settimana prima dell'inizio. | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
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